Invertire la rotta. Farlo il prima possibile. L'asfissia da gol da superare, un periodo negativo di risultati e di forma da buttarsi alle spalle: due sconfitte ed un pareggio che fanno suonare un campanello d'allarme, poco insistente, per niente preoccupante, ma pur sempre un avviso ai naviganti. Il Napoli lo sa e, in vista dell'ostica trasferta di Torino contro una truppa, quella granata, che appare in forma e visibilmente carica dopo il successo dell'Olimpico di Roma contro la Lazio, prova a ritrovare quel sorriso perso da un paio di settimane a questa parte. Dalla sfida del Friuli contro l'Udinese i partenopei appaiono scialbi, fumosi, paradossalmente imprecisi. Occorre una sferzata, di entusiasmo, di personalità. 

Per scuotersi Maurizio Sarri si affida al suo giocatore più estroso, più imprevedibile, quello che fino a qualche settimana fa ha trascinato i suoi a suon di prodezze, personali e per i compagni. Torna Lorenzo Insigne, il tecnico toscano può sorridere. L'infiammazione all'adduttore preoccupa ma non più come prima; il Magnifico può tornare in campo, lo ha fatto ieri, lo farà oggi e, presumibilmente, anche domani in casa del Torino, ricomponendo quel tridente con Mertens e Callejon che nella passata stagione tra San Paolo e Piemonte ha confezionato dieci gol complessivi alla truppa granata di Mihajlovic. Un precedente, un ricordo, che fa ben sperare in vista della gara di domani. Anche se stavolta i padroni di casa appaiono in condizioni migliori di forma e di testa. 

Se l'attacco torna ad essere quello dei titolarissimi, anche il resto della formazione, dopo una settimana di lavoro a pieno regime, non dovrebbe prevedere alcuna variazione sul tema degli undici migliori: si parte da Reina, passando per la linea a quattro difensiva composta centralmente da Albiol e Koulibaly ed ai fianchi da Hysaj e Mario Rui; Zielinski scalpita in mediana, ma il polacco dovrebbe partire dalla panchina con Allan ed Hamsik a conservare la maglia da titolare accanto a Jorginho in cabina di regia. Il Napoli è pronto, adesso sta al campo il verdetto finale: i partenopei sono pronti a guarire?