Non c'è storia al San Paolo. Cambia l'orario, ma non la sostanza. Il Napoli di Maurizio Sarri è un cannibale, fa sette di fila e conferma il primato in classifica archiviando la pratica Cagliari con estrema ed oramai solita facilità. Tre minuti per sbloccare la gara con Hamsik, al primo acuto stagionale, prima di chiuderla grazie ai gol di Mertens su rigore e Koulibaly in avvio di ripresa. Una supremazia netta, territoriale, tecnica e tattica; poco o nulla per quel che riguarda la truppa di Rastelli, che si fa vedere sporadicamente dalle parti di Reina, il quale non ha nemmeno bisogno di sporcarsi i guanti. Ventuno punti per i partenopei che approcciano nel migliore dei modi la seconda sosta stagionale, mentre per il Cagliari terzo stop di fila.
Schieramenti confermati da ambo le parti con la sola eccezione per Sarri che ritrova Albiol accanto a Koulibaly. Allan con Jorginho ed Hamsik a centrocampo, Mertens centravanti. Rastelli opta per Pavoletti accanto a Sau, mentre in difesa fa l'esordio Romagna accanto ad Andreolli.
Dal Feyenoord al Cagliari lo spartito non cambia. L'atteggiamento e l'approccio alla gara dei partenopei è lo stesso e, dopo soli quattro minuti, la gara è già in discesa. Hamsik viene innescato da Insigne tra le linee, scambia con Mertens al limite dell'area e, dopo il passaggio di ritorno del belga, trafigge Cragno in uscita con un rasoterra mancino al bacio. Uno a zero Napoli e lo slovacco si sblocca in campionato. Archiviato il primo obiettivo di rompere il ghiaccio, i partenopei prendono in mano le redini del gioco e dei ritmi della gara come sono soliti fare, con il Cagliari che con enorme fatica riesce a risalire la china: si fa vedere Pavoletti alle spalle di Albiol, ma la sua girata è imprecisa. E' l'unica sortita offensiva degli ospiti, che si rintanano nella propria metà campo ed offrono costantemente il fianco alle avanzate dei padroni di casa.
Dopo una decina di minuti di gestione la squadra di Sarri torna all'arrembaggio e, con Insigne prima di testa - girata a lato - ed Hamsik ancora col mancino, sfiorano il raddoppio. Prova ad entrare in partita anche Mertens, lievitando attorno al limite dell'area di rigore, ma il belga è guardato a vista da Romagna ed Andreolli. E' sulla sinistra che il Napoli ha vita facilissima, con il talento di Insigne ad illuminare la scena in collaborazione con Hamsik centralmente e con l'onnipresente Ghoulam in sovrapposizione: un pizzico di imprecisione ed i salvataggi di Andreolli in ripiegamento e Cragno sul primo palo salvano la squadra di Rastelli. Il raddoppio è tuttavia nell'aria e, puntuale, arriva a cinque dalla fine della prima frazione: Insigne trova Mertens in area, Romagna lo travolge dopo essere stato anticipato ed il rigore è la naturale conseguenza; dal dischetto, lo stesso belga, ipoteca il risultato all'intervallo incrociando la traiettoria e spiazzando Cragno.
Nemmeno il tempo di tornare in campo e posizionarsi che il tris diventa realtà: Allan conquista una punizione sulla trequarti, Jorginho la pennella al centro per Koulibaly che in due tempi ribadisce in rete tra lo sbandamento generale della difesa del Cagliari. L'assedio non conosce sosta, i padroni di casa si divertono e fanno spellare le mani al pubblico presente: Insigne cerca Callejon nello spazio, non trovandolo per un'inezia; Ghoulam flirta con il gol smarcato in area da Insigne, prima di essere murato in angolo. L'esterno spagnolo prova a riscattarsi mettendosi in proprio dopo uno scambio in velocità tra Insigne e Mertens, ma dopo il dribbling su Capuano è Cragno ad esaltarsi negandogli il gol del poker.
Il Cagliari esce mentalmente - e di conseguenza anche fisicamente - dalla gara nonostante i cambi di Rastelli, ed il Napoli legittima dando spettacolo: Hamsik sfiora il sette alla sinistra di Cragno, poi è Allan che pecca di altruismo ed invece di battere a rete da buona posizione spreca scaricando per Callejon, anticipato. Il monologo partenopeo viene interrotto soltanto dall'uscita dal campo di Pavoletti, accompagnato da una meritata standing ovation. I cambi spezzano il ritmo ai padroni di casa, la pressione è sempre costante, ma le occasioni non fioccano come nella prima metà di frazione. Nel finale c'è spazio anche per Rog, Ounas e Mario Rui, con la gara che ha detto oramai tutto: le ultime occasioni sono per Ghoulam e l'algerino ex Bordeaux, i cui mancini dalla distanza risultano imprecisi. Stancamente le squadre si trascinano verso il triplice fischio finale, il quale giunge puntuale al termine senza alcun minuto di recupero concesso.