In fondo lo sappiamo, è solo un periodo di appannamento, tutto passerà e Marek Hamsik ritornerà quello di sempre, quel professore del centrocampo in grado di far partire le azioni, dettare i tempi della manovra, ed andare in gol con straordinaria costanza. E' un momento delicato, del tutto passeggero, riconducibile ad un paio di fattori. Ci potrebbe essere una componente puramente fisiologica in questo calo di rendimento, ovvero piccoli acciacchi che non lasciano libero il fisico dello slovacco, oppure questioni di natura prettamente tecnica, poichè il Napoli, dall'inizio della stagione, fatica non poco ad ingranare le marce alte, ed il reparto nel quale denota più difficoltà è proprio il centrocampo, scricchiolante anche in Ucraina, nella sconfitta che il Napoli ha subìto allo Stadio 'Metalist'.
Grigio il periodo che sta vivendo il capitano azzurro. Qualcosa non sta girando per il verso giusto. Sarri è consapevole di tutto ciò, e quindi il suo impiego in campo è notevolmente diminuito rispetto alle passate stagioni. Le sue apparizioni in campo non superano mai l'ora di gioco, sempre sostituito lo slovacco, che in queste prime uscite non è stato mai in grado di prendere per mano la squadra, e spostare gli equilibri, come ci aveva abituato. Certo, per l'allenatore vivere questo tipo di situazione non è per nulla semplice. Il valore del giocatore non è in discussione, non lo è mai stato. Riuscirà Sarri ha scovare un qualsivoglia sotterfugio per allungare il minutaggio in campo di Hamsik? Probabile, ma al momento l'andamento della squadra è un dato di fatto. In più di un'occasione, il Napoli è andato a segno quando Marek è uscito dal campo. Dato che fa riflettere, e che rende l'idea di quale sia al momento la condizione fisica del '17'.
Maurizio Sarri non abbandonerà il capitano e lo schiererà in campo da titolare per la settima volta consecutiva. Domani, contro il Benevento, sarà al centro del campo, a caccia dei primi sorrisi stagionali, personali. Dovrebbe restare sul rettangolo di gioco fino alle fine per trovare la condizione fisica ottimale. Probabile, però, che gli venga attribuito ancora una volta lo stesso minutaggio, anche in previsione della trasferta dell'Olimpico, in casa della Lazio nel turno infrasettimanale, il primo stagionale.
Strana la vita. Tanti i dibattiti nati intorno alla figura del fuoriclasse nativo di Banská Bystrica. Una sorta di 'up and down'. Si passa dai centrotredici gol segnati in dieci anni (e dunque la promessa ormai indiscutibile di poter diventare il re dei bomber della storia del Napoli, scavalcando il Pibe de Oro, Maradona) alle sei sostituzioni consecutive in questo periodaccio che gli ha tolto un po’ di allegria, ma anche un pizzico di certezze e tanta serenità. Il fuoriclasse slovacco sembra un lontano parente del giocatore devastante che solo la scorsa stagione ha collezionato 15 gol e 14 assist, contribuendo in maniera decisiva al 3°posto in campionato e alla cavalcata degli azzurri in Champions, terminata agli ottavi contro i futuri campioni del Real Madrid. Come è stato possibile un calo di rendimento così marcato della bandiera partenopea?
Hamsik non è mai partito a razzo in nessuna delle sue stagioni in maglia azzurra, raggiungendo il suo picco di forma soltanto in autunno, tra ottobre e novembre, per poi proseguire spedito nell'arco della stagione risultando uno dei calciatori più decisivi dell'intera Serie A. Napoli aspetta il vero Hamsik, imprescindibile per raggiungere gli obiettivi che la compagine azzurra si è prefissata in estate. C'è uno Scudetto da conquistare, un percorso in Champions League da rendere il più lungo possibile. Il tutto, passa indissolubilmente dalla vena del suo capitano, che smania dalla voglia di ritornare ad essere quello di sempre e buttarsi definitivamente alle spalle questo 'periodo no' della sua mirabolante carriera.