Nel calcio ci sono tante persone che lavorano nell'ombra, coperte dai risultati economici e sportivi dei propri club e che troppo poco spesso vengono menzionate quando si celebra una certa squadra. All'interno dei nostri confini, l'esempio più ovvio che viene in mente a riguardo non può che essere quello degli osservatori dell'Udinese, un club che vive sulle plusvalenze generate dalla compravendita di talenti provenienti da ogni parte del mondo. Noi di VAVEL Italia siamo riusciti ad intercettare durante le sue vacanze uno di questi emissari dei friulani - dipendente anche del Watford, l'altra compagine gestita dalla famiglia Pozzo -, il quale ci ha gentilmente concesso un'intervista esclusiva: il suo nome è Vincenzo Cardillo. Andiamo dunque a leggere le sue dichiarazioni, ma non prima di aver rinnovato nuovamente la nostra gratitudine verso di lui.
Vincenzo, per iniziare, una presentazione in breve ai nostri lettori.
"Sono un osservatore".
Ok. Sempre per conoscerti meglio, sai dirmi una qualche trattativa alla quale hai partecipato che magari ha portato a Udine - o a Londra - qualche nome importante?
"Più che nella trattativa, ti posso dire dell’influenza che posso aver avuto nell’acquisizione di un calciatore da parte dell’Udinese. Fra i giocatori attuali, ti posso citare il nome di Fofana, di Samir, di Lasagna e di uno che da poco abbiamo ufficializzato, Bajic".
Ci stavamo per arrivare: l'ultimo acquisto è stato proprio questo attaccante, Bajic. Ci puoi fare un commento a caldo? Era il numero 10 del Konyaspor...
"Bajic è un centravanti giovane, un attaccante molto intelligente. Sa far gol ma è anche molto abile anche nello sviluppo della manovra, bravo lontano dalla porta, ed è destinato a crescere ulteriormente. Si sposa perfettamente con quello che è il progetto dell’Udinese. E’ un attaccante in cui ripongo fiducia".
E non è arrivato solo Bajic: fra gli altri Pezzella, Ingelsson, Mallé, Barak... quale, di questi, ti convince di più?
"Ingelsson è un giovane di grande prospettiva, su cui contiamo, ma ha bisogno di tempo. Sicuramente non sarà un protagonista nell’immediato, ma sul medio-lungo periodo è un calciatore destinato a crescere".
Però il mercato dell'Udinese non è ancora finito. Si parla di un terzino destro, oppure di questo Raphinha del Guimaraes.
"Raphinha l’ho visto proprio la settimana scorsa a Oporto in Porto-Guimaraes. Lui è un gran giocatore, di grande prospettiva, che risulta fra i nomi che stiamo seguendo".
E per il terzino?
"Sul terzino destro stiamo seguendo alcuni giocatori, abbiamo Widmer che ha diversissime richieste sia in Italia che all’estero ed è uno da top club. Il patròn Pozzo sta gestendo la situazione: sicuramente andrà in un club più importante, o subito o l’anno prossimo, e noi dovremo essere pronti per avere un altro che lo vada a sostituire in modo adeguato".
Dal punto di vista economico, l'Udinese è forse una delle squadre con la situazione migliore in Serie A: di recente, c'è stata la costruzione della Dacia Arena. Quali saranno i prossimi step di questo progetto?
"Diciamo che l’Udinese è cresciuta tantissimo, ha raggiunto degli obiettivi eccellenti anche sotto il profilo dei risultati. Adesso la squadra si è ulteriormente potenziata, con lo stadio, anche a livello internazionale è cresciuta, è un brand importante: l’obiettivo è quello di consolidare questo brand, di potenziarlo, mantenendo l’impronta dell’Udinese che è quella fondamentalmente basata sullo scouting, sulla ricerca del calciatore e del suo sviluppo. Vogliamo mantenere questo tipo di veste".
Questa crescita potrebbe riflettersi anche sul mercato?
"Sicuramente nel corso degli anni, crescendo sul piano dei risultati, crescendo il brand della società, la qualità del calciatore da trovare è cresciuta tanto e di conseguenza la selezione è diventata sempre più importante. Il talento che si cerca di prendere è sempre migliore di quello che abbiamo. Il livello è comunque già molto alto: il giovane che arriva è un giovane che può essere un qualcosa di importante. Ci sono tanti ragazzi che arrivano con delle aspettative importanti ma che poi per varie ragioni trovano un’evoluzione infelice proprio perché non sono delle macchine, sono degli esseri umani. Il contesto Udinese è un contesto calmo, molto professionale, dove il giovane cresce in modo calmo. Ci sono molte possibilità così che si raggiunga un certo tipo di prospettive, di livello".
E questo vostro lavoro, probabilmente, diventa più difficile nel momento in cui - notizia recente - il Paris Saint-Germain spende 222 milioni per Neymar.
"Sì, diventa più difficile per noi che dobbiamo cercare un calciatore perché quando si arriva a spendere così tanti soldi per un ragazzo comunque fondamentalmente giovane diventa tutto molto più complesso: anche quando trovi un giocatore di una squadra sconosciutissima di 15-16 anni arrivano talvolta delle cifre che per noi diventano ingestibili. Siamo abituati ad operare su altri parametri e su altri principi: la moneta è qualcosa che viene dopo. Il patròn Pozzo ha portato una mentalità e un’educazione all’interno del contesto Udinese, questo è uno dei punti fondamentali del successo della squadra e del club, un contesto economico che va di pari passo con la condizione e sulla crescita del calciatore. Quando un ragazzo di 15-16 anni vale già milioni di euro diventa difficile, diciamo che non è propriamente quello che il patròn cerca. Lui vuole contribuire alla crescita anche umana del calciatore, perché, quando tu approcci un ragazzo così giovane con contenuti economici alterati, puoi mettere in discussione la crescita umana del giocatore e quello può incidere anche sul piano tecnico. Sono cresciuto in maniera differente rispetto ai ragazzi di oggi, senza internet. Io mi sbucciavo le ginocchia per strada, sono andato in America mandando i biglietti via fax, le telefonate costavano tanto. Noi siamo cresciuti in maniera differente, formandoci, cadendo, rialzandoci, senza cercare le cose e senza chiederle ad altri. Se un ragazzo cresce in questa direzione, con questo tipo di concetto in testa, diventa forte per vincere le battaglie un po’ più difficili".
Parliamo invece del Watford: il centrocampo è stato rinforzato con diversi arrivi.
"Quest’anno abbiamo preso Hughes e Chalobah, che fra le altre cose è stato anche da noi. Sono due giocatori di alta prospettiva: Hughes è reduce da un infortunio però è tornato ed anche bene, è un nazionale inglese. Abbiamo preso due giovani calciatori, pronti, che si sono integrati bene nel contesto Watford, che comunque è un contesto di Premier League abbastanza importante dove c’è gente come Capoue, come Pereyra che è arrivato dalla Juventus. Sono comunque giocatori già di livello internazionale. Quelli che abbiamo preso sono fra i migliori talenti sul mercato inglese e noi confidiamo che possano diventare pilastri del Watford".
Che verranno gestiti da questo nuovo tecnico, Marco Silva. Ti piace?
"E’ una grande persona, un grande tecnico, aspettiamo ma diciamo che le premesse sono ottime".
Comunque, il mercato delle Hornets non è ancora finito, giusto?
"Il mercato inglese deve ancora iniziare, inizierà in questi giorni. Lo scorso anno, puoi immaginare, l’ultimo giorno di calciomercato è successo il finimondo con Sissoko dal Newcastle al Tottenham per 30 milioni di sterline. Il mercato inglese deve esplodere ed immagino che nei prossimi 20 giorni questo possa succedere. Il Watford opererà, come tante squadre inglesi, e comprerà altri 4-5 giocatori per completare la squadra".
Per quello che riguarda invece il mercato in uscita del Watford, c'è Valon Behrami. La società ha detto che lui vuole andare in Serie A è solo l'Udinese è rimasta in corsa. Possiamo confermare quest'operazione?
"Behrami è un ragazzo eccezionale, un giocatore che non so quando smetterà però conserva energie ed agonismo ancora per diverse stagioni. Il suo futuro è in Italia – o comunque non in Inghilterra – ed è destinato a questo tipo di cambiamento. Si tratta di un profilo di livello internazionale".
Anche l'Udinese potrebbe operare un'uscita: si parla tanto di Karnezis al Napoli.
"Non so tanto, è una questione che sta affrontando il Presidente in prima persona. Posso dirti che è un giocatore importante e che potrebbe giocare in qualsiasi squadra della Serie A italiana, forse anche in Premier League, a dispetto dell’età. Ci sono diversi interessi e il patròn sta gestendo la situazione nel miglior modo possibile".
E sempre a proposito di mercato, è immancabile una domanda sul caso Bonucci, uomo-copertina di questa sessione.
"Penso che si sappia più o meno tutto. Poteva andare all’Inter, ma è andato al Milan perché il procuratore è lo stesso di Montella".
E tu? Cambierai squadra?
"Io vivo molto alla giornata. Ho fatto consulenza a Pozzo e mi ha voluto rinnovare la fiducia per altri due anni, ho un rapporto eccellente con entrambi i management sia dell’Udinese che del Watford, che sono separati: io ho un piede da una parte e l'altro dall'altra. La cosa che mi inorgoglisce è la loro fiducia, la fiducia di persone che vedo come dei miti proprio per cultura calcistica: oltre questo, mi inorgoglisce il fatto di aver guadagnato la stima di altre persone molto influenti nel mondo del calcio, come la Doyen, che mi ha fatto una proposta importante per lavorare, ma al momento ho firmato con l’Udinese che resta la scuola che mi fa migliorare giorno per giorno. Il confronto che ho con loro non ce l’avrei con nessuno".
Mi sembra interessante, per chiudere, questa considerazione sui management separati.
"Gino Pozzo è proprietario e direttore sportivo, di fatto, della squadra. E’ lui che decide, fa e disfa, può completamente contraddire magari quello che ho fatto io. Ha delle persone fidate a Udine, un management, e ha delle persone fidate a Londra. Geograficamente sono due mondi differenti, economicamente sono due mondi completamente differenti. Di Gino posso dire con certezza che è un’eccellenza. E’ uno dei migliori manager al mondo in assoluto: ho conosciuto Raiola ed altre persone, ma lui è un leader. E’ un perfezionista, scrupoloso, onesto, che guarda con anticipo le cose. Con lui sei dentro o fuori, da subito, su qualsiasi cosa. Non fa distinzioni: se sbagli non sei adeguato, non ha tempo da perdere. E’ molto esigente".
Direi che è tutto. Grazie per averci concesso un po' di tempo dalle tue vacanze.
"Non sono vacanze, sono qui per disperazione...".