Emanuele Giaccherini per primo si aspettava un epilogo diverso per la sua avventura al Napoli. Dopo un Europeo in Francia nel 2016 da protagonista, il giocatore ha vissuto una stagione molto difficile agli ordini di Maurizio Sarri. Spazi chiusi sia come mezzala sia come attaccante esterno e così i minuti in campo sono stati pochissimi. Così come gli acuti all'interno di una stagione in cui per Giaccherini la continuità di impiego e rendimento non è mai potuta arrivare.
Tutte considerazioni che hanno spinto giocatore e agente a decidere di lasciare Napoli nel corso di questo calciomercato. La conferma arriva direttamente dal procuratore del ragazzo, Furio Valcareggi, ai microfoni di radio CRC: "Torino? Non ci comportammo bene, provai a chiedere scusa anche a Cairo e Petrachi dopo il suo mancato approdo al Torino, ma non hanno nessun titolo a moralizzare il calcio. Un professionista nel calcio tra Torino e Napoli va a Napoli, capitano situazioni così ogni ora. Mihajlovic ha grande interesse, del resto fino ad un anno fa il giocatore era agli Europei. Giuntoli si arrabbierà con me, ma è evidente che dobbiamo andare via. Vediamo, presento un gran bel prodotto. Il suo problema è solo che guadagna troppo, pensate un po', quindi vediamo per un grande club. Di concreto però non c'è nulla. Forse il momento giusto sarà metà agosto, non abbiamo fretta, vogliamo fare le cose per bene".
Piccola polemica anche nei confronti di Sarri e del suo modo di utilizzare Giaccherini: "Sarri lo conosco benissimo gioca con i suoi. Una volta è mancato Callejon, ha giocato Giak ed ha fatto pure gol. Lo vede come ala destra, non come mezz'ala, ma io lì proprio non ce lo vedo, non so cosa ci faccia lì, mi casca la televisione a vederlo lassù". Chissà che dopo lo sgarbo della scorsa estate, il Torino non torni a farsi sentire per provare a convincere Giaccherini che gode della stima tecnica di Sinisa Mihajlovic: "Torino? Ripeto, mi sono comportato male, Sinisa parlò con Giaccherini, poi si presentò il Napoli con soldi e Champions. I giocatori devono cogliere le opportunità. I giocatori non sanno fare molte altre cose, dopo i 35 anni devono vivere con quanto guadagnato e durante la carriera non devono regalare un euro".