"Napoli è la mia vita. Non so quando è scoccata la scintilla, ma non ho mai avvertito la necessità di cambiare. Qui sto molto bene”. Testo e parole di un Marek Hamsik sempre più innamorato e calato nella realtà partenopea. Una maglia, quella del Napoli, che veste oramai come una seconda pelle per lo slovacco, che dopo dieci anni di permanenza all'ombra del Vesuvio è diventato simbolo e capitano di quella squadra che quando ventenne lo strappò al Brescia.
Ai microfoni del Mattino di Napoli, Hamsik si è raccontato a trecentosessanta gradi, partendo in primis dai momenti vissuti con i partenopei in questi anni: “Sono volati, sono arrivato in questa società che ero un ragazzino: i momenti più belli sono legati ai successi, ai trofei vinti. Quando vinci non puoi che essere felice. Essere una bandiera? Non è facile, però è bello. Ti conoscono tutti e soprattutto sei amato da tutti. Sono nel cuore dei napoletani, il che mi riempie di gioia. Personalmente ho la stessa energia e la stessa voglia di quando sono arrivato. Ed anche lo stesso entusiasmo”.
Si passa all'attualità, con Hamsik che non sta attraversando uno dei migliori momenti della carriera dal punto di vista delle prestazioni e delle marcature, anche se non sembra affatto preoccupato: “La squadra non necessita dei miei gol e questo è un sollievo. Abbiamo i tre tenori, abbiamo vinto 9 partite su 10 con uno dei migliori attacchi d’Europa. Questa è la strada da seguire per arrivare in alto. Certamente mi pesano le sostituzioni, ne ho parlato con Sarri: uscire non piace a nessuno, non solo a me”.
Il discorso si sposta sulla possibilità, dopo aver confermato le proprie velleità in queste prime sei giornate con altrettante vittorie, di lottare con il suo Napoli per lo Scudetto: “Può essere una sfida con la Juve, ma è presto per dirlo. L’impressione è questa, ma sono passate solo 6 giornate e devono arrivare sfide complesse e scontri diretti. Ed inoltre non bisogna dimenticarsi delle milanesi. Noi abbiamo una diversa consapevolezza, iniziando questa stagione vincendo partite su campi difficili. La Juventus è una macchina da guerra che sbaglia veramente poco, questa è la sua forza”.
Dal campionato alla Champions League con Hamsik che, a distanza di qualche anno, prova a paragonare il Napoli che affrontò la trasferta contro il City qualche anno fa, con Mazzarri in panchina, con quello attuale: “Ricordo quella partita, giocammo in maniera fantastica. Riuscimmo a pareggiare nonostante fossimo inesperti. Adesso siamo migliorati: sapevo che sarebbe successo, ecco perché sono rimasto a Napoli. Il progetto cresceva di anno in anno e non avevo dubbi sul livello che avremmo raggiunto; adesso possiamo sfidare il City senza paura”.
Allo stesso modo, lo slovacco ripercorre i trascorsi con tutti gli allenatori, prima di giungere all'arrivo di Maurizio Sarri, che lo ha completato dal punto di vista mentale: “Ognuno di loro mi ha dato una visione che ho del calcio oggi. Quello che mi ha dato Sarri non me l’ha dato nessuno, lui ha una mentalità vincente e l’ha trasmessa. Oggi siamo padroni del gioco, non c’è una gara in cui non dettiamo il ritmo: comandare in campo è una bella sensazione”.
Da Sarri a De Laurentiis, per il quale Hamsik spende soltanto parole positive: “Ha comprato il Napoli pieno di debiti e l’ha portato subito in Serie A, se si analizza la velocità di crescita ci si renderà conto che è un’impresa. Quel che mi colpì al primo incontro era l’ambizione: il presidente vuole fare tante cose, tutte per vincere. Non ci ha detto lui di vincere lo Scudetto, siamo noi che ci crediamo: siamo consapevoli che è la stagione giusta per vincere. Ci stiamo provando e l’inizio del campionato dimostra che siamo competitivi”.
Ed infine, una battuta sul Cagliari, prossimo avversario in campionato, prima di chiudere l'intervista con un sogno: “Non ci sono partite facili in Italia, ci sono tante insidie e bisogna affrontare ogni avversario sapendo di dare il massimo. Un sogno? Il Real. Mi piacerebbe rigiocare contro i Blancos, magari in semifinale o in finale. Mica dobbiamo incontrarli di nuovo agli ottavi?".