"Ancora tu, ma non dovevamo vederci più".
Da una parte Maurizio Sarri. Dall'altra Luciano Spalletti. Da Figline Valdarno a Certaldo il passo è breve, da Napoli a Milano, sponda neroazzurra, lo è un pochino di più. Il primo guarda tutti, secondo compreso, dall'alto dei suoi ventiquattro punti in classifica, sorprendendosi tuttavia del minimo distacco che c'è tra chi fugge e chi insegue. Le tinte sono diverse da quelle solite, l'azzurro si sostituisce al bianco, con la Juventus che in affanno appare solo momentaneamente staccata. Spazio al nuovo che avanza dunque, anche se per quel che riguarda i partenopei di novità ce ne sono poche: il Napoli è nel gotha del calcio italiano oramai da anni, pronto a spiccare il definitivo volo con autorevolezza e personalità del tutto nuove; non ci si aspettava invece un'Inter così solida e quadrata, aspetto primario che Spalletti ha voluto e dovuto infondere alla sua truppa prima ancora del gioco spettacolo.
Spettacolo che, domani sera, al San Paolo potrebbe non essere assicurato, nonostante la presenza sul terreno di gioco della squadra che a detta di tutti esprimer il miglior football della Serie A intera. Il motivo è presto spiegato, perché al cospetto dei partenopei e del migliore attacco d'Italia, ci sarà la migliore difesa del campionato - al pari con gli azzurri e la Roma. Solidità ed equilibrio le armi che l'ex allenatore dei capitolini ha dovuto necessariamente inculcare ai suoi, pensando e badando più concretamente prima a non prenderle che a farne uno in più del rivale. Visione diametralmente opposta da quella del Napoli, il quale tuttavia nel corso della gestione Sarri è riuscito a maturare, a crescere, a completarsi nel suo processo fino a giungere ad un unicum complessivo che sembra accontentare tutti gli aspetti del gioco per provare a fare il salto definitivo di qualità.
Motivo per il quale domani sera andrà in scena l'atto zero di una nuova rivalità tra i due allenatori. Diversi infatti saranno i temi tattici dell'incontro rispetto alla sfida dello scorso anno tra Napoli e Roma, le quali hanno battagliato per il secondo e terzo posto in graduatoria fino al termine della stagione. Ciò che non cambierà affatto, anzi, verrà notevolmente accentuato è il concetto di "prova a prendermi" più volte sintetizzato con il riferimento cinefilo interpretato magistralmente da Leonardo Di Caprio e Tom Hanks. Lo spartito tattico della contesa verrà inevitabilmente dettato dai partenopei padroni di casa, i quali avranno la necessità di controllare come al solito il possesso palla e le trame di gioco, al pari di comandare i ritmi della contesa e renderli frenetici il più possibile. E' infatti dimostrato che l'Inter soffre - come a Bologna - le squadre che incentrano sull'alta frequenza il ritmo della sfida.
Molto più a suo agio ad andamento lento, per peculiarità degli interpreti della zona centrale del campo, invece, la banda Spalletti, che nell'intento di addormentare la sfida proverà con il duo di mediani formato da Vecino e Gagliardini - con l'aiuto di Borja Valero trequartista a uomo su Jorginho in fase di non possesso - a frenare l'impeto dell'avanzata del Napoli. Non solo. Di fondamentale importanza risulterà il ruolo dello spagnolo quando in fase di impostazione dovrà necessariamente ritagliarsi lo spazio giusto alle spalle del regista italo-brasiliano e la difesa napoletana, consentendo ad Icardi una maggiore libertà di movimento senza l'assillo dei due centrali di Sarri. Dalla parte opposta il movimento delle due mezzali - Hamsik ed Allan - ad allargare la cerniera centrale interista potrebbe consentire al Napoli di creare con maggiore facilità la superiorità numerica nella trequarti neroazzurra, prima di spostare l'azione sulle fasce.
In tal senso l'assenza di Insigne è un handicap - qualora fosse confermata - non indifferente. Non poter contare su un giocatore di questo calibro, in grado di creare la superiorità numerica a difesa schierata quanto di mantenerla ed affondare il colpo quando già generata, potrebbe condizionare e non poco le sorti dei partenopei, con Zielinski che in tal senso differisce per qualità ed interpretazione del ruolo dal partenopeo. Altro barometro della gara risulterà la sfida ravvicinata tra Ghoulam e Candreva, con il primo che ad oggi è uno dei più in forma della banda sarriana e potrebbe costringere il laterale interista ad agire qualche metro più dietro e limitarne il raggio d'azione. Diverso il discorso da affrontare dalla parte opposta, dove l'atteggiamento molto più contenitivo di Hysaj - e la predisposizione al sacrificio di Callejon - sembrano naturalmente più predisposte a contenere l'urto delle avanzate di Perisic e Nagatomo.
La tavola è imbandita, le sfide marcate. Chi prenderà chi? Riuscirà Spalletti ad imbrigliare il fraseggio del Napoli? Riuscirà Sarri a sfuggire alla pressione rivale come fece nella scorsa Primavera all'Olimpico. Poco più di ventiquattr'ore ed avremo la risposta.