In casa Napoli, evidentemente, abitano inquilini a cui la tranquillità e la serenità stanno troppo strette. O, semplicemente, allenatore, presidente e giocatori hanno il bisogno impellente di ammazzare la noia derivante da un ambiente disteso, che si crogiola nella bellezza del gioco e dei risultati degli ultimi mesi, divertendosi a montare casi (su cui poi marciano insistentemente le maggiori testate giornalistiche per settimane, talvolta per mesi) laddove non ce ne sarebbe assolutamente bisogno.

Dopo la classica cena societaria di fine anno, a causa delle battutine un po' troppo piccate del presidente DeLaurentiis nei confronti di Pepe Reina ("Stai attento al ragazzo" avrebbe detto il presidente alla moglie del calciatore azzurro), accusato di una vita mondana un po' troppo oltre le righe, è scoppiato un vero e proprio caso, immediatamente presente sui social con uno dei suoi ormai consueti tweet, seguito a ruota dal cinguettio della compagna Yolanda, entrambi molto seccati dalla esternazioni del presidente, non nuovo ad uscite di questo tipo (basti pensare, senza andare troppo indietro nel tempo, alle dichiarazioni del patron della FilmAuro a valle della sfida di Champions contro il Real Madrid).

Di chi siano le maggiori responsabilità in tale vicenda è di difficile interpretazione, quello che è certo è che, ancora una volta, il Napoli si è dimostrato, agli occhi dei tifosi e degli addetti ai lavori di tutta Italia, una società non ancora pronta al prossimo salto di qualità. E di questa situazione sono responsabili tutti, in blocco: il presidente, troppo vulcanico e fuori luogo in molte delle sue uscite, l'allenatore, spesso inopportuno nelle dichiarazioni, ed anche gli stessi giocatori, troppo spesso lasciati liberi di parlare della società senza alcun tipo di punizione (il caso Bonucci insegna, in tal senso).

E sull'aspetto della comunicazione il Napoli dovrà fare necessariamente dei passi in avanti se, come sembra, tra qualche anno vorrà sedersi con una certa credibilità al tavolo delle big europee. Perchè la sensazione, netta, è che si sia creato un divario notevole fra il Napoli-squadra ed il Napoli-società.

Le eventuali ripercussioni di tale vicenda potrebbero essere diverse. Da un lato c'è un Pepe Reina con un contratto in scadenza nel 2018 e che più volte ha chiesto al presidente un rinnovo per allungare il contratto di almeno un anno. Dall'altro c'è una società che sta valutando attentamente eventuali profili per sostituire il numero uno azzurro, che comunque compirà 35 anni il prossimo 31 Agosto ed è reduce da una stagione sicuramente non esaltante, fatta eccezione per la strepitosa partita di Roma e poche altre prestazioni di livello. Senza dimenticare l'importanza dell'ex-Liverpool nello spogliatoio azzurro per qualità morali e di leadership. 

Maurizio Sarri ha più volte chiarito il suo punto di vista: Reina è un calciatore fondamentale per questa squadra, che riesce a sviluppare il suo gioco anche grazie all'incredibile abilità tecnica del suo portiere con la palla tra i piedi e nella uscite profonde a protezione della linea difensiva. Ma il numero di errori tecnici commessi tra i pali quest'anno è cresciuto notevolmente ed ecco quindi spuntare i primi nomi accostati al Napoli per il dopo-Reina (comunque una situazione delicatissima e su cui il Napoli deve ponderare benissimo qualsiasi mossa, per tutto quello che si è detto in precedenza): Meret, Cragno, Perin, Skorupski, Szczesny e, ultimo in ordine cronologico, Leno. Sul portiere del Bayer Leverskusen, classe 1992, l'interesse del Napoli è forte. Sul prezzo del cartellino e sull'eventuale ingaggio, per ora, niente si può dire, ma da un punto di vista tecnico, fisico e caratteriale (25 anni ma già tanta esperienza internazionale) il profilo sembrerebbe essere quello giusto.

Il Napoli, a due giorni dalla chiusura della stagione, si ritrova tra le mani un nuovo caso, e la speranza dei tifosi è quella che, così come fatto dopo la sfida contro il Real, da questa situazione il Napoli ne esca ancora più forte di prima.