"Sarà una gara importante, ma non decisiva". Sono le parole della vigilia di Massimiliano Allegri a fare da sfondo e da presentazione alla sfida del San Paolo di domani sera tra Napoli e Juventus. Il tecnico toscano dei bianconeri ha parlato nella classica conferenza stampa dell'importanza della partita, nonostante gran parte delle attenzioni del tecnico bianconero saranno rivolte alla sfida di martedì al Pireo contro l'Olympiacos, per sua stessa ammissione la "prima sfida decisiva dell'anno".
Premessa doverosa, perché per entrare nelle piaghe della gara di Fuorigrotta, dal punto di vista tattico, l'analisi di queste considerazioni, unite a quelle "lo 0-0? Non firmerei. Noi domani abbiamo la possibilità di fare innanzitutto una grande partita. Abbiamo due risultati dalla nostra, la vittoria sarebbe sicuramente un bel balzo in avanti e daremmo un bellissimo segnale, il pareggio sarebbe un altro bel risultato positivo", risultano molto indicative. Così come già detto più volte la Juventus scenderà in campo a Napoli per due risultati su tre, conscia dell'importanza di non lasciare ulteriori punti per strada nel cammino verso lo scudetto, soprattutto sul campo di una diretta rivale, la principale candidata al titolo attualmente.
Le scelte dei due allenatori
Le scelte di formazione di Allegri inevitabilmente saranno condizionate dall'impegno in terra di Grecia, mutandone di conseguenza l'atteggiamento tattico. Motivo per il quale Higuain e Cuadrado potrebbero restare a riposo e partire dalla panchina, con i sei volte campioni d'Italia che si presenterebbero in quel caso al San Paolo con il 3-4-2-1, nel quale Dybala e Douglas Costa agirebbero alle spalle di Mandzukic, mentre De Sciglio e Alex Sandro sulle corsie laterali ai fianchi di Pjanic e Khedira. Qualora invece il centravanti argentino, ex di giornata, dovesse recuperare, il 4-2-3-1 delle ultime giornate diventerebbe realtà molto più concreta, con Mandzukic spostato sulla trequarti sulla destra e Douglas Costa dalla parte opposta con Dybala centrale, per un atteggiamento molto più offensivo e spregiudicato.
Non cambierà nulla invece nello scacchiere tattico napoletano, con Sarri che si affiderà al solito sistema di gioco (4-3-3) oltre che alle solite idee in fase di impostazione e di proposizione. Unico dubbio riguarda le condizioni fisiche di Mario Rui, il quale si gioca un posto da titolare con Maggio. Diverse le chiavi di lettura nella scelta dell'uno piuttosto dell'altro: se il portoghese assicura maggiore spinta e maggiore qualità in fase di impostazione sull'out sinistro, ricomponendo per certi versi l'asse con Hamsik ed Insigne sulle quali poggia il sistema offensivo partenopeo, Maggio garantisce invece maggiore fisicità ed esperienza al quartetto arretrato, oltre ai centimetri necessari per contrastare la fisicità juventina anche sui calci da fermo, aspetto da non sottovalutare contro Chiellini e soci. Tutto confermato invece in mediana, con Allan, Jorginho ed Hamsik che giocheranno regolarmente al pari del terzetto di attaccanti.
Nelle pieghe della gara
Così come già fatto nella passata stagione, la Juventus di scena al San Paolo assumerà verosimilmente un fare guardingo, volto a schermare il possesso di palla partenopeo senza aggredire spasmodicamente i portatori di palla azzurri - come fatto dall'Inter a Fuorigrotta, per dire - fin dalle retrovie, ma provando a fare densità nella propria metà campo chiudendo tutte le linee di passaggio alle mezzali ed agli esterni prima di provare a ripartire dipanandosi con fluidità ed efficacia in fase di ripartenza. A Mandzukic o Higuain il compito di rallentare l'uscita della sfera dai piedi dei due centrali partenopei, mentre Dybala ed i trequartisti - in caso di 3-4-2-1 - avranno la necessità di limitare il raggio d'azione di Jorginho, con e senza palla. Motivo per il quale il duo di mediana composto da Pjanic e Khedira dovrà di conseguenza leggere i movimenti di Allan ed Hamsik volti a creare superiorità per poi allargare la manovra sulle corsie laterali.
E' sulle fasce dove il Napoli, soprattutto a sinistra, proverà a sfondare maggiormente, ancor più se Mario Rui dovesse essere della partita. L'inserimento di De Sciglio, piuttosto che il più offensivo Cuadrado, dovrebbe garantire maggiore copertura e manforte al reparto difensivo nel caso di difesa a tre, con il colombiano che potrebbe rappresentare un'arma tattica non indifferente in corso d'opera per provare a spaccare in due un'eventuale situazione di stallo. Nel caso in cui l'ex Lecce dovesse partire dal primo minuto, molto più probabile una Juventus d'assalto, che potrebbe costringere, in caso di 4-2-3-1, il Napoli ad uscire con passaggi molto meno semplici e più rapidi, anche se questo tipo di schieramento potrebbe risultare una coperta decisamente corta per gli uomini di Allegri, in inferiorità numerica in caso di superamento del primo sbarramento della pressione.
Da non sottovalutare anche l'aspetto mentale del vantaggio in classifica del Napoli, il quale potrebbe condizionare i partenopei ad impostare una gara non su ritmi frenetici, i soliti, tambureggianti, bensì molto più lenti e pacati, consci che tutto sommato un pareggio, senza rischiare tantissimo alle spalle della mediana, potrebbe anche star bene a Sarri e soci. Tuttavia il gioco dei napoletani è oramai risaputo: il tecnico toscano dei padroni di casa punterà tutto sul predominio territoriale e della sfera, nell'intento di lavorare ai fianchi la difesa ospite e di puntare con le solite trame a coinvolgere Insigne sulla sinistra, a creare gli uno contro uno di Mertens centralmente oppure i tagli dal lato debole di Callejon o quelli lato forte di Hamsik.
La tavola è imbandita, gli ingredienti pronti a fare la differenza. Napoli a più sette? Juve che torna a meno uno? Oppure quattro lunghezze di divario confermate anche dopo la quindicesima giornata di campionato? Tra poco più di ventiquattro ore conosceremo la risposta.