Il Napoli si avvicina a grandi falcate al termine della stagione. Soltanto una lunghezza a dividere gli azzurri dall'ultimo obiettivo, il secondo posto: le speranze di queste ultime due giornate risiedono dunque in un errore della Roma, detentrice della posizione in questione, per poter coronare quest'annata. La settimana scorsa i partenopei hanno schiantato il Torino, ma la contemporanea vittoria dei giallorossi sulla Juve ha riportato la situazione come detto sopra.

Nella giornata di domani, i campani se la vedranno contro la Fiorentina per provare di nuovo a sorpassare gli avversari capitolini. Maurizio Sarri, tecnico dei napoletani, ha introdotto in conferenza stampa - come riportato da TuttoNapoli.net - questo delicatissimo match, partendo da quanto avvenuto però 7 giorni fa: "Penso alla Fiorentina, non riesco a pensare alla soddisfazione di quella precedente. E' un difetto, ma forse anche un pregio. Spero che la squadra abbia lo stesso atteggiameno mio, altrimenti rischiamo di non finire all'altezza del campionato".

Uno dei dubbi nella probabile formazione che l'allenatore toscano dovrebbe schierare domani riguarda le condizioni di Allan. Se il brasiliano ce la farà, andrà al solito ballottaggio con Zielinski, altrimenti si valuteranno anche altre alternative: "E' sicuramente in dubbio, un affaticamento muscolare, anche se non è grave. Non ci sarebbero rischi enormi, ma lo valuteremo domattina. Per noi in alcune partite è una soluzione straordinaria, come nel primo tempo dell'ultima gara, ma abbiamo alternative per farne a meno".

Nello scorso campionato - sotto la stessa gestione tattica - gli azzurri realizzarono il proprio record di punti ottenuti in Serie A. Quest'anno sarebbe eguagliato questo straordinario risultato, vincendo domani. Perciò la motivazione non dipende dal risultato della diretta concorrente: "Tirariamo la Roma fuori dai discorsi e pensiamo al record storico di punti che è a 3 punti da noi. Noi vogliamo tutti i record possibili, se questo ci consentirà di recuperare un posto noi avremo fatto il possibile".

L'accordo per il rinnovo dell'uomo copertina di questa stagione, Mertens, è arrivato in settimana. Questo non può che fare piacere al mister: "Sono contento, ma la mia testa ora pensa solo alla Fiorentina. Ora è una notizia di concordo, anche se sono soddisfatto".

Secondo l'aritmetica i partenopei sono ancora in lotta per lo Scudetto a 2 settimane dal termine della stagione: non accadeva dagli anni '90. E il coach del gruppo ne è contento, ma pensa ad altro: "Siamo soddisfatti di quello che facciamo, ma vorremmo arrivare in fondo per avere una base importante per continuare poi a far bene".

Finalmente si disaminano gli avversari. La Fiorentina è una squadra tecnica e per questo una delle poche che riesce a togliere la maggioranza assoluta del possesso palla ai suoi prossimi avversari, come testimoniano i numeri. Tanti gli elementi di spicco: il tecnico ha parole di elogio in particolare per Bernardeschi, Saponara, Ilicic e Kalinic. Ma parla pure dell'organizzazione di questo talento: "Lo dicono i numeri, il nostro possesso sul 62-63% contro di loro si abbassa a circa 50-52, ci tolgono tanti minuti di possesso ed a noi disturba perchè non siamo abituati. Sono sempre state partite dure, problematiche, col risultato in bilico. Hanno grandi qualità tecniche, Bernardeschi è tra i più forti tra i giovani italiani, Saponara e Ilicic sono ottimi tecnicamente, così come Kalinic, hanno organizzazione e qualità enormi. Non a caso sono stati a lungo primi l'anno scorso e quest'anno potevano fare di più, poi non so i motivi per cui non l'hanno fatto".

Uno dei luoghi comuni più abusati degli ultimi 2 anni è che i giocatori napoletani sì giochino bene ma ottengano, nei fatti, poco. L'allenatore ribadisce anche in conferenza stampa la sua posizione a riguardo, ovvero che crede che la soluzione sia quella migliore anche in un'ottica pragmatica, cioè di far corrispondere le potenzialità della squadra a quelli che sono i risultati. Che poi dipendono anche da altri fattori: "Giochiamo un calcio piacevole, ma l'obiettivo è vincere le partite, dobbiamo unire il possesso al risultato, ci stiamo riuscendo con continuità, crediamo in questa filosofia. Qui in Italia si pensa che per vincere bisogna giocare male, ma non è vero, nella storia hanno vinto tutte le filosofie. La nostra filosofia deve tirar fuori le nostre potenzialità, poi se non corrisponde al primo posto pazienza, ma ci tira fuori il nostro 100%".

Altro tema piuttosto sentito nelle conferenze stampa del mister ex Empoli è quello del fatturato: Ancelotti in settimana ha dichiarato che in Europa chi ha più soldi vince di più, e l'intervistato si trova perfettamente in linea con questo pensiero, anzi lo arricchisce di un esempio e lo rafforza con i fatti: "E' evidente, chi ha più soldi compra la macchina più lussuosa, è normale, per fortuna non matematico, ogni tanto ci sono delle storie che sfuggono a questa dinamica, ma sono storie che si ricordano perchè sono rare. E' così banale, chi fattura 1 miliardo compra giocatori da 200 milioni, chi fattura 200 compra da 30 milioni, il giocatore da 200 è superiore a quello da 30, non sempre, ma è così".

I calciatori si sentono coinvolti appieno nel progetto tecnico e societario, come si riflette da alcune loro dichiarazioni così come dai loro atteggiamenti, sempre positivi anche in allenamento - perlomeno secondo l'opinione del loro allenatore, che li elogia per i valori che hanno trasmesso al gruppo: "Il gruppo è sano, con dei valori, crede in quello che gli presento. Io sono sempre lo stesso, quello che allenava in C, con gli stessi difetti, mi incazzo, a volte uso un linguaggio che non dovrei usare, a volte ho avuto problemi di gruppo, ora no quindi il merito è loro".

Il sogno Scudetto, aldilà delle differenze con gli attuali campioni d'Italia sotto l'aspetto economico, secondo il coach non dovrebbe coinvolgere i mass-media, il cui compito sarebbe diverso. Le eccezioni alla dura legge del fatturato, per lui, sono poche e questo andrebbe sottolineato: "Deve riguardare noi, non la stampa, voi dovete raccontare le cose come stanno, ma non succede quasi mai. Non c'è equilibrio e non si raccontano le cose come stanno, ma forse è per vendere i giornali. Le eccezioni si ricordano, si parla del Leicester perchè infatti non succedono mai, quindi dovreste parlarne tutti i giorni e non far passare come idee particolari mie. Poi per noi il sogno c'è, si lavora meglio, ma resta nostro".

Il terzo posto è stato definito "intermedio" in un'altra conferenza dello stesso allenatore. Le ragioni della scelta di questo termine vengono perciò elencate: "L'ho detto perchè ci porta ad un preliminare. Ci deve dare una base, un'inerzia, magari qualcuno lo criticherà ma erano gli stessi che ci mettevano quinti nella griglia di inizio anno".

Infine, si parla della fase difensiva. Nei numeri, la differenza tanto paventata con gli uomini di reparto della scorsa stagione non è così rilevante, così come quella con la Juventus, prima in classifica e miglior retroguardia d'Italia. La fiducia negli elementi attualmente a disposizione resta aldilà di qualche errore - anche se di troppo: "Da sempre si dice che fa acqua, abbiamo preso 3-4 gol in più dell'anno scorso in un campionato dove si segna di più, ma è la terza d'Italia, poi resta il rammarico per qualche errore che ci è costato qualcosa, ma come tiri subiti è poco dopo la Juventus ad una trentina di tiri, non tantissimi. Qualche errore madornale si può limare, non annullare, ma è un reparto in crescita e sono giocatori che hanno la mia completa fiducia perchè cresceranno".