La festa è qui. Il Napoli è tornato, bello e spumeggiante. Certo, al cospetto dei partenopei ieri pomeriggio non la più ostica delle avversarie, ma la forza prorompente con la quale i partenopei si sono sbarazzati in poco più di mezz'ora del Benevento di Marco Baroni rappresenta un messaggio, l'ennesimo, forte e chiaro, alla concorrenza. Eppure non era facile, in avvio, pensare a questa facilità. Le gare diventano in discesa soltanto se si è bravi ad approcciarle nel modo giusto, nel metterle sui binari giusti tagliando le gambe ai rivali il prima possibile, nell'evitare di scivolare su delle bucce di banana messe appositamente sul percorso. Dopo la sconfitta di Champions League e dopo le prime polemiche stagionali sul turnover, sulle scelte di formazione e sulla condizione fisica di alcuni interpreti, le premesse per scivolare sembravano esserci tutte. 

Ed invece, nemmeno tre minuti e la flebile resistenza dei sanniti è crollata. Pressing a vuoto, Allan devastante e vantaggio acquisito. Tuttavia, la maturità del Napoli di oggi risiede anche in questo aspetto: chiudere la gara senza accontentarsi del minimo vantaggio, dello stretto necessario; detto, fatto. Alla festa del San Paolo si iscrivono immediatamente Insigne, Mertens e Callejon, i quali si divertono ed esaltano la platea del catino di Fuorigrotta sciorinando giocate a destra ed a manca. Il Benevento non c'è, non si presenta alla festa, e facilita enormemente il compito della squadra di casa, la quale macina però gioco ed occasioni, alimentando il proprio quoziente di autostima nei propri mezzi. Queste gare, del resto, soprattutto dopo una battuta d'arresto, servono anche a questo. 

Il pomeriggio di Fuorigrotta viene allietato successivamente dalle giocate di Insigne e Mertens, alle quali fanno seguito anche quelle di Ounas, che per la prima volta si mostra ai suoi tifosi in campionato. La ripresa ha poco da dire, il poker del primo tempo - ed il passivo sarebbe potuto essere più pesante - consente al Napoli di entrare in gestione della gara, del possesso palla e dei ritmi della contesa, riuscendo a tirare il freno a mano in vista dell'impegno contro la Lazio di mercoledì sera. I secondi quarantacinque minuti sono utili soltanto a soddisfare la sete di gol di Dries Mertens, cannibale assetato dopo la panchina contro lo Shakhtar Donetsk. 

Il sei a zero rifilato ai sanniti è una risposta di quelle forti alle vittorie di Inter, Roma e Juventus. Il Napoli non si ferma. Il record di vittorie conseguito di nove vittorie di fila tra stagione in corso e quella precedente, infonde nuova linfa agli azzurri, i quali adesso avranno al cospetto la quarta forza del campionato, primo vero banco di prova per testare le velleità di primato.