La Sampdoria sta vivendo una seconda parte di stagione davvero esaltante, con vittorie pesanti e di prestigio come quella nel derby contro il Genoa e quelle contro Milan e Inter, entrambe a San Siro. L'ultima affermazione della squadra di Giampaolo è arrivata contro quella di Pioli, al termine di una gara in cui la Sampdoria ha rimontato l'iniziale svantaggio grazie al gioiellino Schick e alla rete su rigore dell'eterno Fabio Quagliarella, al quarto sigillo nelle ultime sei partite.

Al Secolo XIX, quotidiano di Genova, l'attaccante è tornato a parlare della gara giocata contro i nerazzurri, decisi da un suo gol dagli undici metri: "E' stato un rigore pesante perché Handanovic è particolarmente grosso, copre bene la porta. In più mi conosce bene visto che abbiamo giocato insieme. Dovevo essere perfetto nell'esecuzione. Tanta gioia dopo il gol per un altro successo da ricordare. Due vittorie nel derby, due a San Siro, stagione da record per la Sampdoria." Contro l'Inter un episodio ha acceso la competitività di Quagliarella: "Quando Miranda gli ha fatto una finta... mi è montata la carogna: ci tenevo a fare bene e poi devo essere io a dare l'esempio. Anche per il ruolo che ricopro, là davanti. Devo essere il primo a buttarmi su ogni pallone, a pressare ogni volta che mi capiti vicino e fare quella corsa in più per i compagni. Questa Samp mi ricorda la Juventus, il Napoli di Mazzarri e il Torino di Ventura."

Il merito è di Marco Giampaolo come spiega ancora l'attaccante: "E'uno di quegli allenatori in grado di trasmettere sicurezza mentale. Di quelli che preparano le partite e 'vedrete che succederà così...'. Di quelli che ti sostengono sempre. Giochiamo bene, anche se, chiaramente, le luci della ribalta se le prende tutte Schick. Ma io penso a quei centrocampisti che a ogni partita percorrono 12 o 13 chilometri, solo a guardarli mi stanco al posto loro." Quagliarella ha ricevuto qualche critica, ma la sua esperienza gli permette di gestirle nella maniera migliore: "Nel calcio funziona così, ci stanno. Io me le sono prese, ma sono rimasto lo stesso di qualche mese fa. Ho sempre lavorato per rispondere sul campo a chi mi criticava, perché è l'unica risposta che posso dare. E' una stagione che mi soddisfa e mi sento molto sereno nel poter aiutare e affiancare i giovani: mi piace seguire la loro crescita. Un giorno mi arrabbio, il giorno dopo gli do una carezza..."