Il Napoli ferito, lacerato dagli ultimi risultati non positivi, reagisce. Lo fa in modo veemente, in bello stile. Gli uomini di Sarri lasciano accontonate nel cassetto le polemiche succedute alla sconfitta dello Juventus Stadium, e scendono in campo ordinati, dinamici, eseguendo un perfetto pressing alto per la quasi totalità della partita, sovrastando gli avversari. Il blitz dell'Olimpico è la quinta vittoria consecutiva in trasferta per gli azzurri, capaci di interrompere l'incredibile striscia positiva della Roma, vittoriosa in casa nelle precedenti 12 sfide. Una prestazione maiuscola, un successo che di fatto riapre i giochi per la lotta al secondo posto.
Sul rettangolo verde della Capitale, il Napoli si è rivelato una vera squadra, con attributi. Cattiva, cinica, capace di far male quando gliene viene concessa la possibilità, ma soprattutto capace di soffrire nel finale, quando bisogna serrare i ranghi e difendere il risultato dai prepotenti attacchi degli avversari. Per 88' minuti i partenopei tengono in scacco gli avversari, dominandoli in lungo ed in largo in ogni settore del campo: Sarri sopraffà Spalletti, studiando minuziosamente le mancanze, i piccoli difetti della Roma, rendendoli maledettamente profondi.
Per il resto, ci pensa Dries Mertens, autore di una sublime doppietta che spacca in due tronconi la contesa. Il primo sigillo è da leccarsi i baffi: assist al bacio di Hamsik, ed il belga a tu per tu con Szecszny lo fredda con un mini cucchiaio di un'eleganza fuori dal comune, di un'intramontabile fascino. Una leccornia. La Roma in religioso silenzio, accusa il colpo, ed il Napoli imperversa. Ad inizio ripresa un'azione da manuale del calcio consegna il raddoppio agli uomini di Sarri. È sempre Mertens, la furia belga, che inizia e finisce l'azione, tramutando in gol l'assistenza perfetta di Lorenzo il Magnifico.
Un Napoli "bello ed impossibile" dilaga, sfiora il tris. Koulibaly giganteggia in difesa, Rog assume il comando del centrocampo, toglie il respiro ai dirimpettai, annullandoli. In due parole, un pitbull. La partita scorre via veloce, Sarri e Calzona vengono espulsi, Mertens in preda ai crampi lascia spazio a Zielinski, ed il doppio vantaggio non impensierisce lo splendente pomeriggio degli azzurri. Tutto bello, meravigliosamente perfetto, fino all'88' minuto, quando Strootman, assistito da Perotti, sigla l'1-2 e riapre la partita, con il Napoli intento ad iniziare la sua opera di autoflagellazione. Ciò che accade immediatamente dopo è una corrida, un finale thriller che farebbe rabbrividere anche il buon Alfred Hitchcock: in poco più di 300 secondi i giallorossi hanno tre nitide palle gol per riprendere per i capelli la sfida, ma ad ergersi ad indiscusso protagonista è il portierone spagnolo Pepe Reina che semina prodigi all'interno della propria area di rigore, difendendo la patria dagli attacchi dei nemici e cancellando le incertezze fatte registrare contro la Juventus in Coppa Italia.
Il Napoli domina, poi soffre, ma di carattere vince e soprattutto convince, dimostrando di essere vivo, acceso. Il tutto a soli tre giorni dalla partita più importante, contro il Real Madrid, quella che vale una stagione. Quella che tutta Napoli aspetta, fremente, nella speranza di vivere una gioia, un'immensa letizia, dai confini infiniti.