"Non me ne frega niente del gol perduto: prima segnavo di più e la mia squadra non vinceva, ora sta accadendo il contrario e sono il giocatore più felice del mondo. Il record di Maradona non mi assilla: se arriva oggi contro il Torino è una soddisfazione in più, nient’altro. Diego rimarrà comunque insuperabile, veniva da un altro pianeta, lui". Testo e parole di Marek Hamsik, capitano di un Napoli che all'Olimpico di Torino vuole ripartire in fretta dopo le recenti delusioni. La mezzala slovacca appare decisa e visibilmente carica in vista delle ultime tre partite stagionali e del girone di ritorno che, mai come quest'anno, sarà decisivo per assegnare lo Scudetto, obiettivo dichiarato degli azzurri. 

"La mia missione sarà compiuta solo con la vittoria dello scudetto. Deve essere quello il punto d’arrivo della mia lunga storia con il Napoli. Poi potrò voltare pagina e dedicare un po’ più di tempo alla mia scuola calcio, che ho già inaugurato in Slovacchia". Dagli obiettivi futuri ad uno sguardo al passato, con Hamsik che ripercorre così le tappe vissute all'ombra del Vesuvio: "Mi guardo indietro e ne sono orgoglioso, non è da tutti legarsi a vita alla stessa squadra, specie nel calcio moderno. Nel mio caso è stato semplice: sentivo che Napoli
era il posto giusto per me e ho voluto che lo diventasse, a tempo indeterminato. Non ho nessun rimpianto, sto facendo la carriera che desideravo e che mi sono costruito. Questa maglia è diventata la mia seconda pelle, mi gratifica essere considerato un bandiera". 

Adesso non resta che tagliare l'ultimo traguardo, quello più importante, dello Scudetto, avvicinatosi più volte ma mai così vicino da sembrare possibilità reale e concreta: "Siamo andati spesso vicinissimi alla grande impresa, purtroppo abbiamo sempre trovato una o due squadre più forti della nostra. Quest'anno la lotta è serrata e noi siamo lì, con Inter e Roma. Speriamo che qualcuna delle prime cominci a calare. Ma la favorita resta la Juve, come sempre".

Inevitabile tuttavia non parlare anche della sua stagione, fatta di pochi gol e pochi squilli in generale, di tante critiche e poche gioie personali. Tuttavia, il capitano non si sente affatto in crisi: "In campo sono sempre lo stesso, non ho cambiato ruolo o posizione. Nei passaggi riusciti, nei chilometri percorsi e nei recuperi il mio rendimento è in linea con le precedenti stagioni. Non mi sento in crisi e le sostituzioni vanno accettate. Con Sarri abbiamo tutti un rapporto eccellente: io e i miei compagni. La crescita del Napoli è stata straordinaria ed è merito del nostro allenatore. I bilanci personali li farò solo a fine stagione, comunque: di solito in doppia cifra ci arrivo". 

Infine, un breve excursus anche sul momento degli azzurri, reduci dalle sconfitte contro Juventus e Feyenoord e dal pareggio contro la Fiorentina: "La nostra stagione era stata da 10, fino a tre partite fa. Resta da 7.5 e contro la Fiorentina ho già visto dei segnali di ripresa, abbiamo solo pagato dazio agli infortuni e a un po’ di stanchezza. Tutto qui".