Riccardo Montolivo ha rilasciato una lunga ed interessante intervista al Corriere dello Sport. Tanti i temi trattati, andiamo a scoprire quali.

L'infortunio è ormai alle spalle: dopo il brutto stop subito in Nazionale nello scorso mese di ottobre, Riccardo Montolivo ha dovuto affrontare mesi molto

calciomercato
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difficili, ma ora ha superato paure ed ansie legate a quel periodo ed è pronto a riprendersi la maglia azzurra: "Nella seconda parte della mia carriera sono stato poco fortunato,ho subito due infortuni gravissimi. Il pensiero è sempre lo stesso, se riuscirò a tornare come prima, a reagire bene, a giocare ad alti livelli. Il periodo della riabilitazione è durissimo, devi sacrificare il tuo tempo e il rientro sembra lontanissimo" Su i brutti messaggi circolati su internet dopo il suo infortunio risponde così: "E’ difficile spiegare il motivo, non so perché. Il mondo dei social è un mondo senza regole purtroppo. Augurare la morte a chi comunque soffre è una cosa barbara. Ho provato un po’ di tristezza per questo tipo di messaggi, ma per chi li ha inviati". 

Montolivo si è ripreso, almeno per il momento, il posto da titolare. Ma cosa significa essere capitano del Milan? "Significa essere un punto di riferimento per tutti, avere una responsabilità maggiore e l’obbligo di non sbagliare ne’ fuori ne’ dentro al campo. Deve essere una guida, avere una parola di conforto per  più giovani e assumersi le responsabilità nei momenti difficili, prendersi anche colpe non proprie. Sono più oneri che onori ma è bello essere capitano, è una prova della fiducia della squadra. Io malinconico in campo? No, cerco di restare calmo e lucido, esce spesso fuori la freddezza del mio carattere". 

dimarzio
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e poi svela: "Ho sempre tifato Milan, mio padre è milanista da sempre, tifoso di Rivera e mi raccontava spesso della sua autorevolezza. Da ragazzo ho sempre giocato da mezzala, poi con l’Atalanta ho fatto il trequartista ma non è un ruolo nelle mie corde. Il regista invece deve tessere le fila della squadra. Mi sono ispirato a Gerrard per la sua completezza, ma ho avuto anche la fortuna di giocare spesso in Nazionale con De Rossi e Pirlo". 

In chiusura spazio alla nuova dirigenza rossonera: "Dei cinesi è difficile parlare, sono arrivati da poco e credo arriveranno vari cambiamenti, staremo a vedere. L’era Berlusconi l’ho vissuta solo nella sua coda, in un momento piuttosto difficile. Ma si è sempre sentita l’aria familiare, la società mi è stata vicina durante i miei infortuni. Mi sono sentito sempre in famiglia qui al Milan".