Premessa d'obbligo. Il calcio non è "il mio sport", occupandomi io di basket, però dopo aver visto la partita di ieri tra Napoli e Manchester City, la cui peggior notizia per la squadra partenopea è senz'altro la rottura del crociato riportata da Ghoulam, mi sono venuti spontanei alcuni pensieri. Ed eccomi qua ad illustrarli, cercando di non dilungarmi troppo. Per me ieri sono state messe in luce tre carenze che ha attualmente il Napoli e che naturalmente fai più difficoltà a compensare nelle partite contro avversari di un certo spessore.
- IL PROBLEMA HAMSIK NEI BIG-MATCH
Sarà anche il capitano e l'idolo della folla, ma non per questo si può fare a meno di notare che nelle partite importanti Hamsik puntualmente scompare, e in alcuni casi è addirittura dannoso per le palle che perde. Pensate alle partite contro avversari di un certo livello giocate dal Napoli nelle ultime stagioni, oppure per restringere l'arco temporale pensiamo solo all'anno scorso: le quattro contro la Juventus (campionato e coppa Italia), la doppia sfida col Real Madrid e qualcun'altra. Ebbene, nella stragrande maggioranza di queste il suo impatto è nullo, limitandosi spesso al compitino con passaggi facili, senza tentare né trovare un dribbling, un'imbucata, una giocata decisiva. Ieri si è mosso bene nella prima mezzora in cui il Napoli ha regalato spettacolo, ma di lui non si ricorda nessuna giocata: due tiri (uno alle stelle e uno lento e centrale da buona posizione), tante scelte sbagliate o ritardate e soprattutto le solite sanguinose palle perse. Troppo poco per un giocatore da cui ci si aspetta che illumini la scena, e che ieri ha invece osservato da vicino cosa vuol dire essere un grande centrocampista di livello europeo come De Bruyne. Dicevamo delle palle perse. Dell'anno scorso, senza lavorare particolarmente con la memoria, ricordo due passaggi nel finale di stagione che hanno condannato il Napoli - col senno di poi - al terzo posto e all'eliminazione dalla Champions League. Innanzitutto il retropassaggio suicida in casa del Sassuolo, che ha rimesso in piedi una partita che il Napoli controllava e che è sostanzialmente costato alla sua squadra 2 punti, che avrebbero fatto la differenza tra terzo e secondo posto alla fine dell'anno. E poi un altro retropassaggio, quello che nella gara del San Paolo ha regalato al Real Madrid il calcio d'angolo da cui è scaturito il gol del pareggio di Sergio Ramos. E anche ieri due sue palle perse hanno ammazzato il Napoli. Prima, dopo aver recuperato palla nella propria area, è andato in maniera troppo morbida sul pallone, facendosi anticipare e costringendo Albiol al salvataggio che ha portato al primo angolo, da cui il secondo angolo e il gol. E infine il terzo, decisivo, gol: sugli sviluppi di un calcio d'angolo per gli azzurri, si è visto arrivare il pallone tra i piedi al limite dell'area da posizione defilata e invece di realizzare che la squadra è sbilanciata perchè i difensori sono andati a saltare in area e magari crossare la palla, ha optato per un tentativo di dribbling contro due avversari. Palla persa, ripartenza, gol.
- PERCHÈ MARCARE A ZONA SUI CALCI D'ANGOLO?
Il mio non è un problema che ha a che fare con Sarri, che ammiro follemente per ciò che è in grado di dare alla squadra, ma una questione generale: quali sono i vantaggi della difesa a zona sui calci d'angolo? L'unica cosa a cui riesco a pensare è che è una soluzione utile quando non hai un numero sufficiente di giocatori che possano marcare i saltatori avversari. Anche stando così le cose, però, la difesa a zona secondo me (ma io non ne capisco niente) ha la gravissima pecca di far saltare gli avversari senza sbilanciarli, senza poterli infastidire con il corpo; e se l'avversario arriva in corsa la situazione è ancora più disperata, perché sappiamo tutti che un giocatore in corsa salta di più rispetto ad uno che stacca da fermo. Sostanzialmente ti esponi al fatto che, se il cross è calibrato bene, tu difesa non puoi fare nulla se non sperare che l'attaccante sbagli. Basta guardare il primo gol di Sergio Ramos, che arriva in corsa e va ovviamente più in alto di tutti (anche di Albiol, che ha dovuto saltare da fermo).
Tornando alla partita di ieri, il City, che è una squadra sicuramente non particolarmente più fisica del Napoli, ha giusto due/tre saltatori da tenere d'occhio e due di questi hanno segnato: Otamendi arriva in corsa indisturbato e sovrasta Hysaj, Stones va su dritto, in maniera pulita, senza alcun tipo di interferenza da parte di Maggio. Perché, ad esempio, non schierarsi a uomo con alcuni giocatori a presidiare zone ritenute cruciali, come fanno molte squadre?
- PRIMA O POI DOVRANNO GIOCARE ANCHE GLI "ALTRI"
Con "altri" intendo i vari Mario Rui, Ounas, Rog, Giaccherini, Maksimovic, che finora abbiamo visto solo sporadicamente. Indipendentemente dalla considerazione che si abbia di Tuttosport, quanto riportato in questo articolo corrisponde al vero: i titolarissimi del Napoli stanno accumulando troppi minuti e tantissime ricerche scientifiche (nel mondo dell'Nba ad esempio) dimostrano che c'è un nesso tra infortuni e scarso riposo. Sia ben chiaro, l'infortunio di Ghoulam non ha nulla a che fare con tutto ciò perché non è preventivabile in alcun modo (per quel po' che ne so) e spero che il Napoli possa trovare un po' di pace relativamente alla questione infortuni. Però, anche considerando semplicemente la mera stanchezza, se si vuole evitare che i giocatori arrivino troppo spremuti a fine anno, va per forza di cose data fiducia agli uomini della panchina. E' impensabile pensare di far ruotare solo i soliti 14. Ed è il motivo per cui mi preoccupa la dichiarazione di Sarri (che era probabilmente rivolta alla società) nel post-Inter che senza un'alternativa di primissimo livello Mertens le giocherà tutte. E tra l'altro, far sedere ogni tanto in panchina i vari Mertens, Insigne, Hamsik o Callejon farebbe sì che poi a partita in corso, Sarri, avrebbe a disposizione cambi che possano veramente spaccare in due la partita. A maggior ragione se consideriamo che il Napoli nelle partite più difficili, come con City o Juve, ha bisogno di andare a mille all'ora, e questo non può chiaramente accadere se giocano sempre gli stessi. Piccola parentesi su Rog: ritengo debba giocare quando non gioca Allan, essendo il giocatore più simile per caratteristiche al brasiliano, e in più questo è un giocatore con anche buone qualità tecniche, al punto che nella Dinamo Zagabria batteva i calci di punizione. Mentre riguardo Mario Rui c'è la possibile spiegazione della condizione fisica, è chiaro che l'allenatore ancora non abbia grande fiducia in Maksimovic, Rog e Giaccherini nonostante li abbia da quasi un anno e mezzo, così come di Ounas arrivato "solo" a luglio. Però, giocoforza, dovrà iniziare a schierarli, sia per farli diventare a tutti gli effetti risorse utili per la squadra, sia anche per evitare situazioni come quella di Mario Rui, che adesso (se non sarà domenica, sarà dopo la sosta) si ritroverà ad essere catapultato nel ruolo di terzino sinistro titolare senza aver mai giocato in oltre due mesi dall'inizio della stagione.
Chiedo scusa, avevo promesso di non dilungarmi, e invece...