Impresa sfiorata. Serviva un pizzico di follia in più al Napoli di Maurizio Sarri per completare l'opera rimonta alla Red Bull Arena di Lipsia, dove i partenopei sono riusciti non solo a portare a casa una vittoria importantissima, ma anche tenere a secco una squadra che davanti al pubblico amico andava a segno consecutivamente da fine Aprile. Partita da Napoli, quello vero, lontanissimo parente di quello non ammirato al San Paolo sette giorni fa. Gli azzurri entrano in campo con il piglio della grande squadra, con la voglia di provare a scrivere una pagina di storia. L'intento iniziale è quello di togliersi gli schiaffi dal volto dopo una settimana di fango in faccia, e già l'approccio è dei migliori.
Insigne e compagni azzannano immediatamente la preda, subendo relativamente le ripartenze di Bruma e compagni e assediando l'area tedesca, senza tuttavia impensierire Gulacsi. La maturità del nuovo Napoli risiede anche nel riconoscere i momenti della gara e, dopo un avvio a mille all'ora, gli ospiti rifiatano lasciando campo e spazio alle avanzate del Lipsia, con Reina che tuttavia resta inoperoso tra i pali. Albiol e Tonelli gestiscono alla perfezione Poulsen e Werner, dandogli pochissimi palloni giocati. Sono piuttosto Sabitzer e Bruma sulle fasce a creare i maggiori pericoli per la difesa ospite. Basta però un attimo, una scintilla, per alzare immediatamente i ritmi e mettere a soqquadro la difesa di Hasenhuttl: scambio in velocità tra Hamsik, Mertens ed Insigne, Zielinski segue l'azione e ribadisce in rete la deviazione di Gulacsi.
Il Napoli ci crede, ci credono i quasi duemila partenopei che sono arrivati alla Red Bull Arena. Il messaggio è chiaro e forte, il Lipsia accusa il colpo barcollando, ma non molla, riesce a restare in piedi senza inginocchiarsi alle folate dei campani a cavallo dei due tempi. I primi cambi spezzano l'inerzia alla squadra di Sarri, il quale si gioca anche la carta Callejon nella ripresa. Il tutto per tutto dà i frutti sperati, gli azzurri tornano a martellare la retroguardia tedesca con vigoria e personalità. L'iberico duetta con Mertens, appoggia per Insigne che insacca, a cinque dal termine. Troppo tardi. L'unico tarlo è aver trovato il raddoppio con qualche minuto di ritardo rispetto alla tabella di marcia prefissatasi. L'assedio finale è vano.
La necessità del Napoli, tuttavia, e l'obiettivo della trasferta tedesca, è stato pienamente centrato. Gli azzurri, al netto dei rimpianti che si porteranno a casa per una gestione scellerata dei novanta minuti d'andata, riscattano animo e corpo, mettono nel bagaglio dell'esperienza un altro enorme tassello di mentalità ed autorevolezza, nonostante l'eliminazione. Difficile digerire la seconda ondata di scorie e di negatività a distanza di una settimana, soprattutto perché in ottica campionato la trasferta di Cagliari è banco di prova tutt'altro che semplice come quello contro la Spal di domenica scorsa.
Ci sarà tempo, fino a lunedì, per riposare e per ritrovare energie fisiche e mentali. Sarri esce a testa alta, con qualche rimorso, conscio però che il suo Napoli, in vista delle ultime tredici finali di stagione, è pronto a lottare fino in fondo.