Del Napoli si potrebbe dire che ha iniziato questa Serie A come aveva concluso quella precedente. Vale a dire vincendo: numeri spaventosi in trasferta dopo la sconfitta sul campo della Juventus di fine 2016, sia di squadra (10 vittorie e 2 pareggi esterni da allora), che dei singoli (fra gol e assist, Mertens sta viaggiando ad una media di partecipazione di un gol e mezzo a gara nelle ultime 28). Eppure non è tutto perfetto, anche se sembra esserlo, perchè questo avvio, con la gara contro lo Shakhtar Donetsk in Champions League alle porte, potrebbe nascondere delle insidie inattese: basti pensare a quella che è la situazione a centrocampo per gli azzurri. Forse per la prima volta da quando c'è Maurizio Sarri in panchina, la certezza unica fra i giocatori da schierare in mediana è Allan, il cui momento di forma è straripante. Nei ruoli di mezzala sinistra e di mediano è lecito aspettarsi sorprese.
I titolari in quelle zone di campo, lo sappiamo tutti, sono rispettivamente il capitano Marek Hamsik e Jorginho, due giocatori che nelle geometrie del tecnico toscano non sono fondamentali, di più. Due cardini del gioco dalle caratteristiche difficilmente reperibili sul mercato, tant'è che i sostituti naturali all'interno della rosa (vale a dire i più giovani Zielinski e Diawara) sono comunque elementi che portano qualcosa di diverso sia tatticamente, sia atleticamente, che tecnicamente. Dubbi sul terzetto titolare ne avremmo davvero pochi, se la situazione fosse ordinaria, specie con un allenatore che pratica poco il turnover. Eppure ci sono delle situazioni che potrebbero finire per sorprenderci tutti.
Partiamo da quello che sarebbe il più incredibile fra gli esclusi, vale a dire lo slovacco. E' stato sostituito - e se non fosse lui si parlerebbe di bocciatura - due volte di fila, nelle ultime partite, sempre da Zielinski, che poi ha in entrambi i casi segnato un gol nell'ultima mezz'ora (circa) concessagli. Non è una novità, per il numero 17 partenopeo, iniziare la stagione un po' col freno a mano tirato: vuoi per la sua struttura fisica (183 cm per 79 kg non gli permettono di entrare rapidamente in condizione), vuoi perché nelle prime partite a tutti manca un po' di misura a livello tecnico; questo impedisce di tentare quei filtranti, quei tiri, quei cambi di gioco che lo hanno reso un punto fermo del Napoli. Appunto per meriti acquisiti l'ex Brescia è un titolare fisso, ma appena il suo rendimento cala un po', con delle nuove leve così in crescita - e qui c'è da menzionare anche Rog -, ora è lecito avere un dubbio anche su di lui, perché i campani hanno raggiunto uno stato di consapevolezza che sembra non dipendere più dal loro leader.
Per quello che riguarda Jorginho, invece, c'è un'attenuante ben più netta. L'ex Hellas Verona aveva iniziato bene la sua stagione, dando qualità anche maggiore rispetto al solito alle sue solite geometrie e trovando la via del gol durante la doppia sfida contro il Nizza. Tuttavia, una botta subita in allenamento ha complicato il suo rendimento, tant'è che è rimasto in ballottaggio fino all'ultimo con Diawara, che poi ne ha anche preso il posto nell'ultimo quarto d'ora della sfida contro il Bologna. Il calo prestazionale dell'italiano, insomma, potrebbe essere facilmente riconducibile a questo calcione e nulla di più - almeno al momento.
Insomma, andando nel concreto a pensare la formazione che Sarri sceglierà mercoledì, difficilmente ci immaginiamo che si priverà davvero del suo capitano, più per motivi mentali che altro. In Europa d'altronde tenersi concentrati per 90 minuti è fondamentale ed in questo Hamsik non darà mai problemi. Per quanto riguarda Jorginho, realisticamente, andrà invece al ballottaggio: la sua condizione è al momento un punto interrogativo. La vera notizia, meglio ribadirlo, è che adesso le riserve suscitano davvero dei bei problemi al loro tecnico, anche riguardo i punti fermi della squadra. Nel lungo percorso stagionale, l'allenatore ex Empoli dovrà tenere conto un po' di più di loro nelle rotazioni. Per poter continuare, in questo modo, ad inseguire un sogno.