Ultima settimana da incorniciare per la Sampdoria che, dopo gli scricchiolii di fine anno, ha conquistato sette punti nelle ultime tre partite di cui cinque contro la Roma. Domenica il successo all'Olimpico che ha confermato la Doria come sesta forza del campionato, un successo che dà ancora più entusiasmo al presidente Ferrero che, al quotidiano Il Secolo XIX, parla cosi: "Uno che è nato a Testaccio non esulta per rispetto della città di Roma e dei romanisti, questo non toglie che ho festeggiato eccome e mi ha fatto un enorme piacere vedere felici i tifosi della Samp. Ora però i miei figli non vengono a cena con me per la rabbia quindi devo andarci cauto. E poi non ho esultato perché già lo sapevo che finiva così: chiedete a Totti".

Come detto sette punti nelle ultime tre sfide per la Sampdoria che è tornata a volare: "Non c'è stata rinascita, dice Ferrero. Eravamo stanchi e siamo tornati noi. Comunque penso che in segreto sia l'ottima organizzazione della società. Giampaolo? Per me il suo segreto è che crede in quello che fa, è un grandissimo lavoratore e i giocatori lo sentono molto credibile. Non è uno che cambia idea da una volta all'altra, insiste nei suoi principi e questo gli fa avere la squadra in pugno. Chi mi è piaciuto di più all'Olimpico? Tutti indistintamente ma cito Barreto: ha fatto una gran partita, era un momento difficile e ha dato il meglio".

Poi spazio al mercato con dichiarazioni interessanti: "Come mai non ho comprato nessuno a gennaio? Perché comprare per comprare sarebbe un messaggio sbagliato a questo gruppo che sta facendo benissimo. Il tempo del mercato sta per scadere e se non succedono cose straordinarie restiamo così che siamo fortissimi. Giampaolo d'accordo? A volte si può fare anche zero a zero, no? Diciamo che dopo altre esperienze di gennaio stavolta abbiamo deciso di fare 0-0. In entrata e pure in uscita. Mi hanno chiesto Caprari, ma è fortissimo e ho detto no, sempre che non succeda qualcosa di irrinunciabile". E infine una battuta sugli obiettivi, con molta scaramanzia: "Sapete bene che sono un sognatore e vorrei tanto sognare e parlare dei miei sogni. Però ho provato sulla mia pelle che nel calcio serve volare basso e schivare il sasso. Quindi ve lo dico a maggio dove finiremo".