Il Napoli di coppa, verrebbe da dire. La versione europea degli azzurri assomiglia tremendamente a quella di Coppa Italia vista contro l'Atalanta e, non a caso, il risultato è lo stesso. Partita scialba e svagata quella che i partenopei giocano al San Paolo contro un Lipsia quadrato e cinico, spietato al punto giusto, che approfitta delle nefandezze della squadra di Maurizio Sarri. Succede tutto nella ripresa, dopo un primo tempo nel quale gli ospiti erano stati comunque più vispi e pimpanti. Apre Ounas, a sorpresa, di destro, poi è un monologo Lipsia tra i tantissimi errori dei napoletani in fase di impostazione. Impresentabile Diawara, male in generale tutta l'orchestra. Il Lipsia archivia la qualificazione con Bruma e Werner.
Sarri sceglie Hamsik e non Insigne, con Zielinski spostato sulla linea di attaccanti con Callejon ed Ounas. Risponde Hasenhuttl con la velocità di Bruma e Sabitzer sulle fasce, mentre Poulsen spalleggia Werner davanti.
L'approccio alla gara del Napoli è pessimo e, in parte, fotografa l'andamento della gara del partenopei: nel giro di due minuti Werner è pericoloso due volte, prima che i padroni di casa inizino a provare a macinare gioco ed alzare il baricentro dell'azione. Ci riescono in parte, ma senza quella fluidità solita: Diawara sbaglia molto, al pari di Koulibaly e Tonelli, in fase di impostazione; si vedono di rado Rog e soprattutto Hamsik, mentre Callejon e Zielinski ci provano quando possono ma raramente sono pericolosi. E' un errore di Upamecano a fornire la prima palla gol al Napoli, ma lo spagnolo ed il polacco cincischiano senza trovare la battuta a rete. Di contro il Napoli soffre tantissimo la velocità di Bruma e i tagli di Poulsen, abile a smazzare per i compagni dopo aver attratto tutte le attenzioni della difesa di Sarri: Reina sbroglia in un paio di occasioni, mentre Callejon impegna dalla parte opposta Gulacsi. I ritmi della gara calano vertiginosamente nella seconda metà di frazione, con Zielinski che ci prova dalla distanza ma senza fortuna. Il Lipsia resta padrone della gara, senza però impensierire più di tanto Reina fino all'intervallo.
La ripresa inizia così come si era aperta la prima frazione: Poulsen e Werner mettono a soqquadro la difesa di casa, ma non riescono a sbloccare il punteggio. E' invece paradossalmente il Napoli, in contropiede, a farlo: Callejon lavora bene una palla centralmente facendo la sponda per Rog, il quale scarica per l'accorrente Ounas sulla destra; controllo e battuta di destro, e palla che bacia il palo e si insacca. Sembra l'episodio che può cambiare volto alla gara ed invece contribuisce a scuotere l'animo dei tedeschi, i quali senza battere ciglio rispondono riversandosi in avanti. Reina si salva in uscita su Poulsen, ma non può nulla più tardi sul tiro ravvicinato di Werner, cecchino infallibile, il quale approfitta dell'ennesimo errore in fase di impostazione di uno spaesato e irritante Diawara. E' la goccia che fa traboccare il vaso già pericolante: l'atteggiamento del Napoli è pessimo, svagato, e viene confermato dal gol dell'1-2 qualche minuto più tardi: Poulsen scappa sul filo del fuorigioco, appoggia per Bruma che tutto solo insacca.
Il Napoli non c'è più, si riversa stancamente in attacco ma senza vigoria e convinzione. Insigne ci prova in un paio di occasioni ma senza crederci nemmeno lui, Callejon e Zielinski fanno altrettanto. Nei minuti conclusivi il Lipsia non sembra voler affondare il colpo, ma ringrazia ancora una volta Diawara: una conclusione sbilenca da trenta metri del guineano lancia il contropiede di Forsberg, abile nel servire Werner; destro secco sul primo palo, Reina trafitto e qualificazione in tasca. Vince, meritatamente, il Lipsia: 3-1 al San Paolo.