Una giornata di fisiologica pausa, di relax, in panchina, a godersi lo spettacolo offerto dai compagni. L'insolita domenica di Dries Mertens allo stadio Bentegodi di Verona è quella del capocannoniere del Napoli di Maurizio Sarri, costretto, forse, a restare seduto accanto ai compagni travolto dalle insolite critiche del post Bernabeu. Il Masaniello belga, in una delle rarissime volte da quando è approdato all'ombra del Vesuvio, non ha messo piede in campo, anche se i vari Pavoletti, Insigne e Milik hanno fatto sentire poco, relativamente, la sua mancanza. La scelta di Sarri è sembrata quella di voler staccare, per un attimo, Mertens da ciò che stava accadendo all'esterno, nell'intento di placare gli animi di una contesa che ha del paradossale.
Già, perché il furetto fiammingo, ad oggi, in un ruolo che si è costruito addosso nel giro di pochi giorni, frutto più della sua sfacciataggine che altro, ha già messo a referto venti gol stagionali (16 in campionato, 4 in Champions League), secondo bottino personale di carriera. I 27 della stagione 2011-12 con la maglia del PSV sono attualmente lontani, ma il nuovo beniamino del San Paolo li ha già da tempo messi nel mirino. Da esterno o da centravanti che sia, Mertens tornerà sabato pomeriggio alla carica, pronto a scardinare a suon di accelerazioni e di lampi di classe pura la difesa arcigna dell'Atalanta.
Difficile stabilire, ad oggi, a quasi 48 ore dall'incontro, chi gli farà posto, anche se è improbabile che sia Insigne, il cui status attuale sembra quello di assoluto intoccabile, a lasciargli spazio. Molto più probabile che, come già accaduto negli ultimi mesi, sia Pavoletti il designato a concedergli la maglia da titolare, provando con Milik a cambiare il volto della gara in corso. Torna Mertens, quindi, formando con Insigne e Callejon il tridente delle meraviglie che, nonostante l'assenza di peso, ha travolto tutto e tutti da Novembre ad oggi. L'Atalanta e Gasperini sono avvisati.