"Al Chievo ci si sente come una famiglia. Vuol dire essere attaccato alla maglia, capire quanto Campedelli sta male per il Chievo, non far caso se il Bentegodi a volte pare vuoto anche se non lo è, e trovarti la carica dentro. Dopo 5 anni di prestiti ho sempre sentito che avrei fatto bene qui. Prima di smettere, mi piacerà tornare, sarà il mio grazie per avermi fatto crescere, come in famiglia". Tra passato, presente e futuro, Roberto Inglese si racconta ai microfoni della Gazzetta dello Sport, parlando sì da ex, ma da innamorato dei colori e dei valori che ha fin qui imparato nella sua lunga militanza in maglia clivense. Una crescita che lo ha portato, e lo porterà tra qualche mese, forse giorni, a vestire la maglia del Napoli, per competere per traguardi ben più ambiziosi della salvezza con la maglia del ChievoVerona.
Un percorso di formazione, quello di Inglese, che sembra finalmente essere arrivato a destinazione, a compimento: "Mi commuovo facilmente, non ho vergogna a dirlo, ma per il calcio ho pianto solo di dolore, a Carpi quando mi uscì di nuovo la spalla, la prima volta fu a Pescara, poi a Lumezzane mi ruppi il perone. L'arrivo in Serie A? Mi sono sentito da serie A a fine torneo scorso: doppia cifra senza giocare sempre. A 25 anni. Mai sbroccato per cambiare aria se non giocavo, usavo le energie per migliorare".
Miglioramenti che, come detto, lo porteranno a vestire la maglia del Napoli, con la quale potrebbe giocare anche in Champions League. Inevitabile non pensare all'inno della manifestazione continentale più importante per club: "Prima di studiarlo l'avevo ascoltato un milione di volte. E' più forte di me, la sento e alzo il volume della tv. Una sera l'ho fatto che c'era Elena, la mia fidanzata e lei: "Cosa sai di questa musica?. Niente, ovviamente adesso tutto. Inno composto da Britten, testo in inglese, francese e tedesco, controcanto nella lingua del paese ospitante quando c'è la finale. Sì che ci penso: sentirla in campo dev'essere esagerato. Al San Paolo? Tremano i quartieri vicini, no? La prossima settimana tiferò molto Napoli. E anche City..."
A proposito di Champions, inoltre, Inglese racconta i momenti del suo trasferimento, che si concretizzerà verosimilmente nella finestra di mercato di Gennaio: "Il mio Napoli è iniziato correndo in sede al Chievo alle 7 di sera, il mercato chiudeva alle 11 e bisognava fare in fretta. Dal giorno dopo non ci ho pensato più, sono stato bravo. Solo lavoro, come a Carpi, e credo che Giuntoli abbia scommesso un po' su quello. Ci penserò se ci andrò. La gente la fa facile: "Lì ti mettono la palla sui piedi, vedrai", ma devi saperti allenare con loro, quando mi sono allenato con Insigne ho capito un po' di cose. Lì c'è un'orchestra e se stoni tu, stona tutta la musica: stop e passaggio in 11 allo stesso modo e per questo ti rubano il tempo. Pronto a provarci, poi prenderò atto".