Se si leggessero i numeri e le cifre di Milan-Crotone senza avere visto la partita e conoscere il risultato finale probabilmente il pensiero sarebbe quello di un risultato largo in favore dei rossoneri. Il campo, invece, ha raccontato di una vittoria di misura, meritata non c'è dubbio, ma che è arrivata con troppa fatica rispetto a quanto mostrato per un'ora abbondante dalla squadra di Gattuso. Il gioco migliora, la condizione fisica è in crescita, si creano tante situazioni interessanti negli ultimi 30 metri, ma manca la capacità di concretizzare.

Vero, contro il Crotone ci si è messo di mezzo pure Cordaz con alcuni interventi notevoli, al netto dell'errore in uscita che ha fatto carambolare il pallone sulla schiena di Bonucci per il gol che ha deciso la partita. Altrettanto doveroso sottolineare, però, come il Milan fino a quel momento avesse inquadrato lo specchio della porta con una percentuale bassa rispetta al numero totale di tiri effettuati. Se da un lato, quindi, i segnali che arrivano dalla squadra sono positivi, dall'altro bisogna riflettere sull'incapacità di chiudere prima le partite dal punto di vista del risultato.

Certo questo è un passo in avanti rispetto a quando il presupposto quasi fisso di ogni gara era quello di ritrovarsi prima o poi a rincorrere l'avversario, con la quasi certezza, numeri alla mano, di non riuscire a recuperare il risultato, figuriamoci di ribaltarlo. Se non altro in questo il Milan di Gattuso sembra diverso. Il derby di Coppa Italia, la gara con la Fiorentina e l'ultima con il Crotone sono un primo mini trittico di gare in cui ci sono stati dei minimi segnali di continuità da parte della squadra.

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Una squadra che contro il Crotone ha messo in mostra alcuni singoli che piano piano sembra si stiano avvicinando ai livelli di rendimento che ci si attendeva potessero avere al momento del loro arrivo a Milanello. Su tutti, contro la squadra di Zenga hanno destato una buona impressione Bonucci, Kessie e Calhanoglu. Il capitano del Milan ha trovato in diverse occasioni quei passaggi di 30-40 metri in grado di saltare il centrocampo avversario e arrivare così a trovare gli uomini più offensivi rossoneri. Un'alternativa tattica importante quando gli esterni sono chiusi e l'uomo davanti alla difesa del centrocampo è di fatto seguito con una marcatura a uomo.

L'ex Atalanta sembra in crescita al pari della condizione fisica generale della squadra e per un tipo di giocatore come lui avere benzina nelle gambe è fondamentale per rendere al meglio. Il turco, infine, ha dato un'interpretazione qualitativa molto diversa del ruolo di esterno d'attacco atipico. Un paio di lanci a cambiare il campo sono un manifesto della qualità nei piedi di questo ragazzo. Gattuso non perde occasione per evidenziarne i miglioramenti, in attesa di vedergli fare anche in partita quello che è in grado di combinare negli allenamenti a Milanello.