Sembra passata un'eternità da quando al San Paolo il Napoli affrontava l'ultima partita ad eliminazione diretta nella massima competizione europea. Era il febbraio 2011 quando gli azzurri di Mazzarri, i cui unici reduci sono Hamsik, sicuro titolare nella partita di domani, e Maggio, con ogni probabilità in panchina, battevano per 3-1 il Chelsea. Una partita dominata per larghi tratti dai padroni di casa, che, pur andando in svantaggio per un gol dello spagnolo Mata, trovavano la forza di reagire, soprattutto grazie alla spinta del pubblico, affamato di grandi palcoscenici e partite da mille e una notte. La doppietta di Lavezzi e il gol di Cavani ribaltavano il match, aprendo al Napoli la possibilità della qualificazione, poi sfumata nella sciagurata notte di qualche settimana dopo a Stanford Bridge. Partita da cui sarebbe partita la cavalcata degli uomini di Di Matteo alla vittoria della competizione.
6 anni dopo - Sei anni dopo la situazione è diversa, ma non troppo. Per la prima volta il Napoli si trova a giocarsi una qualificazione ai quarti con la gara di ritorno sul terreno amico (anche se, ultimamente, in campionato, i migliori risultati sono stati ottenuti lontano dal Vesuvio). Il San Paolo sarà una bolgia: sold-out annunciato e realizzatosi nel giro di qualche ora dall'inizio della vendita libera dei biglietti; 55.000 o più tifosi partenopei a spingere la squadra all'impresa.
Di fronte, però, come nel 2011, non ci sarà un'outsider, ma una vera e propria corazzata. Gli uomini di Zidane, come ricordato anche da Sarri in conferenza, sono reduci da 46 partite con almeno un gol realizzato; fattore da non sottovalutare, considerando che al Napoli servirebbe segnare due reti senza, però, subirne, per passare il turno. L'attenzione degli azzurri dovrà, dunque, essere concentrata, oltre che sulla fase offensiva, soprattutto su quella difensiva, senza farsi prendere da eccessive frenesie nel caso in cui dovessero verificarsi episodi sfavorevoli, come accaduto troppo spesso nelle ultime uscite.
Questione di pressione - Elemento totalmente differente rispetto al passato è l'aspetto relativo alla pressione delle due squadre. Nello scontro con il Chelsea, gli inglesi si presentavano agli ottavi con una situazione disastrata: dopo la gara d'andata, anche considerando lo scarso rendimento in campionato, sarebbe stato esonerato Andrè Villas-Boas, per far posto all'esordiente Di Matteo. Il Napoli, dunque, se non partiva da favorito, quantomeno era in una situazione di totale serenità ambientale e psicologica.
Dopo 6 anni, viceversa, gli azzurri sono totalmente sgombri da pressioni mentali. Superata la trasferta al Bernabeu, cercando di limitare quanto possibile i danni, gli uomini di Sarri avranno la possibilità di giocarsi tutte le loro carte al San Paolo, consapevoli del fatto che, anche un'eventuale sconfitta, non dovrebbe essere considerata come una debacle, ma come un punto da cui ripartire per il futuro. La pressione sarà, dunque, tutta sulle spalle dei blancos, che, da Campioni d'Europa e del Mondo in carica, avranno soltanto da perdere nella trasferta italiana.
I galattici, al loro arrivo presso l'albergo che li ospiterà per la trasferta napoletana, hanno già avuto modo di capire l'atmosfera di spasmodica attesa che si respira in città. Chissà che questa atmosfera magica non generi un cortocircuito anche nelle gambe dei madrileni. E, come si sa, la magia genera sogni, sempre, però, con la debita scaramanzia: non succede, ma se succede...