Nei giorni di pioggia battente, quella che cade ininterrottamente per ore e ore, il tempo sembra non passare mai. Si cristallizza su una goccia quasi come fosse una clessidra rotta dalla notte dei tempi. Si sa, non serve guardare i film, che la pioggia rende tutto più epico tanto che in quasi tutte le battaglie storiche è presente. Il tempo, però, sembra paralizzarsi anche in certi luoghi quasi sconosciuti alle cartine geografiche ma che uno sport ha reso più che visibile. E ci sono uomini, infine, che rendono luoghi magici come Sergio Pellisier con il Chievo Verona.
Dopo quattro anni dall'ultima volta il club clivense è tornato a vincere il derby contro il Verona grazie all'intramontabile attaccante che a 38 anni suonati non ha la minima voglia di smettere. Ieri Maran lo ha gettato nella mischia negli ultimi ventotto minuti sul risultato di 2-2 e lui, a un quarto d'ora del termine, lo ha ripagato con la sua prima rete in campionato, con una movimento da rapinatore d'area sotto il diluvio di Verona. E' un gol che rappresenta il suo istinto, il suo modo di trovarsi sempre al posto giusto, di capire tempi e spazi e quello di essere l'eroe di un quartiere popolato da poco più di 4500 abitanti. Basta essere questo a Pellissier che con la maglia del Chievo ha messo a segno 134 reti in 484 partite.
Lui che in Serie A ha gonfiato la rete per 108 volte ed è il sessantanovesimo cannoniere della storia del nostro campionato, il terzo in attività. Non è un caso che il gol vittoria sia arrivato sotto la curva dei suoi tifosi, quelli che non ha mai abbandonato nemmeno sotto corteggiamento del Napoli anni fa, quelli per cui continua a segnare ininterrottamente da 16 stagioni e quelli che si ritrovano al settimo posto in campionato con una squadra e una società simbolo di organizzazione e programmazione. Pochi acquisti ma mirati, tanta esperienza ma anche qualità con Castro, Birsa ed il promesso sposo del Napoli Inglese.
E poi c'è la storia del Chievo, c'è la capacità di essere concreti, di non essere esteticamente belli ma tremendamente efficaci. C'è l'istinto dell'attaccante, la capacità di far gioire un piccolo popolo che ricorda Aosta, suo luogo di nascita. La capacità di essere una bandiera di un club che è un esempio per il nostro campionato. E forse è proprio vero che nei giorni di pioggia battente il tempo quasi si ferma e, in quel quartiere di Verona, quelle lancette sono ferme da un po'. Sergio Pellissier e il Chievo, intramontabili sogni di provincia.