Dopo il convincente successo contro il Chievo di Rolando Maran, il Napoli si appresta ad affrontare un terribile ciclo di partite che, grossomodo, determineranno l'andamento della stagione degli uomini di Maurizio Sarri. Nei prossimi 14 giorni, infatti, il calendario del Napoli prevede rispettivamente l'impegno contro l'Atalanta di Sabato 25 Febbraio al S.Paolo, seguito dallo scontro di Coppa Italia con la Juventus, a Torino, del 28. Dopo i bianconeri sarà poi il turno della Roma allo stadio Olimpico, nell'anticipo di Sabato 4 Marzo. Il tour de force si concluderà quindi con l'attesissima partita di ritorno contro il Real Madrid allo stadio S.Paolo, pronto ad accogliere i 65.000 spettatori previsti.
Atalanta, Roma, Juventus e Real. Tutte squadre che condividono un aspetto non di lieve importanza: ad eccezione del Besiktas, infatti, sono le uniche squadre ad aver battuto il Napoli nel corso della stagione. Particolare che rende ancor più complesse e allo stesso tempo interessanti le sfide che gli azzurri si apprestano ad affrontare.
Dell'Atalanta di Gasperini, del Papu Gomez e del blocco di giovani italiani si è detto tantissimo negli ultimi mesi. Si è parlato soprattutto di un progetto innovativo e vincente, che ha portato la Dea ai vertici della classifica, in piena zona Europa, dopo un inizio di stagione stentato. La ruota, in casa orobica, ha iniziato a girare proprio a valle della vittoria, ottenuta lo scorso ottobre, contro il Napoli, reduce dal roboante successo contro il Benfica in Champions League, a cui poi seguirono diverse vittorie consecutive. Una vittoria costruita su tutti i principi chiave del miracolo bergamasco di quest'anno: cinismo, intensità, occupazione degli spazi, giocate dei singoli. Le stesse armi che sabato, presumibilmente, i nerazzurri utilizzeranno nuovamente per continuare ad impressionare lontano da Bergamo, nella speranza di raccogliere qualche punto in un S.Paolo che non sembra più essere il fortino della scorsa stagione.
La sfida contro la Juventus, per i tifosi azzurri, non è e non sarà mai una sfida come le altre, qualsiasi cosa ci sia in palio. La semifinale di Coppa Italia rappresenta però per il Napoli un appuntamento importante per cercare di conquistare uno o più trofei nel corso di questa stagione e di quella successiva (un'eventuale vittoria della Coppa Italia consentirebbe agli azzurri di giocarsi anche la Supercoppa Italiana). Oltre quindi al fascino ed all'importanza intrinseca della sfida, la posta in palio è comunque alta. Soprattutto dopo la sconfitta amarissima, giunta per mano dell'ex Higuain, rimediata dagli azzurri sempre nel mese di Ottobre (l'ultima in campionato, ad oggi). Amara anche perchè, a detta di molti, immeritata ed arrivata principalmente a causa di amnesie individuali (Ghoulam su tutti) seguite da colpi d'alta scuola degli avversari. Come quella dello scorso campionato (ma questa è un'altra storia...). Difficile in questo momento capire quale Juventus e quale Napoli si affronteranno fra circa una settimana allo Juventus Stadium, visto il recente cambio di modulo in casa bianconera e le necessarie rotazioni a cui sarà chiamato Sarri per dosare scientemente le energie dei suoi uomini. Facile invece prevedere una dura battaglia in mezzo al campo indipendentemente dai soldati scelti per combatterla.
La sfida contro la Roma, sebbene sia incastrata fra le due contro gli avversari più forti di questa stagione, è però probabilmente la più importante, forse decisiva per il prosieguo del cammino azzurro in campionato. Sicuramente sarà la più difficile da un punto di vista ambientale e tattico. All'Olimpico gli azzurri sono reduci da diversi k.o. di fila ed in generale non battono la Roma dal 2015. Nella gara di andata, disputata sempre nell'Ottobre nero dei partenopei, a dirla tutta gli azzurri, così come contro la Juventus, non demeritarono e la sconfitta fu determinata più da errori grossolani dei singoli (Koulibaly su tutti) che da un dominio tecnico-tattico giallorossi. Ma in quella partita scese in campo tutto un altro Napoli rispetto a quello attuale, ancora alla disperata ricerca di una soluzione per il dopo-Milik, con Gabbiadini titolare ma completamente avulso dal gioco, un corpo estraneo ormai non più appartenente all'orbita azzurra. Certamente anche la Roma, rispetto al match di andata, è salita notevolmente di condizione fisica, tecnica e mentale ed il confronto fra i due terzetti di centrocampo con tutta probabilità determinerà l'esito dell'incontro.
Infine, la sfida contro il Real, il sogno azzurro nel catino infernale del S.Paolo. Solo pochi giorni fa la gara d'andata, che ha visto una differenza notevole fra le due squadre, sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Ma la speranza è l'ultima a morire ed il 3-1 del Bernabeu non preclude del tutto agli azzurri una possibile remuntada che, francamente, avrebbe dell'incredibile. Ad ogni modo, qualunque sia l'esito dell'incontro, l'unica cosa sicura è che il Napoli, nella serata del 7 marzo, avrà le idee definitivamente chiare sulla sua identità e sugli obiettivi stagionali. La gara precedente contro i blancos è stata quella del confronto con una realtà distante, almeno per il momento, anni luce dalla realtà azzurra, sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista societario, vista la sfuriata del presidente De Laurentiis e le risposte a tono di Sarri e dei calciatori, sia nel dopo-partita in Spagna sia al termine del match contro il Chievo. La speranza dei tifosi azzurri è che tra due settimane, proprio al termine della partita contro il Real, il clima si possa definitivamente rasserenare e, perchè no, che l'ambiente si possa esaltare dopo 4 grandi prestazioni (seguite magari da grandi risultati) contro le 4 squadre che, più di tutte, hanno messo in difficoltà il Napoli in questa stagione.