Parola di capitano. Adesso anche di record-man. Marek Hamsik si toglie la scimmia dalle spalle, quella compagna di viaggio ingombrante che inconsciamente lo ha accompagnato e scortato fino a ieri sera, fino al minuto trenta, quando insacca il tris con il quale il suo Napoli chiude di fatto la pratica Torino all'Olimpico. Un gol storico, il quale gli consente - finalmente - di eguagliare il primato di marcature di Diego Armando Maradona in maglia azzurra, una sorta di fardello per i più, che attanaglia ed imbriglia la mente del capitano slovacco. Adesso non più.
Nel rievocare per dinamica e fattura il gol messo a segno qualche tempo fa contro la Juventus nella porta opposta, in un altrettanto storico 2-3 partenopeo, Hamsik scaccia via i fantasmi legati alle polemiche sul suo conto, si toglie quell'amica dalla spalla, invitandola a scendere, a lasciarlo libero di festeggiare come deve, come vuole: anche nell'atto più gioioso, il capitano si dimostra sé stesso; un bacio alla maglia, quella che ha sposato da tempo, un sorriso che dice più di tante parole. Liberatorio. Il tutto in attesa del famigerato sorpasso.
"Ho sempre detto che sarebbe successo. Non ho sentito pressione, sapevo che sarei stato in grado di raggiungere questo numero di gol ed è bello che l'abbia finalmente fatto. 115 è un numero importante, sono molto felice, ma l'unica cosa che ho di Maradona è il numero di gol, lui era unico ed eccezionale, una leggenda del calcio napoletano e mondiale". Nel post gara, dividendosi tra televisioni ed interviste, il protagonista indiscusso di serata si dimostra ancora una volta per ciò che è, confermandosi umile come pochi, concentrato sul futuro come soltanto i più grandi. Gioie apparentemente effimere, quelle personali, che lasciano il posto e lo spazio a quelle più importanti.
L'obiettivo è uno ed uno soltanto. Non i centosedici gol per portarsi da solo in testa alla classifica dei marcatori del Napoli - traguardo che taglierà a breve senza alcun dubbio - bensì quello che a Maggio potrebbe vederlo su un'altra vetta, quella del campionato, magari con una coppa in mano, quella tanto ambita: "Era più importante vincere del mio record e siamo tornati primi in classifica. Siamo dove vogliamo essere. Dobbiamo continuare il nostro cammino, la stagione è molto lunga. Non so se il primato ci aiuterà, ma sicuramente è utile a mantenere la consapevolezza che siamo una squadra forte e dobbiamo lottare fino alla fine".
Da qui a Maggio cinque mesi e mezzo da vivere tutti d'un fiato, con la Juventus, l'Inter e la Roma alle calcagna. Stavolta Marek sembra pronto, maturo, cresciuto e forgiatosi al pari del suo Napoli, finalmente autorevoli e consapevoli delle proprie forze. Il viaggio continua, l'obiettivo è fissato lì, in alto, pronto ad essere raggiunto. Il capitano la strada l'ha intrapresa tempo fa, ora sta indicando la via, imboccandola finalmente senza quella compagna di viaggio che ne ha condizionato le ultime partite. Auguri, Marek.