Simone Verdi parla della sua scelta di restare al Bologna. Intervistato in esclusiva da Il Corriere della Sera, il talentuoso esterno felsineo ha detto la sua sul grande rifiuto al Napoli, squadra con cui avrebbe sicuramente si sarebbe potuto confermare come uno dei calciatori più forti della nostra Serie A: "I nomi di Riva, Virdis e Paolo Rossi le dicono qualcosa? Sì, che non sono stato l’unico stupido a dire no a una grande. Scherzi a parte - sottolinea - io non ho detto no al Napoli, ho detto sì al mio percorso al Bologna: non potevo andarmene a gennaio dopo tutta la fiducia che ha riposto in me quando venivo dalla retrocessione col Carpi. Si è montato un caso molto più grande del dovuto. Ho dovuto sentire tante falsità, cose brutte persino sulla mia famiglia e sulla mia fidanzata, che avrebbero interferito nella scelta. Poi ho sbagliato anch’io. Avrei dovuto intervenire subito per spiegare e calmare le acque: invece la mia riservatezza, che ritengo un pregio, ha peggiorato la situazione".
Una sorta di scelta di cuore, dunque, quella di Verdi, che ha scelto di sposare la causa del Bologna per aiutare la rosa a conquistare una salvezza tranquilla. A giugno poi si vedrà, come sottolineato dallo stesso ex Milan e Carpi: "L’offerta del Napoli poteva cambiare la mia carriera, lo so. Ma, dopo avere giocato già in sei squadre, a 25 anni qui ho trovato per la prima volta la mia casa calcistica. Sento di avere un progetto da condurre fino a giugno. Poi? Adesso pensiamo al presente, è meglio. Una big dietro il mio rifiuto al Napoli? Mi viene da ridere. No, nessuno muoveva i fili. So ragionare da solo".
Passaggio inevitabile, poi, sulla scelta del Milan di venderlo: "Nessun rimpianto. E' stata un'esperienza formativa che, paradossalmente, mi ha dato tanto. Nel Milan avevo tutto, pure il magazziniere che ci puliva le scarpe e ci preparava la borsa. A Castellammare (stagione 2013/14, ndr) ho finalmente imparato a cavarmela da solo. Il confronto è servito perché avere tutto può toglierti il meglio. Molti ragazzi - sottolinea Verdi al quotidiano - vengono viziati in modo esagerato, poi quando si trovano nelle difficoltà mollano. Conquistarsi le cose fa crescere meglio".
Infine, Simone Verdi ha parlato del flop della Nazionale, che non parteciperà ai Mondiali di Russia 2018: "Che il nostro calcio vada rifondato non lo dico solo io. I talenti giovani per farlo ci sono eccome: cito Caldara, Chiesa e i nostri Di francesco ed Orsolini. Bisogna avere fiducia. Da noi la mentalità risultualistica mette una bella pressione" sentenzia Verdi, che sottolinea uno dei grandi difetti che il nostro calcio dovrà definitivamente eliminare.
[source: quotidiano Il Corriere della Sera]