In Argentina, culla calcistica d'eccezione, un futbolista dalle doti di Lucas Biglia viene comunemente definito "Volante". La caratteristica nomea che assume colui che si predispone come mediano, regista o playmaker davanti alla difesa, in terra Albiceleste prende origine da Carlos Volante, precursore nel ruolo di mediano con compiti di contenimento e iniziazione della manovra. Da questo punto di vista, il bagaglio tecnico tattico di Lucas Biglia sembra sovrapporsi perfettamente all'identikit tracciato quasi un Secolo or sono, e tornato di moda in Patria grazie a calciatori come Lucas o il primo Mascherano.

Ma veniamo alle cose formali. Come Marco Fassone si appresta a ripetere per la nona volta la frase divenuta cult sui social, per quanto possibile, ci addentriamo nell'universo calcistico di Lucas Biglia, rapportando le caratteristiche del mercedino con le mancanze di un Milan sì spendaccione ma ancora inanimato.
Ad aprile, quando Fassone e Mirabelli si esposero per la prima volta a microfoni e telecamere, un passaggio colpì l'attenzione dei più recettivi. In quel frangente, l'AD preannunciò un mercato rivolto verso giovani talenti sul quale programmare il futuro, ma al tempo stesso accennò anche alla necessità di inglobare esperienza, meglio ancora se in una porzione di campo dove la padronanza del ruolo e del gioco diviene indispensabile.

Da qui nasce la necessità di avere a disposizione un calciatore d'ordine, idee e intercetto da piazzare davanti alla difesa, un calciatore alla Biglia per intenderci, occasione di mercato vista l'incombente scadenza con la Lazio. Lotito non ha fatto sconti, prolungando ben oltre le attese una trattativa in principio legata al destino di Keita, e successivamente slegata viste le resistenze del senegalese e del suo procuratore. Per un calciatore in scadenza di contratto, avanti con l'età e con più di qualche acciacco, il Milan ha sborsato circa 20 milioni di euro. Una cifra per molti versi esagerata, che certifica l'investitura rossonera nei confronti del mercedino.

A Tutto tempo, A Tutto Campo

Ma cosa sa fare Lucas Biglia tanto da mettersi al volante di un Milan ambizioso e in rifondazione? Le risposte vanno trovate negli anni laziali dell'argentino, sempre più efficace nelle vesti di vertice basso del centrocampo capitolino. Capace di alternare giocate decisive sia in appoggio al reparto offensivo sia a quello difensivo, Lucas ha rappresentato un porto sicuro per gli ex compagni biancocelesti. Nel dare input alla manovra di costruzione, Biglia è cresciuto in modo esponenziale, trasformandosi da ottimo interdittore a catalizzare della manovra. Il suo stile di gioco, evoluto e rifinito dall'esperienza europea, si caratterizza per alcune peculiarità non comuni a tutti i mediani su piazza.

Questa giocata, presa a campione per esporre le qualità del volante mercedino, illumina il prato dell'Olimpico. Biglia, poco oltre la linea mediana, trova con la coda dell'occhio l'inserimento del compagno dalla parte opposta. La sventagliata è dettata con tempi perfetti, tanto che la trappola del fuorigioco messa in atto dalla difesa avversaria viene elusa. Il 20 biancoceleste si apre il campo e da una posizione privilegiata decide di oltrepassare le due linee rivali con una giocata di alta classe. L'azione non si conclude nel migliore dei modi, ma una delle caratteristiche chiave del suo gioco, viene messa in grande risalto. Biglia infatti, predilige giocate ad ampia gittata; lanci lunghi e cambi di gioco che favoriscono ampiezza di campo e verticalità.

Pur non essendo un regista alla Andrea Pirlo, negli anni biancocelesti Biglia ha levigato spigoli e chiuso falle, avvicinando il suo calcio a quello nostrano. I numeri, per chi sa interpretarli, parlano a favore del 31 enne mercedino, capace di spiccare in ogni fondamento richiesto dal ruolo.
Assoluto punto di riferimento nella manovra biancoceleste, Lucas è colui che ha toccato il pallone con maggior frequenza nella passata stagione. Sfondato il muro dei 50.000 passaggi effettuati, la percentuale dei riusciti si attesta di poco sotto il 90% semplicemente perché Lucas non si limita ad alimentare ma soprattutto ad incidere. La capacità di verticalizzare la manovra, ribaltando l'azione da difensiva ad offensiva, è probabilmente l'argomento a piacere sul quale Lucas non si fa trovare mai impreparato. Il dato sui passaggi chiave, quelli che permettono di creare i presupposti per fare male alle retroguardie avversarie, vede Biglia tra le primissime posizioni. Pochi sono in grado di decidere in modo così marcato stazionando in una zona di campo lontanissima dalla porta avversaria come fa Lucas, prediletto quando c'è da cambiare gioco, lanciare in profondità o adottare un filtrante basso e tagliato.

Biglia è un calciatore posato, dal grande cervello e dalla grande duttilità. Il suo calcio, alle volte non è stilisticamente perfetto, e gli errori forzati - per rubare un appellativo al tennis - non sono pochi. Ma Biglia è universale nella sua semplicità di interdittore strepitoso e tessitore non banale. E' Universale perché non fa mai la scelta sbagliata ponderando col bilancino ogni movimento dell'uomo e della sfera, riuscendo ad adattarsi senza problemi alle diverse situazione di gioco che si palesano nell'arco dei 90 minuti.

Con La Squadra, Per La Squadra

Lucas Biglia però, non è solo un radar dall'ampio raggio d'azione. La sua bravura in fase di costruzione è affiancata, se non oltrepassata, dalle straordinarie qualità in fase di rottura. D'altronde, Biglia si definisce "Volante", e un Volante in Argentina ha prima di tutto il compito di proteggere a dovere la propria difesa.
Nel periodo passato in Belgio, quando era Capitano e stella dell'Anderlecht, Lucas ha iniziato la lunga metamorfosi che oggi lo ha portato ad essere scelto per il nuovo Milan. Già a quel tempo però, era riscontrabile una predilezione verso il ripetuto contatto fisico con l'avversario. In fase di contenimento, Biglia è un calciatore molto duro che fa valere il suo fisico robusto per recuperare palloni.

In questo video, viene riproposta la sontuosa prestazione di Biglia nell'ultimo Derby di campionato con la Roma. Il Volante di Inzaghi, seppur in condizioni fisiche non perfette, getta il cuore oltre l'ostacolo fornendo una prova polmonare irreale. "Biglia è d'ovunque" diranno i cronisti nel corso della sfida. In questa circostanza però, è da sottolineare il lavoro che Biglia svolge per il bene della squadra. Sempre a sostegno dei propri compagni, itinerante nei suoi spostamenti, Biglia si carica il peso della Lazio sulle proprie spalle, risultando catalizzatore del gioco oltre che strepitoso interdittore. Opposto ad una squadra - la Roma al tempo di Spalletti - che faceva del possesso palla e della manovra sulla trequarti la sua forza maggiore, Biglia è risultato antidoto preziosissimo in grado di leggere con anticipo le giocate degli avversari. La classica "Garra" argentina, combinata con la disciplina tattica impartita di Mister Inzaghi, hanno permesso a Lucas di dominare la scena soprattutto in fase di contenimento.

I fondamentali difensivi che contraddistinguono il calcio di Biglia si basano sull'ampio utilizzo del tackle, - spesso rischioso, ma necessario per recuperare da un errore compiuto in fase di costruzione - e nel variegato uso dell'intercetto. In quest'ultimo scenario tattico, Biglia è un autentico maestro nella scelta di tempo che gli permette di andare diretto sull'uomo o tra linee di passaggio più o meno preventivabili. Per il ruolo che ricopre, spesso è costretto a movimenti ad elastico dettati anche dalla necessità di aggredire gli avversari. Biglia però, non è devoto all'arte del pressing, tant'è che alla Lazio, l'iniziatore della pressione sui portatori avversari era la mezz'ala Milinkovic.
Anche a causa di una mobilità non eccelsa, Biglia predilige spaziare sulla linea mediana senza avventurarsi oltre; l'equilibrio che riesce a dettare un calciatore d'ordine e governo come lui, ne fa uno dei play più affidabili per i suoi compagni di difesa. La posizione media del mercedino infatti, è un chiaro indice delle attitudini sviluppate dal 31 enne: sempre sotto la linea mediana del campo, alle volte più vicino all'accoppiata difensiva che ai suoi compagni di reparto, Lucas ama avere spazio libero davanti a se per poter impostare con tranquillità e precisione. Proprio per questa sua tendenza ad essere spesso molto basso, ha la facoltà di cercare con insistenza maggiore rispetto ai suoi colleghi la giocata lunga a scavalcare le linee avversarie.

Logoro, Non Domo

A causa di uno stile di gioco spesso al limite, la struttura fisica del mercedino non è più integra come un tempo. Esposto a problemi di natura muscolare, Biglia soffre soprattutto per via di cronici problemi articolari. Il logorio fisico è evidente ma non ancora marcato. Con il suo ingaggio, il Milan si assume un rischio non indifferente dal punto di vista atletico, ma al contempo si assicura anche un Leader silenzioso che anno dopo anno ha scalato importanti posizioni anche nelle gerarchie della Nazionale Albiceleste. Oltre alle competenze tecnico tattiche, Biglia potrà offrire garanzie in termini più ampi ad una squadra inanimata e senza esperienza internazionale. Con l'aiuto dell'altro colpo da novanta - Leonardo Bonucci - Biglia assicura personalità, carattere e una bella dose di esperienza. Probabilmente non sarà fatto Capitano, ma è certo possa rivestire un ruolo chiave nelle gerarchie interne dello spogliatoio rossonero.

Con un Biglia certo di essere nello Starting XI della prossima stagione, il Milan sembra apposto anche per i ruoli di rincalzo allo stesso Lucas. Certamente, con il doppio impegno campionato ed Europa League, il quasi 32 enne convivente col dolore fisico, non sarà in grado di giocare sempre allo stesso ritmo e con la stessa intensità. Dal canto suo, Montella ha facoltà di scegliere l'opzione che più desidera come rimpiazzo per mercedino: Montolivo ha età e caratteristiche tecniche molto simili a quelle di Lucas, mentre Sosa e soprattutto Locatelli, possono rappresentare delle variazioni rispetto alle skills di un più classico regista/metronomo.

Palla a Vincenzo

Il bello deve ancora venire. Già, perché in questo momento stiamo solo ipotizzando quello che potrebbe essere l'impatto sportivo ed emotivo di Lucas e dei suoi fratelli nel Milan 17-18.
La realtà dei fatti dice che il Milan ha un preliminare di Europa League da giocare nelle prossime settimane, ma che i tempi per assemblare i tanti volti nuovi sono ristretti.

Innanzitutto, è da sciogliere il nodo del modulo tattico. In chiusura della passata stagione, spifferi da Milanello annunciarono di un Montella stuzzicato dall'idea di una difesa a tre. Difendere con tre difensori di ruolo, più due esterni a tutta fascia che in fase di non possesso scalano sulla terza linea, almeno nelle ultime stagioni è sembrata la strategia ideale per ottenere rapidamente i risultati sperati.
Il Milan ha sperimentato per la prima volta la difesa a tre nel match di Bergamo, con l'Atalanta. Una prova vuota dal punto di vista dei contenuti, in cui un Milan diligente è stato in grado di strappare un punto aggrappandosi proprio alla solidità del pacchetto arretrato. Quello che è stato visionato nella passata stagione però, ci sentiamo in dovere di rimuoverlo dalle nostre menti. Il Milan che andrà in campo dal mese di agosto sarà una squadra totalmente diversa, per effettivi e dogmi.

Allora, ecco che l'acquisto top di Leonardo Bonucci, un indizio di mercato ce lo offre eccome. Leo infatti, si è affermato come uno dei difensori più forti al mondo proprio giocando in una difesa a tre. Nel ruolo di centrali in una difesa a tre Musacchio e Romagnoli non hanno mai giocato, ma è probabile che l'adattamento al cambio tattico possa avvenire per l'inizio del campionato. Almeno per questo primo periodo dunque, Montella sembra orientato ad optare per l'intelaiatura costruita nel corso della passata stagione: vale a dire il 4-3-3. Molti dei nuovi saranno assenti ancora per un po, dunque sarà necessario del tempo prima che lo stadio finale della nuova creatura rossonera si riveli al mondo intero.

Sogno O Son Desto?

Un vecchio detto afferma che "Sognare non costa nulla". Il Milan, almeno questo nuovo Milan di matrice cinese, i sogni li ha risvegliati nella mente dei tifosi, dando vita ad una campagna acquisti sin qui inattesa anche dal più fiducioso dei rossoneri.
Bonucci e Lucas Biglia sono solo gli ultimi - e a nostro avviso i più rilevanti - dei colpi sin qui messi a segno dall'inseparabile duo Fassone - Mirabelli, ancora in caccia di una mezz'ala e di un grande attaccante. L'ipotesi maggiormente intrigante porta a Pierre Aubameyang, attaccante atipico che raggiunge massime vette solo se utilizzato come unico 'Puntero'. Con l'investimento André Silva però, sembra poco plausibile un Milan schierato con un solo attaccante di riferimento la davanti. Dunque, ecco che l'ipotesi di formazione in cui compare anche Aubameyang non andrebbe a sposarsi perfettamente con le caratteristiche di Pierre, negli anni precedenti utilizzato anche da esterno d'attacco.

Una delle probabili formazioni con cui il Milan scenderà in campo nella prossima stagione. C'è Aubameyang. Fonte foto: Squawka.com
Una delle probabili formazioni con cui il Milan potrà scendere in campo nella prossima stagione. Fonte foto: Squawka.com

Con l'innesto di Bonucci e quello di Biglia - due calciatori adatti per giocare con un 3-5-2 o un 3-4-1-2 - sembra che il Milan sia orientato verso uno schieramento con tre difensori centrali. Da non accantonare però, l'ipotesi di una difesa a quattro con due terzini offensivi, un playmaker di rottura e due mezze ali dalle caratteristiche diverse: una devota all'arte del palleggio, e una itinerante - box to box per intenderci.
Questa ipotesi di formazione vede Andrea Belotti come partner d'attacco per il giovane André Silva. Per caratteristiche e indole di gioco, 'Il Gallo' si sposa perfettamente con una punta dal minor peso specifico al suo fianco. Rispetto ad un Aubameyang, calciatore che ha bisogno di grandi spazi, libertà di movimento e punti di riferimento pressoché nulli, Belotti ama l'appoggio di un calciatore che lo aiuti nel salire palla al piede, dialogare nello stretto e creare superiorità numerica negli ultimi sedici metri.

Seconda ipotesi per i rossoneri: da una difesa a tre, alla classica difesa con quattro elementi. Fonte foto: Squawka.com
Seconda ipotesi per i rossoneri: da una difesa a tre, alla classica difesa con quattro elementi. Fonte foto: Squawka.com

Un'ultima ipotesi, vede il Milan schierato con quel 4-3-3 che ha caratterizzato il gioco di Montella nella passata stagione. A primo impatto, i calciatori che sono stati acquistati in questa campagna rafforzamenti, non sembrano adatti a proseguire verso questo tipo di modulo.
Innanzitutto mancano esterni d'attacco in grado di fare la differenza; nel mese di giugno Keita era un obiettivo, ma ora sembra che il Milan abbia modificato le sue strategie proprio in virtù di uno schieramento tattico diverso rispetto al passato. In più, Bonucci non rende allo steso modo se ingabbiato in una difesa a quattro, e lo stesso discorso vale anche per Conti e Ricardo Rodriguez. Nonostante queste minime prove indiziarie, è plausibile che Vincenzo Montella decida di iniziare la stagione con questo modulo.

Nella prima uscita stagionale, - 0-4 agli svizzeri del Lugano - i rossoneri si sono schierati con il 4-3-3, ma i nuovi innesti non hanno brillato. Inoltre, per capire se questo modulo potrebbe essere realmente un'opportunità da sfruttare nell'arco della stagione, molto dipenderà dal destino di Suso. Se lo spagnolo verrà ceduto, è probabile che il Milan abbandoni il 4-3-3 per privilegiare geometrie e solidità che Bonucci e Lucas Biglia riescono ad impartire con moduli differenti.

Ultima opzione tattica con la conferma del 4-3-3. Fonte foto: Squawka.com
Ultima opzione tattica con la conferma del 4-3-3. Fonte foto: Squawka.com