"Insigne ha una leggera infiammazione al pube da quando è tornato dalla nazionale". Il messaggio post gara di Maurizio Sarri è chiaro e non ha bisogno di alcune interpretazioni, al pari dell'immagine che, venerdì sera, ha costretto il Magnifico - in una delle sue versioni più sbiadite dell'anno - ad alzare bandiera bianca. Non è abituato a farlo, Lorenzo Insigne, da più di un anno a questa parte punto cardine di un Napoli che non sa più fare a meno di lui, del suo talento, della sua cazzimma, della sua presenza. L'immagine simbolo del Napoli primo della classe per quindici giornate - in attesa della sfida dell'Inter alle 15 - è lui, con la sua crescita esponenziale alle spalle. 

Adesso, però, Sarri ed i partenopei tutti sono chiamati ad una riflessione: conservare e preservare la sua integrità fisica per evitare che il fastidio diventi problema, che l'infiammazione - così come l'ha chiamata il tecnico toscano - possa sfociare in una pessima pubalgia, dalla quale recuperare non è mai facile. Il momento è di quelli cruciali, dal punto di vista mentale, dopo la sconfitta contro la Juventus, che fisico, perché accanto ad Insigne anche Mertens e Callejon sembrano in riserva, in debito d'ossigeno, reclamano un fisiologico turnover che per necessità di cose non può essere attuato. Se non in casi estremi. 

Ecco dunque che il caso estremo, di primissima necessità, sembra bussare alla porta di Castelvolturno, con Insigne che per la prima volta da mesi potrebbe essere costretto alla panchina in quel di Rotterdam, nell'ultima gara del girone eliminatorio della Champions League. Spazio ad Ounas, probabilmente, pimpante ma ancora anarchico a detta di Sarri, unica alternativa offensiva di una squadra le cui scarse rotazioni rischiano di compromettere il seminato. La presenza dell'ex Bordeaux al De Kuip è più di un'eventualità, anche se da qui alla sfida mancano tre giorni ed il tempo per recuperare Insigne ci sarebbe tutto.

C'è però da tener conto delle sfide che da qui a Natale decideranno le sorti del Napoli in campionato, con Fiorentina, Torino, Sampdoria e Crotone che meditano uno sgambetto ai partenopei. Discorso invece diverso in Champions, dove al netto di una reazione d'orgoglio del Feyenoord, il destino di Hamsik e compagni dipende anche dal Manchester City, impegnato nella trasferta in terra d'Ucraina contro lo Shakhtar. Vincere in attesa di buone notizie da Kharkiv, impresa difficile ma non impossibile: il Napoli può farcela anche senza il Magnifico.