Nessun dramma, sia chiaro. Nessun banco d'accusa, sarebbe ingiusto e soprattutto immotivato. Una considerazione, però, va fatta: su campi provinciali e in incontri spigolosi, per non dire giocati alla garibaldina, da parte delle squadre avversarie, spesso ciò che permette di spuntarla è l'esperienza.
Questione di gioventù - Quell'esperienza che, ieri, per ovvi motivi anagrafici, è mancata ai vari Diawara, Rog e anche Zielinski, apparsi a disagio contro i battaglieri centrocampisti ferraresi e travolti per lunghi tratti della partita, senza trovare contromisure adeguate.
Il mediano guineano è apparso quello maggiormente in difficoltà. Difficile togliere il posto a Jorginho, visto lo straordinario momento di forma dell'italo-brasiliano, ma dal ragazzo classe '97 è lecito attendersi qualcosa di più, soprattutto in fase di interdizione. Il primo gol subito dagli azzurri, infatti, nasce proprio da un errato ripiegamento in fase difensiva, tale da allargare le maglie tra difesa e centrocampo, permettendo al napoletano Schiattarella di battere a rete senza opposizione. In realtà, il giovane Amadou si è mostrato spaesato anche in fase di costruzione, nella quale si è reso protagonista di errori di superficialità da limare per giungere ad alti livelli.
Anche Rog, nei 20 minuti concessigli dall'allenatore toscano, ha rischiato di combinare un pasticcio, commettendo un fallo dal limite che avrebbe poi determinato il pareggio di Viviani con la complicità di un non irreprensibile Reina. Il ragazzo si farà e si è, in parte, già fatto, ma sorge sempre più impellente la necessità di ridurre la rudezza delle entrate, onde evitare di cagionare più danni che benefici.
Capitolo Zielinski - Il polacco rappresenta un capitolo a parte. A differenza degli altri due, più giovani, compagni di reparto, per lui si è trattato di una partita storta nell'ambito di un inizio campionato più che soddisfacente. Abulico e lontano dal gioco, non riesce mai ad accendere la scintilla che normalmente lo contraddistingue, finendo per essere sacrificato sull'altare del 4231, con l'ingresso del connazionale Milik.
La banda Sarri, tuttavia, non può fare a meno dei suoi ragazzini terribili, i quali risulteranno fondamentali nel prosieguo della stagione per dare fiato e brillantezza ad una squadra che, al momento, pur non giocando un calcio da fantascienza come quello a cui aveva abituato gli addetti ai lavori, sembra aver acquisito una solidità ed una consapevolezza di sé mai raggiunte nel recente passato.