Con timore e personalità, sfrontatezza e decisione. Senza alcuna paura, con un pizzico di follia. Maurizio Sarri si veste per un attimo da Erasmo da Rotterdam, nonostante gli elogi stavolta riguardino gli avversari - reciproci - mentre la follia accompagna soltanto; rappresenta più un'esortazione, una spinta, all'approccio mentale che vorrebbe dal suo Napoli nel momento di mettere piede all'Etihad Stadium per affrontare il Manchester City. La serata è di quelle importanti, di Gala. Al cospetto dei partenopei una delle migliori squadre d'Europa, plasmata e plagiata da Pep Guardiola durante una prima stagione travagliata, perfezionatasi nel corso dei mesi all'interno di un processo di maturazione, tecnica e mentale, che sembra aver portato il City finalmente ai vertici del calcio mondiale.
Vigilia strana, a tratti paradossale quella di Manchester City - Napoli. Alle scaramucce ed alle stilettate si sostituiscono valanghe di complimenti, di apprezzamenti. Sinceri, reciproci, quelli che fanno il tergicristallo dalla sede di allenamento degli inglesi a quella dei partenopei: due modi di intendere e di vedere il calcio alla stessa maniera, speculari; le stesse filosofie, in fase di possesso palla, come in quella di recupero, passiva soltanto in apparenza, prima arma che stasera sposterà gli equilibri in favore dell'una piuttosto dell'altra. Il segreto, la verità, della gara, starà nel probabilmente nel mezzo, come spesso accade, con i due terzetti di centrocampo pronti a sfidarsi sia a colpi di fraseggio e di tocchi corti, ma anche di recuperi e di intensità. Una sfida, quella tra citizens e partenopei, che in piccolo potrebbe richiamare alla doppia sfida della fase ad eliminazione diretta tra gli inglesi di Guardiola ed il Monaco di Jardim della passata stagione: analogie, similitudini, nonostante le dovute differenze. Lo spettacolo, tuttavia, sembra assicurato.
Gli attacchi si equivalgono, lo dicono le statistiche, i numeri. Frutto di un lavoro corale della mentalità sarriana, della smodata qualità applicata alle idee per quanto concerne invece la banda di Guardiola. De Bruyne si veste da eroe azzurro, Mertens invece, assieme ad Insigne ed Hamsik, guida la rivoluzione del popolo, quella umile ed operaia, dei partenopei. L'entusiasmo, l'euforia per i risultati recenti ottenuti, dovrebbe trascinare le formazioni sul terreno di gioco senza spostare l'ago della bilancia, fornendo ad entrambe le dovute certezze, la necessaria autorevolezza. La differenza, tuttavia, deriva dalla considerazione, oggettivamente veritiera, che in questo momento chi ha la mente più sgombra è la squadra di casa, forte del primato in Premier League e di un calendario che le ha opposto Stoke City e Burnley a cavallo della sfida ai partenopei, obbligati a misurare le energie tra la trasferta romana e la sfida all'Inter di sabato. Scuse, forse. Spiegazioni legittime che fanno il paio con le dichiarazioni di ieri del tecnico toscano: "in chiave qualificazione quella di domani è la meno importante".
Difficile però prevedere che, al netto di turnover, di qualche cambio e di qualche fisiologico pensiero che farà volare la mente dei partenopei alla sfida di sabato sera contro l'Inter, la versione dei partenopei che scenderà in campo questa sera sarà sbiadita e poco brillante. Come detto dallo stesso Sarri, il Napoli proverà a fare la sua gara, conscio delle oggettive difficoltà del caso nell'affrontare una squadra, il City, che pratica lo stesso sport dei campani, soltanto con interpreti migliori. Non per questo però si legittimerà un atteggiamento arrendevole, meno battagliero. La crescita, verso i traguardi ambiti dai ragazzi di Sarri, passa anche da queste serate.
Le ultime dai campi
"Mi piace vederli giocare, dobbiamo adattarci al Napoli". Le parole di Pep Guardiola lascerebbero presagire qualche cambiamento nel suo undici, ma ciò a cui si riferisce il tecnico iberico non è un cambio di modulo o di modo di giocare bensì un diverso posizionamento delle sue mezzali, ovvero de Bruyne e David Silva che verosimilmente agiranno qualche metro più dietro rispetto al solito per specchiarsi con i partenopei. Per il resto l'undici è cosa fatta, con Walker, Otamendi, Stones e Delph davanti ad Ederson, Sterling e Sané ai lati di Gabriel Jesus davanti, Fernandinho a completare la mediana.
Le dichiarazioni della vigilia di Guardiola
Un paio di dubbi, invece, per Maurizio Sarri, che oltre a chiedere ai suoi un pizzico di follia per affrontare la corazzata Manchester City, ha lasciato intendere che non è così convinto che il turnover rappresenti la soluzione giusta per la serata. Qualche cambio, tuttavia, ci sarà, con Rog in rampa di lancio che potrebbe rilevare Allan, mentre in cabina di regia la fisicità di Diawara ed il suo dinamismo potrebbero fare al caso del Napoli in luogo di Jorginho, che tuttavia resta il favorito per il ruolo. Hamsik a completare il centrocampo, con il solito terzetto davanti. In difesa Maksimovic e Chiriches insidiano Albiol accanto a Koulibaly, Hysaj e Ghoulam sulle fasce.
Le dichiarazioni della vigilia di Maurizio Sarri
Le probabili formazioni
Manchester City (4-3-3): Ederson; Walker, Otamendi, Stones, Delph; de Bruyne, Fernandinho, Silva; Sterling, Gabriel Jesus, Sané. All. Guardiola
Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Rog, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne. All. Sarri