Difficile pensare sia soltanto pretattica. Difficile pensare che tutti i mali di questo periodo siano attribuibili ad una scarsa concentrazione, oppure legati al pensiero che la testa dei protagonisti sia già all'appuntamento di mercoledì sera. Il Nizza stenta, e non poco. La squadra di Favre, rivoluzionata nell'organico e privata dal mercato - e dagli infortuni - dei suoi uomini migliori, fatica a macinare gioco, a ritrovare brillantezza e mettere in mostra quanto di buono fatto nella passata stagione. La sconfitta contro il Troyes, che fa seguito a quella di Saint-Etienne, non rappresenta un campanello d'allarme per il tecnico dei nizzardi, bensì, purtroppo per lui e per i francesi, una certezza. Il tutto alla vigilia della sfida contro un Napoli che, invece, marcia verso l'appuntamento più importante di questo scorcio di stagione con consolidate certezze e smodata consapevolezza. 

"Ci sono diverse cose da rimettere apposto, ma ci vorrà del tempo. Il pressing, la corsa, i ripiegamenti, gli automatismi: sono queste tutte le cose da rivedere. Questa sera abbiamo visto tante cose negative"fin troppo conscio dei limiti strutturali che ha la sua squadra attualmente l'ex tecnico del Galdbach, il quale non si piange addosso ma si limita in maniera umile ed oggettiva a descrivere le difficoltà che attraversa una squadra quasi del tutto nuova, che ha bisogno di tempo e di lavoro per operare su quei meccanismi che le hanno consentito nella passata stagione di approdare ai preliminari di Champions. Quello che ieri, all'Allianz Riviera, ha destato maggiore stupore - chiaramente in negativo - è l'incapacità dei protagonisti di porre rimedio alle proprie lacune, su tutte la distanza tra i reparti, aspetto che ha reso ancor più vulnerabile una difesa tutt'altro che impeccabile nell'uno contro uno e nei movimenti di reparto. Conditio che, contro una squadra dalle caratteristiche come il Napoli, equivale ad un copioso sanguinamento davanti ad uno squalo bianco. 

Fatta eccezione per i primi dieci, forse quindici minuti di gioco, quando il Troyes ha lasciato forse volutamente sfogare i padroni di casa, trascinati dal pubblico di casa e dalla velocità di Saint-Maximin - unico con Seri a risultare positivo a fine gara - la squadra di Favre è apparsa da metà campo in su alquanto sbiadita, priva di idee e di trame degne di tal nota. Una volta trovato l'equilibrio ed assestato il baricentro, gli ospiti hanno fatto razzie a centrocampo con il terzetto di mediani, abili nel chiudersi a riccio a protezione della difesa ed impeccabili nel far ripartire l'azione sfruttando la fisicità di Niane e la velocità di Grandsir, apparsi per lunghi tratti imprendibili. Non solo. Le distanze infinite tra i reparti hanno acuito le difficoltà di una linea difensiva tutt'altro che impenetrabile: i terzini sono stati spesso chiamati ad uscire in posizione fin troppo alta, lasciando la coppia di centrali Dante-Le Marchand in costante balia dei tagli delle mezzali - arma propria anche del Napoli di Sarri - e delle iniziative palla al piede di Grandsir. 

La personalità di Seri, baluardo a tutto campo, e l'abnegazione di Plea, lasciato costantemente solo contro la difesa ospite, non sono bastate al pari delle iniziative personali di Saint-Maximin e Mahou, abili funamboli a campo aperto e nell'uno contro uno, ma spesso fumosi ed inconcludenti. Due indizi fanno una prova, quattro partite ufficiali in stagione, ne fanno probabilmente più di una, forse diventano certezza nonostante ogni partita faccia chiaramente storia a sé: il Nizza visto contro l'Ajax in continua difficoltà, seppur sia riuscito ad uscire vivo dall'Amsterdam Arena per inconsistenza altrui, e quello delle prime due gare di Ligue 1, sembra essere lontanissimo parente di quel meccanismo oleato e quasi impeccabile che per mesi ha fatto tremare il campionato francese nella passata stagione. Il Napoli può sorridere, ma deve farlo sotto i baffi, forte delle proprie certezze e dell'umiltà che necessariamente dovrà contribuire ad un risultato, quello del San Paolo, che potrebbe mettere una pietra tombale sul discorso qualificazione e sulla fase a gironi della Champions League.