Mentre in giro per l'Europa si sono stabilite le cinque possibili avversarie del Napoli al prossimo preliminare di Champions League - Steaua Bucarest, Young Boys, Nizza, Hoffenheim ed Istanbul Basaksehir - è terminara più che positivamente l'avventura in Audi Cup degli azzurri di Maurizio Sarri. Una sconfitta, immeritata, ed una vittoria, il bilancio - meramente statistico - più che positivo per i partenopei, alla prima esperienza nel torneo bavarese. Al di là del terzo posto, tuttavia, la soddisfazione maggiore è quella di essere usciti dall'Allianz Arena, in entrambe le occasioni contro Atletico Madrid e Bayern Monaco, tra gli applausi convinti del pubblico di casa, platea dal palato fine che ha riconosciuto lo spartito suonato oramai a memoria da Hamsik e compagni, i quali assumono sempre maggiore convinzione dei propri mezzi sebbene al proprio cospetto si siano poste due delle migliori cinque squadre degli ultimi anni dell'Europa intera.
Ciò che non ti uccide, ti fortifica, si dice, ti rende più forte, maggiormente consapevole delle tue potenzialità. E così è stato nell'esperienza bavarese dei partenopei. Se dapprima è stato il catenaccio sfegatato del cholismo a tentare di mettere un freno alle iniziative di un Napoli ottimo per idee - le solite - messe in mostra con personalità, brillantezza e determinazione, ma durato poco più di un'ora nella gara di martedì, ieri, contro i tedeschi di Ancelotti, le qualità che sono emerse nel successo sul Bayern Monaco - tra la stanchezza generale del gruppo, fisiologica alla seconda partita in due giorni - sono state cinismo e concentrazione, aspetti che Sarri chiedeva ai suoi con maggior bramosia. Il Napoli cresce, di testa e di spirito, testa le proprie velleità d'Europa contro due top club continentali, si dimostra all'altezza, a tratti persino superiore, e non è blasfemia. Le precarie condizioni atletiche nelle quali si sono presentati spagnoli e tedeschi hanno acuito le differenze tra le compagini, con Napoli e Liverpool maggiormente pimpanti e lucidi soprattutto da metà campo in su, dove le scarse energie hanno limitato il potenziale dei colchoneros e dei panzer.
Tuttavia, al Napoli servivano risposte proprio in tal senso, soprattutto nel fronteggiare - come presumibilmente sarà anche nel preliminare - squadre che si chiuderanno all'altezza della propria trequarti per poi provare ad approfittare delle transizioni offensive per pungere: in tal senso, la sfida all'Atletico è stato il banco di prova migliore possibile, superato dal Napoli a pienissimi voti nonostante il crollo fisico, mentale e strutturale - complici i dieci cambi - del finale di contesa. Diversa invece la sfida che ha visto primeggiare i partenopei contro i bavaresi, maggiormente aperti dal punto di vista mentale, i quali, oltre a lasciare spesso l'iniziativa agli azzurri, hanno consentito a Mertens e compagni di agire in spazi decisamente meno angusti sia a campo aperto che a difesa schierata. Ne è scaturita sì una partita più bella dal punto di vista estetico, ma anche una gara più adatta alle caratteristiche dei napoletani, maggiormente avvezzi ad esaltarsi in queste condizioni. La risposta dei protagonisti, in entrambe i casi, è stata tuttavia esemplare, con il diktat imposto da Sarri espresso in maniera esemplare per tutti e 180 minuti.
Tra le note maggiormente liete, l'apporto individuale - ma non solo - della difesa, quasi mai messa in soggezione dalle iniziative dei diretti avversari, soprattutto centralmente. Nel primo tempo contro l'Atletico Albiol e Chiriches si sono disimpegnati al meglio contro Griezmann e Torres, soffrendo qualcosa in fase di ripiegamento sulle scorribande dall'esterno di Carrasco, ma senza mai destare quella sensazione tremebonda che caratterizzava la linea difensiva partenopea nelle passate stagioni. Ieri, nonostante uno scatenato Sanches in mediana, gli avanti bavaresi hanno quasi sempre sbattuto contro la muraglia eretta dal duo - più fisico che tecnico - composto da Maksimovic e Koulibaly, che come i compagni di reparto hanno mostrato qualche lacuna nel sopperire alle mancanze dei terzini, ma si sono dimostrati impeccabili e precisi in fase di chiusura nell'uno contro uno. Positive anche le prestazioni di Reina e Sepe, impegnati con discreta continuità in entrambe le prove.
Salendo rapidamente il campo, la mediana è il reparto, nel complesso, che ha fornito maggiori garanzie, assieme ai due terzini - apparsi già pimpanti e dalla gamba brillante. Ghoulam, uno dei migliori in assoluto nella due giorni dell'Allianz Arena, e Jorginho, hanno recitato alla perfezione il proprio spartito, con l'italo-brasiliano che nella sfida contro l'Atletico si è esaltato negli spazi strettissimi della difesa cholista. Manca brillantezza invece negli uomini che, davanti, dovrebbero fare la differenza, ma con una dozzina di giorni dalla prima sfida dei preliminari, è più che normale: Zielinski quello apparso più in difficoltà di tutti, così come Milik, presente nella manovra, meno dal punto di vista fisico; Hamsik, Insigne e Mertens hanno provato continuamente ad accendersi, ma con scarsi risultati frutto più di imprecisione che di scelte sbagliate, aspetto che farà sicuramente piacere a Maurizio Sarri. Infine, il solito Callejon, instancabile motorino della corsia destra che non si vede per novanta minuti - in questo caso quasi 180, il più utilizzato da Sarri nella due giorni bavarese - ma risulta imprescindibile per equilibrio e cinismo sotto porta.
Insomma, il bilancio complessivo della partecipazione del Napoli all'Audi Cup è estremamente positivo, con l'unico neo della due giorni bavarese che è rappresentato dall'infortunio occorso ad Adam Ounas. Maurizio Sarri, insomma, può guardare con fiducia al prosieguo della preparazione, alle sfide contro Bournemouth ed Espanyol, ultimi due banchi di prova in vista delle sfide, già decisive, contro una tra Steaua Bucarest, Young Boys, Nizza, Hoffenheim ed Istanbul Basaksehir. I francesi di Balotelli l'avversario più ostico, dal punto di vista tecnico, ma la versione degli azzurri vista all'Allianz Arena deve far dormire sonni piuttosto sereni ai tifosi partenopei e, probabilmente, toglierlo a quelle delle rivali che sperano di non dover avere a che fare con i Sarri boys.