Vincerle tutte all'Olimpico sembra l'ossessione di questa squadra. Un perfezionismo, quello di questa Roma, confermato da numeri e gioco. Da perle preziose, da belle serate da regalare ai tifosi citando Spalletti. Quelle belle serate che consacrano Dzeko sempre più in alto nella classifica dei bomber europei, che riportano ancora la Roma lì al secondo posto che le spetta (-7 dall'infallibilità juventina) e che danno la sensazione più generale di una maturità, serenità e prospettiva quantomeno europea. Lì dove le stelle sono tante e i giallorossi spesso son stati solo meteora. Con le prestazioni di campionato e coppe (arriva, a breve giro, anche la Coppa Italia) la Roma fa sul serio, con l'asticella sempre alta in ogni particolare. Senza nemmeno un grandissimo sforzo. Produzione e controllo, la bilancia spallettiana dice che il peso forma è stato raggiunto, ora bisogna conservarlo.
Con uno sforzo proporzionale all'impegno, la Roma difende bene, non è eccessivamente aggressiva, e il match gira subito come deve: è Dzeko a ritagliarsi un decisivo spazio da fuori area per il vantaggio, è Salah a replicare dopo poco sulla sua fascia, arata come fino a prima degli impegni africani. Il secondo tempo inizia come fu quello di Villarreal: gli avversari spingono per riaprire il match, la Roma colpisce nel momento di "difficoltà", pur minima. E' un gol da cineteca di Paredes a mettere tutto in chiaro, col cinismo che la Roma ha cercato per tempo, per larghi tratti del girone d'andata, trovandolo poi sotto gli occhi, quelli allegri di un undici da 50 e più reti in A, da una difesa che chiude sempre tutto, quasi. Solo il tempo di una gioia per Maxi Lopez, nulla di incisivo su un match chiuso. Solo una punta di delusione per Szczesny, che era a caccia del dodicesimo clean sheet in stagione. Non può confermare il trend, ma a nulla serve la segnatura granata. C'è anche il tempo per l'acuto di Nainggolan, imbeccato con altruismo da quel campione eternizzato, senza tempo, Totti. L'ennesima perla di quel Ninja capitano, che chiude le ostilità. La Roma produce, e difende. Assalta, e copre. Matura sempre più.
TOP...
Bruno Peres: finalmente una bella prestazione del brasiliano, molto attento avanti e dietro, rinvigorito dalla fiducia che Spalletti ripone nel suo gioco.
Jesus: con un tempismo tutto suo Spalletti lo mette in campo per una rotazione intelligente e lui ripaga tutti. Molto attento.
tutta la squadra: quando in un match non si segnala nessuno sotto tono è sempre una bella notizia...
...E FLOP:
La sensazione diffusa che questi 7 punti di differenza con la Juve siano già troppi, già imprendibili. La Roma deve puntare a fare all in,tutto per tutto. E la storia parlerà.