Tra Italia e Napoli, il futuro di Lorenzo Insigne è sempre più a tinte azzurre. Alla vigilia della sfida dello stadio Santiago Bernabeu, il Magnifico si è raccontato ai microfoni di As, spaziando chiaramente dalla gara alla Spagna di domani sera agli obiettivi con il proprio club. Il furetto partenopeo torna a Madrid, laddove aveva fatto sognare i tifosi napoletani lo scorso anno, quando realizzò il gol del momentaneo 0-1 in casa del Real Madrid.
Proprio riguardo il ritorno al Bernabeu, Insigne inaugura la sua chiacchierata: "Sarà bellissimo, è uno degli stadio più importanti del mondo e giocare lì con la Nazionale dopo averlo fatto col Napoli avrà un fascino diverso. Quel golazo? È stato unico. Sono sincero: ho visto Keylor fuori dai pali e volevo metterla nel sette (ride). Alla fine mi è uscito un tiro a effetto rasoterra, è andata bene lo stesso".
Dai ricordi e dal passato al presente, con uno sguardo alla nuova Italia di Ventura: “Il mister sta dando il suo stile a questa Nazionale, siamo cambiati tanto rispetto all’Europeo con Conte. Vuole una squadra giovane e più offensiva. Lavoriamo molto col 4-2-4. Si lavora più sui giovani? Era ora: Donnarumma, Bernardeschi, Rugani, Conti, Belotti. Ce ne sono tanti altri. Insieme ai veterani, si può fare davvero un bel gruppo”.
E sulla sfida alla Spagna: "È una nazionale fortissima, riesce a sfornare sempre giovani incredibili come Asensio, Lucas Vázquez, Bartra, Morata. Giocano in casa, difendono il primo posto. Non sarà facile. Di certo non ci chiuderemo indietro, abbiamo bisogno dei tre punti, il pareggio non serve a nulla. Andiamo al Bernabéu a cercare di vincere. Lopetegui? Ne ho parlato con Reina, mi ha detto che è un grandissimo allenatore. Ha dato alla Roja qualcosa in più rispetto a un anno fa”.
L'ultimo ricordo contro la Nazionale iberica riporta alla mente la vittoria della squadra di Conte ad Euro 2016: "Ricordo il mio passaggio lungo che ha dato inizio all’azione del 2-0. Era una Nazionale molto unita, Conte trasmetteva rabbia e voglia di vincere anche nelle amichevoli”. Ed infine, chiudendo il capitolo Nazionale, una battuta sull'aver vestito la maglia numero 10: "È stato un onore, è una maglia che hanno indossato tantissime leggende di questo sport. Spero di poterlo fare ancora”.
Tornando al Napoli, Insigne parla così del rapporto con Sarri e con i suoi ex allenatori: “Se sono il migliore della mia generazione? È un orgoglio, e il mister me lo dice da tempo. In molti, addirittura, hanno scritto che Ventura doveva cambiare modulo per me, questi complimenti ti danno fiducia. Gli allenatori passati? Zeman mi ha voluto a Foggia e Pescara, è vero che con lui si lavora duro ma gli devo tantissimo. A Napoli, con Mazzarri, mi sono giocato il posto con Vargas, all’inizio, e poco a poco ho conquistato il mio spazio. Grazie a Benitez, invece, ho imparato tanto nella fase difensiva, che è fondamentale nel mio ruolo”. E con Sarri: “Tutti sanno che con lui sono felicissimo, a volte discutiamo (ride) però in due stagioni abbiamo fatto benissimo. Se siamo arrivati così in alto è grazie a lui, ci ha insegnato tanto. Se un giorno lascerà Napoli, allenerà un top-club, non ne ho dubbi”.
Ed ancora, sul gioco del Napoli e sulle similitudini tecniche e tattiche con la Spagna: “Ci divertiamo anche in allenamento, ma dobbiamo vincere. Ci siamo stancati di ascoltare gente che dice che giochiamo bene, ma non vinciamo niente. Quest’anno non dobbiamo buttar via nemmeno un’occasione, lo abbiamo capito tutti. Paragone con la Spagna? Sì, mi ricorda anche quello di Guardiola. Cerchiamo sempre il passaggio al compagno meglio posizionato, giocando a 2-3 tocchi”.
Ed infine, riguardo la sfida al Real Madrid dello scorso anno e sul sogno Mondiale con la maglia dell'Italia, la chiosa: "Sapevamo di avere di fronte la squadra più forte del mondo, ma ci siamo giocati la nostra partita. Non possiamo rimproverarci nulla. Mondiale? Il mio obiettivo è vincere qualcosa con il Napoli, qualificarmi con l’Italia ai Mondiali e viverci una grande esperienza. Speriamo si realizzi…”.