Il Napoli, reduce dal brillante successo contro l'Inter di Stefano Pioli che ha riavvicinato in maniera definitiva gli azzurri alla Roma di Luciano Spalletti sconfitta malamente nel derby, sia sul piano del gioco che su quello morale, è tornato immediatamente in campo per gli allenamenti in vista della prossima, imminente sfida di sabato 6 maggio contro il Cagliari di Rastelli e, soprattutto, Marco Borriello. Sfida che si giocherà in un San Paolo che, molto probabilmente, si tingerà di azzurro per spingere i padroni di casa, più volte fallaci nei match fra le mura amiche in questa stagione, al primo sorpasso ai danni della Roma dal lontano mese di Ottobre. 

La serata di Milano, oltre alle buonissime notizie in termini di risultato e, come al solito, prestazione, ha comunque portato anche diversi grattacapi ad un Maurizio Sarri apparso, a giusta ragione, soddisfatto del lavoro svolto dal suo gruppo durante il corso di questa stagione.

Il primo grattacapo riguarda la squalifica di Kalidou Koulibaly, il migliore insieme ad Insigne e Diawara nel posticipo della domenica. Il centrale franco-senegalese si accomoderà quindi in tribuna nel match contro il Cagliari, e le sensazioni dell'ultima ora, stanti anche le dichiarazioni dello stesso Sarri di qualche giorno fa, sembrano avvicinare sempre di più ad una maglia da titolare quel Nikola Maksimovic che solo 8 mesi fa era stato acquistato dal Torino per la cifra record (per un difensore, nella storia del Calcio Napoli) di 25 milioni di euro. Lo stesso Maksimovic che, salvo sporadiche apparizioni, sostanzialmente non vede il campo dal disastroso secondo tempo di Firenze, partita datata 22 Dicembre 2016. Le parole al miele spese da Sarri in conferenza stampa sembrano orientare quella che dovrebbe essere la scelta del tecnico, stante anche l'indisponibilità cronica di Tonelli e qualche piccolo problemino accusato anche da Chiriches nel corso dei mesi. E così, Nikola, con tutta probabilità, ri-assaggerà sabato pomeriggio il sapore dell'erba del San Paolo.

In molti in questi giorni stanno discutendo, più o meno animatamente, sull'impatto del centrale serbo e, soprattutto, sull'utilità del suo acquisto, da moltissimi ritenuto superfluo ed oltremodo dispendioso per le casse societarie. In molti però dimenticano o non sono informati su molte delle vicissitudini dell'ex-granata, arrivato a Napoli senza alcun tipo di preparazione atletica, con un piede rotto ed una struttura fisica da rifondare (vedi Pavoletti, che sta patendo le stesse sofferenze del neo-compagno di squadra per le stesse motivazioni), abituato a giocare in un sistema di gioco completamente diverso (la difesa a 3 di Ventura) e, come se non bastasse, arrivato in una squadra dove non c'era assolutamente il tempo di poter aspettare che Maksimovic superasse tutte queste difficoltà. Ad oggi, quindi, ciò che i tifosi ricordano di Maksimovic sono gli svarioni di Firenze ed i crampi accusati contro la Roma (pochi invece, ricordano le ottime prestazioni contro Benfica, Crotone ed Atalanta). La sensazione che il serbo sia stato preso con un anno di anticipo appositamente per garantirgli il tempo sufficiente ad integrarsi sotto tutti i punti di vista, almeno per qualche addetto ai lavori, è forte. Il campionato offre però sabato un occasione importante al Napoli ed a Maksimovic per riprendersi quello che dovrebbe spettargli di diritto: il secondo posto ed una maglia da titolare.

Il secondo campanello d'allarme in casa Napoli, seppur piccolo, riguarda le condizioni fisiche di Marek Hamsik, uno dei peggiori nella trasferta di Sassuolo ed uno dei meno brillanti nella pur convincentissima prestazione di San Siro. Il capitano, reduce da un piccolo problema muscolare che sembra averne leggermente compromesso la facilità di corsa e la lucidità in alcune situazioni di gioco, potrebbe usufruire di un turno di riposo in occasione del match contro il Cagliari, anche se, senza dubbio, tenterà sino all'ultimo secondo di convincere mister Sarri a consegnargli maglia da titolare con annessa fascia da capitano. Nella prima parte di stagione il sostituto naturale dello slovacco è parso essere Piotr Zielinski, tornato di nuovo ai suoi livelli dopo un momento di grande appannamento accusato nei mesi di marzo ed aprile, ma da Febbraio il Napoli può contare su un'ulteriore carta da giocare: tale Marko Rog. Completamente assente dalle rotazioni nei primi mesi della stagione, Rog è prepotentemente uscito fuori alla distanza prendendosi la maglia da titolare in match importantissimi (la trasferta all'Olimpico contro la Roma, in cui fu devastante) e facendosi trovare pronto in qualsiasi occasione.

Il periodo d'ambientamento sembra ormai essere finito e Marko, fra qualche "Mamma mia" urlato a bordocampo e tanti, tanti allentamenti, è ormai entrato nelle grazie di Sarri, che lo vede come un'alternativa ad entrambe le mezz'ali, essendo dotato sia di un'ottima fisicità che di un'elevata tecnica di base, abbinata a delle qualità atletiche portentose, e, qualche volta, anche come alternativa a Callejon (nelle rarissime occasioni in cui lo spagnolo rimane seduto in panchina...). Insomma, Rog, nel giro di un paio di mesi, è passato da oggetto del mistero a gemma preziosissima in divenire, un'altra - l'ennesima - freccia a disposizione nella faretra del Napoli targato Maurizio Sarri. I margini di crescita sono spaventosi (soprattutto quelli riguardanti la conduzione del pallone e l'eccessiva irruenza), ma il tempo è dalla parte di Rog e del Napoli: sognare è possibile.