Il piatto forte della quinta giornata del campionato di Serie A, primo turno infrasettimanale di stagione, è senza alcun dubbio Lazio - Napoli, sfida che si giocherà allo stadio Olimpico di Roma, dove i partenopei hanno vinto l'ultimo precedente, non più tardi di cinque mesi fa, con un netto e rotondo 0-3. Tanti gli incroci che si riproporranno questa sera sul manto erboso del catino romano, con la squadra di Inzaghi che, come detto in sede di presentazione - qui il pre sponda Lazio, qui quello partenopeo - va a caccia di maturità e conferme contro una delle migliori squadre d'Italia e d'Europa. Il Napoli viaggia a gonfie vele in campionato, forte dei quattro successi di fila rimediati dal Verona al Benevento e soprattutto del migliore attacco del campionato. Ma questo non fa più notizia.
Passando all'analisi tattica della sfida, il primo dato da sottolineare sul quale soffermarsi è il centrocampo, chiave di volta dell'incontro, dal quale si sviluppano le trame dell'una e dell'altra compagine. Laddove il Napoli è sbattuto ripetutamente al San Paolo contro la truppa di Inzaghi nella gara d'andata della scorsa stagione, invece ha fatto la differenza in positivo nella gara di Aprile, quando fu Hamsik a creare quasi sempre i presupposti per la superiorità numerica davanti. E' infatti lo slovacco il fulcro del gioco partenopeo per scardinare la gabbia a quattro - due mediani, Parolo e Leiva, più i due trequartisti, Milinkovic-Savic e Luis Alberto - che proveranno ad imbrigliare da tutti i lati il terzetto di Sarri formato presumibilmente da Jorginho, Allan e dal capitano, appunto.
Superare lo sbarramento per creare i presupposti necessari per aprire il gioco sulle fasce, in attacco, innescare l'estro di Insigne e, di conseguenza, allargare le maglie difensive laziali. Questo il must per gli ospiti, che qualora dovessero trovare lo spazio giusto alle spalle di Basta - terzino destro a tutto campo - e far uscire Bastos - o chi per lui in campo - su Insigne, riuscirebbero ad aprire la scatola difensiva dei biancocelesti, aprendo spazi all'uno contro uno centrale di Mertens, agli inserimenti alle spalle di Ghoulam e centralmente di Hamsik, e ai tagli di Callejon dalla parte opposta. Insomma, la faretra di opzioni a disposizione di Sarri sembra essere come al solito ben fornita: ai suoi interpreti provare a cogliere l'attimo giusto e ferire colpo nel modo migliore.
Di contro, invece, le armi della Lazio di Simone Inzaghi dovranno essere necessariamente quelle di aggressività, dinamismo e pressione smodata. Difficile tuttavia conoscere la risposta dal punto di vista fisico della squadra capitolina, impegnata in 180 minuti di rovente lotta prima in Olanda e successivamente a Marassi. L'entusiasmo per le due vittorie potrebbe porvi parzialmente rimedio. Difficile, però, prevedere qualcosa di diverso dalla squadra del più piccolo dei fratelli Inzaghi, sia per indole personale e qualità della propria rosa - che dovrebbe fare a meno dei funamboli e dell'estro di Felipe Anderson e Nani - che per le caratteristiche dell'avversario da affrontare. Gara di sacrificio, come ha sottolineato ampiamente il tecnico in conferenza stampa. La preparazione di quest'ultima sembra tuttavia andare nella direzione della costruzione di quella gabbia a centrocampo per irretire le trame di gioco del Napoli - anche se non è da escludere un 3-5-1-1 con Milinkovic nel ruolo di mezzala per schermare faccia a faccia gli azzurri e Luis Alberto a uomo su Jorginho - le quali partono dalle retrovie, dove il lavoro di Immobile e degli avanti laziali sui portatori di palla azzurri dovrà essere costante ed ossessivo.
Contrastare efficacemente il possesso palla partenopeo per ripartire con velocità ed efficacia sfruttando il cattivo posizionamento degli interpreti ospiti. Non solo. Il lavoro di recupero della sfera sarà propedeutico a trovare tra le linee sia Milinkovic Savic che Luis Alberto nel ruolo di trequartisti, da sempre indigesti come in occasione della trasferta contro lo Shakhtar Donetsk alla squadra di Maurizio Sarri. Il Napoli ha nelle terre di mezzo tra difesa e centrocampo il suo punto debole, in quanto talvolta i mediani non riescono a coprire repentinamente e la difesa non è sempre pronta ad uscire sui portatori di palla o sui tiratori, abituata a scappare all'indietro nell'intento di proteggere la porta di Reina.
Il dado è tratto. Le pedine sembrano essere disposte sul tavolo da gioco pronte per la battaglia. Lazio e Napoli daranno sicuramente spettacolo questa sera all'Olimpico, ma al di là delle giocate dei singoli individui, sarà anche l'aspetto tattico a far pendere l'ago della bilancia da una parte piuttosto che dall'altra. Chi la spunterà?