Diversa partita, qualche cambio, stessa storia. "Bisogna fare grande attenzione a ciò che succede in campo, stiamo mancando un po' in quello". Ecco, Delneri dice, ma poi la squadra non mette in pratica. Le parole sono della conferenza stampa prepartita della sfida con il Torino, dette tenendo a mente gli errori clamorosi commessi nella sfida contro il Milan e che hanno fatto sì che i bianconeri abbiano buttato via un punto assolutamente alla portata. Ecco i giocatori hanno raccolto queste parole, ne hanno fatto tesoro... e le hanno ribaltate. Non c'è altra spiegazione altrimenti a quello che è successo in uno dei primi tempi più brutti nella storia dell'Udinese e non perchè gli avversari siano stati di una superiorità schiacciante. Anzi, il Torino nei primi quarantacinque minuti non costruisce nemmeno un'occasione da gol.
Infatti nel primo tempo fa tutto l'Udinese. Al 9' Ljajic ha una prateria in cui correre leggero come una farfalla e scaricare un tiro violentissimo che un distratto Scuffet pensa di aver bloccato, ma non è così. Palla che rimbalza sul petto del portiere, difensori che si impallano e Belotti prende e insacca senza troppi complimenti. La reazione ci sarebbe anche, tanto che Lasagna e Maxi Lopez il pareggio lo sfiorano. Però le zebrette non sono soddisfatte e continuano a fare regali. Alla mezz'ora Hallfredsson sbaglia l'ennesima palla orizzontale, in ripiegamento sembra aver messo una toppa sulla falla, ma poi incomprensibilmente si gira e scarica la palla tra le gambe di Scuffet. Una cosa che credo nel calcio si sia vista una volta ogni milione di partite. Nel secondo tempo Delneri sbatte fuori proprio Hallfredsson e Danilo (ufficialmente per un risentimento al flessore). Due dei suoi senatori fino a poche settimane fa e il secondo è pure il capitano della squadra.
Sta di fatto che, con Angella capitano e le parole dette in spogliatoio, la squadra si trasforma. Entra Jankto, che all'improvviso diventa un giocatore concreto e non evanescente come contro il Milan. De Paul poi inizia a far di tutto per portare quel qualcosa in più alla squadra che gli si chiede da tempo e che nel primo tempo non aveva assolutamente fatto. Giocando finalmente in parità numerica l'Udinese è rimasta fragile (Barak e Fofana stanchissimi), ma almeno nel secondo tempo si è giocata la partita, trovando subito il gol per riaprire i giochi, vedendoseli richiudere dal gol di Ljajic, dove Pezzella chiude malissimo sul serbo, e la riapre di nuovo grazie al tiro di De Paul deviato da Lasagna e non trova il pareggio solo per un soffio, con Adnan che manda a lato su punizione e Jankto che a porta vuota si vede ribattere il tiro da Ansaldi. Persino Scuffet nel secondo tempo diventa improvvisamente più sicuro, volando per tre volte in modo decisivo.
Cosa dedurre dunque da queste due partite? Che attualmente l'Udinese è in balia dei suoi giocatori migliori. Se decidono che bisogna giocare, la squadra si sveglia, altrimenti è notte fonda. Come risolvere la situazione? Thereau probabilmente non era l'unico "anziano" ad essere arrivato a fine ciclo, Delneri deve ricostruire delle gerarchie in fretta, prendendo anche decisioni difficili, tipo il cambio di capitano, ma la qualità c'è. È la testa che non funziona assolutamente e fa sì che una squadra che ha tutte le carte in regola per ottenere la salvezza (nulla di più), rischi invece di fallire clamorosamente.