Trentacinque gol al passivo, terza migliore difesa di una Serie A sempre più dominata, in maniera pressoché incontrastata, dalla solidità e dalla quadratura della Juventus di Massimiliano Allegri. Evidentemente, al Napoli di Maurizio Sarri, non può bastare accontentarsi del migliore attacco del campionato, della migliore fase di impostazione, o fase attiva, del lotto, se al netto delle enormi potenzialità dalla cintola in su si contrappongono delle lacune, vuoi strutturali talvolta, vuoi di concentrazione in altri casi, che condizionano il rendimento della truppa partenopea non permettendole di competere fino in fondo per la conquista del campionato. Inevitabile, però, dopo anni di ottimi risultati - ma mai eccellenti, in termini di vittorie, interrogarsi sul quid da migliorare per giungere finalmente ad effettuare il definitivo salto di qualità.
Problema di uomini? Problema di reparto? Oppure di mentalità? Dilemmi tutti atavici ai quali, per ora, la dirigenza campana non sembra essere riuscita a trovare risposta e soluzione alcuna, se non continuare a perseguire il mantra sarriano di sfruttare al meglio e per quanto possibile, le elevatissime potenzialità del gioco, al netto di qualche errore di troppo nella fase difensiva. Evitabili, oltremodo, gli errori che hanno compromesso punti importanti contro Lazio, Sassuolo, Palermo, e Sassuolo ancora, che sono costati la bellezza di otto punti in classifica che oggi avrebbero potuto trascinare gli azzurri nel sandwich tra le prime due della classe. Come evitarli in futuro? Difficile, o forse meglio dire paradossale, la situazione che si prospetta all'orizzonte, in vista della prossima stagione.
Le certezze - Si riparte dalla seconda stagione di assoluto livello di Kalidou Koulibaly, finalmente impeccabile o quasi per tutto l'arco della stagione, a patto che al suo fianco ci sia Raul Albiol. I due si conoscono oramai a menadito, costituiscono con Reina un terzetto inossidabile sulle quali i partenopei hanno costruito parte delle proprie fortune, abbinando ad una buona fase difensiva anche una spiccata propensione alla fase di impostazione dalle retrovie. La certezza, al netto di un avvio di stagione in sordina - causa l'eccessivo numero di gare giocate in estate - anche Elseid Hysaj, la cui giovane età ed il sicuro affidamento in fase di ripiegamento, costituisce per Sarri una consolidata base dalla quale partire per la prossima stagione. Tre perni, due dei quali anche di prospettiva in ottica futura, sui quali si può costruire qualcosa di importante, con un fuoriclasse pronto a prendere le redini della difesa in mano nei prossimi anni.
I dubbi - Si inizia dal principio. Pepe Reina, impareggiabile leader carismatico dello spogliatoio e burattinaio dei movimenti della retroguardia, inizia a pagare qualcosa in termini di reattività e lucidità tra i pali. Motivo per il quale la società sta già pensando, nella prossima stagione, ultima di contratto per l'iberico, di affiancargli un portiere di sicuro affidamento, esperto oltre che valido tecnicamente, come Szczesny della Roma. Discorso di età avanzata che andrà fatto, a breve, anche per Raul Albiol, che nonostante uno standard sempre medio-alto di prestazioni, deve avere necessariamente un ricambio all'altezza, per potersi gestire in una annata nella quale entrerà nelle trentadue primavere. Infine, la questione fascia sinistra: Ghoulam è destinato a partire e Strinic, per quanto diligente ed ordinato, non assicura prestazioni al di sopra della sufficienza.
Il mercato - Laddove il Napoli dovrà necessariamente intervenire è sicuramente in porta e sulla sinistra, dove tanti nomi già si sono fatti in queste settimane che ci separano da qui al termine del campionato in corso. Secondo o terzo posto difficilmente potranno cambiare gli obiettivi di mercato di Giuntoli e De Laurentiis: Szczesny il primo della lista tra i pali, con Perin, Cragno in seconda battuta, mentre i vari Grimaldo, Rodriguez e - forse - De Sciglio potrebbero rappresentare una valida alternativa al partente algerino sull'out di sinistra. Ma quanto migliorerebbero lo stato ed il valore attuale della retroguardia? Paradosso. Difficilmente infatti i nuovi innesti potranno elevare clamorosamente il tasso qualitativo della retroguardia partenopea, che resterà vincolata al discorso di reparto e di concentrazione fatto in questa ultima dozzina di mesi.
La soluzione (?) - Soltanto un imponente investimento garantirebbe - con molti dubbi del caso - ai partenopei un salto di qualità per competere ai massimi livelli in Italia, ma difficilmente il target sarebbe compatibile con i parametri economici del Napoli, così come difficilmente difensori già ampiamente affermati possano accettare la destinazione partenopea forti di lauti ingaggi e di consolidate certezze nelle squadre nelle quali militano attualmente. Insomma, apportare migliorie alla difesa del Napoli appare arte molto più difficile del previsto: tra mercato, e conseguentemente uomini migliori, ed una differente impostazione della fase difensiva da parte di Sarri, quale la soluzione migliore?