David Beckham torna a Milano ma lo fa solo per un evento promozionale. Nel capoluogo Lombardo, infatti, è stato aperto un nuovo punto vendita Adidas e l'ex giocatore di Manchester United, Milan e Los Angeles Galaxy si è confessato in una bella intervista alla Gazzetta dello Sport. Le presenze 33 e i gol 2, questo il segno lasciato dal centrocampista inglese in quel di San Siro, per lui il Milan non può essere solo una semplice squadra: "Il club, i tifosi e la città mi hanno accolto a braccia aperte. Mi è piaciuto giocare per il Milan e vivere in Italia. Mi è mancata Milano, mi è mancata l’Italia. Era come stare in famiglia. Eppure il Milan è un club con una storia lunghissima, lo percepisci ogni volta che vai a Milanello o giochi a San Siro. Ho amato la gente, il cibo, gli amici che mi sono fatto. Seguo tutti i miei vecchi club".
Parole anche per la nuova proprietà e le ambizioni del club: "Anche se rispetto moltissimo la vecchia dirigenza, devo dire che c’è molta eccitazione e grandi aspettative per quello che i nuovi proprietari stanno facendo. Spero il Milan possa tornare a lottare per i traguardi ai quali era abituato". Vincere anche in Serie A dopo sette anni, un campionato che da sempre lo affascina: "La Serie A è ancora uno dei campionati più competitivi e appassionanti. Le squadre hanno avuto meno successi all’estero negli ultimi tempi, ma sembra che i grandi club stiano tornando al top e possano ricominciare a inseguire obiettivi di prestigio".
Quando si parla di rimpianti Beckham non ha alcun dubbio: non ne ha. "Ho giocato per il club che amavo dall’infanzia, il Manchester United, ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Ho giocato per alcune delle squadre più importanti del mondo e ho sperimentato culture differenti. Ho rappresentato il mio paese più di cento volte e l’ho fatto da capitano perla metà delle volte. Sono soddisfatto, ho avuto una bella carriera". Ciò che non gli interessa proprio, invece, è allenare: "No, è un ruolo che non mi ha mai interessato". L'esterno inglese parla anche della vita privata, al primo posto la famiglia: "La cosa più importante della mia vita è sempre stata la famiglia, sono fortunato che il successo nella carriera di calciatore mi abbia permesso di sperimentare altre cose. I miei affari stanno andando molto bene, sono incredibilmente fiero del mio lavoro con l’Unicef e non vedo l’ora di rivelare i miei piani per Miami. Ma non è ancora il momento".
Beckham chiude l'intervista spiegando, in poche parole, i motivi per cui visitare Milano e amare il calcio: "Milano è fantastica per la cultura, il cibo e il senso dell’ospitalità degli abitanti. Seguite il calcio perché è ancora il più bel gioco del mondo".