Il tempo scorre via veloce, l'attesa diminuisce. Napoli-Juventus, appuntamento clou della quindicesima giornata di Serie A si avvicina sempre più. 90' minuti che diranno tanto, in ottica lotta Scudetto. Quest'anno le due squadre si sono scambiate di ruolo: primo il Napoli, in testa alla classifica a guardare tutti dall'alto verso il basso; a meno quattro, costretta ad inseguire, la Vecchia Signora, con in petto il Tricolore. Squadre che fanno della fase offensiva la loro forza, collettivi che annoverano al loro interno bomber di prima fascia, Mertens, Higuain, Mandzukic ed Insigne, solo per citarne i pezzi più pregiati. Ma la forza di azzurri e bianconeri sta nell'avere una difesa arcigna, che concede poco agli avversari. Venerdì sera, al San Paolo, si affronteranno infatti due delle migliori tre difese dell'intero campionato: i padroni di casa sono stati bucati soltanto 9 volte in questo primo quarto di torneo, la Juventus invece 14. Insieme alla Roma (9 reti al passivo), rappresentano le tre formazioni più impermeabili del nostro massimo campionato.
Mentre gli attacchi, se funzionano, raccolgono consensi, la fase difensiva lavora su se stessa, ed i protagonisti della seconda lavorano maggiormente sottotraccia, in penombra. Albiol e Chiellini, che se ne dica in giro, vuoi per l'età che avanza, vuoi per fantomatici cicli conclusi, restano i fari delle rispettive retroguardie. Non parole, ma fatti alla mano lo testimoniano.
Raul Albiol è la certezza del Napoli. Una pedina fondamentale nello scacchiere di Maurizio Sarri. L'ex baluardo del Valencia, alla quinta stagione all'ombra del Vesuvio, è divenuto ormai intoccabile. Insieme a Koulibaly forma una coppia granitica, due giocatori che per caratteristiche tecniche si completano, si incastrano alla perfezione come gli ultimi due pezzi mancanti, adiacenti, di un puzzle. In questo inizio di campionato, quando lo spagnolo è stato costretto a rifiatare, per scelta tecnica di Sarri dato il doppio impegno campionato-coppa, tutto il Napoli ne ha risentito. Chiriches, buon difensore, non ha la stessa tecnica dello spagnolo, soffre negli 1vs1 contro avversari più rapidi di gambe e soprattutto tende a perdersi e non adempiere al massimo il suo lavoro quando c'è da coprire le spalle a Koulibaly, soprattutto quelle volte nelle quali il senegalese si sgancia in avanti. Più volte, con il rumeno in campo al posto di Albiol, gli azzurri hanno ballato tanto, troppo, in azioni in velocità, con palla a terra, centralmente.
Albiol è un calciatore fondamentale per il Napoli, perché ha il compito di dirigere letteralmente la linea difensiva. E se il Napoli ha migliorato in maniera esponenziale i suoi risultati, si deve al fatto che la difesa, guidata dallo spagnolo, sta subendo pochissimo. C’è tutto un triennio di lavoro dietro questa importanza di Albiol nell’economia del calcio di Sarri. L'uomo di Valencia è un playmaker arretrato, colui che è deputato alla primissima costruzione. Ovviamente, a questo abbina anche il lavoro da 'puro' difensore: Fisico negli scontri di spalla, testa nell’anticipo, tempismo negli interventi per spezzare il controllo. Un leader, un direttore d'orchestra, sbarcato in Italia per volere di Rafa Benitez, ma letteralmente esploso sotto l'operato di Sarri.
Negli ultimi 10 campionati, a vincere lo Scudetto è stata sempre la squadra con la miglior difesa. Negli ultimi sei anni, la Juventus ha fatto filotto ed anche quest'anno le fortune dei bianconeri passano attraverso una fase difensiva molto efficace. La certezza si chiama Giorgio Chiellini, imprescindibile davanti a Buffon (sia nella difesa a 4 che, all'evenienza, in quella a 3), a 33 anni è il pilastro di cui la Juve non può fare a meno. Con l'addio di Bonucci, trasferitosi al Milan, Chiellini ha rafforzato la sua leadership in campo. Figura carismatica nel rettangolo verde con una 'garra' fuori dal comune, riesce a far sentire la sua presenza su entrambi i lati del campo. Allegri è ancora alla ricerca del compagno ideale da affiancargli: Benatia, Barzagli o Rugani, a turno lo ha alternato con tutti e tre i giocatori appena citati, ma le gerarchie non sono ancora chiarissime. L'unica cosa certa è che Chiellini è il 'leader maximo' della retroguardia bianconera, l'unico che al momento appare insostituibile.
Pesa l'assenza di Bonucci, eccome. Se c’è una qualità che la Juventus ha perso con la sua partenza, ancor prima e ancor più del lancio illuminante, è proprio questa: la capacità di individuare e servire puntualmente, rapidamente e sotto pressione l’uomo libero, a uno o due tocchi massimo, nella fase bassa della costruzione. In questo Bonucci eccelleva, ma la Vecchia Signora, ritrovatasi di punto in bianco senza di lui, ha dovuto modificare i suoi piani, quindi il pallone, in fase d'uscita, spesso e volentieri in questa prima parte di stagione è stato affidato ai piedi di Chiellini. Un nuovo compito che il toscano sta espletando con buona disinvoltura, avendo spalle larghe, scalfite dalla pluriennale esperienza, a grandi livelli, nel calcio italiano e non solo.
Dunque, in conclusione, aggiungiamo pochissime parole. Albiol e Chiellini sono due difensori molto simili, sia per ciò che riguarda la struttura fisica, sia per caratteristiche tecniche. Lo spagnolo del Napoli si ritrova a capeggiare il fortino azzurro, ormai ben oliato dal certosino lavoro portato avanti da tre anni da mister Sarri, mentre il bianconero è al centro di una rivoluzione ancora in atto, ma dalla quale emergono chiaramente le sue doti di trascinatore. Napoli contro Juventus, una sfida tra attacchi stratosferisci che però mette in mostra anche un confronto, a distanza, tra due dei migliori difensori della nostra Serie A.