"Quando un forestiero viene al Sud piange due volte: quando arriva e quando parte".
Non fanno eccezione, nella citazione tanto famosa di Alessandro Siani nel film "Benvenuti al Sud", anche i calciatori del Napoli che, come è da prassi nel mondo del calcio, vanno e vengono, si affezionano alla città, al vivere spesso confusionario del capoluogo partenopeo e poi, quando è il momento di trasferirsi definitivamente, lasciano un pezzo del proprio cuore laddove non pensavano affatto di doverlo necessariamente riporre. E' già capitato, in passato, con Inler ad esempio, di leggere questo tipo di manifestazioni di affetto dei giocatori nei confronti della città, della società e della squadra e Manolo Gabbiadini ed Omar El Kaddouri, ceduti ieri rispettivamente a Southampton ed Empoli, non fanno affatto eccezione.
Toccante, soprattutto, il laconico commento dell'attaccante bergamasco, timido e riservato nel suo essere, emozionante nel descrivere così la sua parentesi all'ombra del Vesuvio su Facebook: "Ora sì, dopo due anni è veramente arrivato il momento di salutarsi. In Inghilterra sono pronto e felice di iniziare una nuova avventura; sono tanti i pensieri che mi invadono la mente ed il cuore e metterli in ordine in poche righe non è semplice. Grazie Napoli. Grazie al Presidente, alla Società, a Benitez, Bigon, Giuntoli, a tutti i componenti dello staff e i compagni di squadra di questi venticinque mesi vissuti insieme in Italia e in Europa.
Grazie ai tifosi napoletani, unici e meravigliosi, per i tantissimi messaggi che mi state inviando sui profili social, prometto che proverò a leggerli tutti. Grazie per aver sempre fatto sentire la mia famiglia a casa e per avergli donato il vostro cuore. Contento ed orgoglioso di essere stato amato per quello che sono veramente dentro e fuori dal campo e non per come gli altri volevano che fossi, esuberante, sorridente per forza; nel bene e nel male sono sempre stato me stesso. Ho apprezzato tanto il vostro modo di supportarmi e di incoraggiarmi, sia nei momenti belli che in quelli meno felici e non dimenticherò mai la vostra accoglienza all'aeroporto.
Un pensiero finale voglio dedicarlo anche a coloro che mi hanno spesso e volentieri criticato etichettandomi come un calciatore con poca personalità e carisma, incapace di reggere le pressioni della grande piazza e del grande club. Beh, che dire, non amo rispondere a parole ma preferisco far parlare i numeri. Nel calcio i numeri sono tutto e fotografano la realtà dei fatti, con la maglia azzurra ho realizzato 25 reti in 3119 minuti, un gol ogni 124 minuti.
Ciao Napoli, è stato bello. Un abbraccio Manolo".
Da Gabbiadini ad El Kaddouri, con il marocchino che non è volato oltre Manica ma nella vicina Empoli, in Toscana, dove la passione ed il calore dei tifosi empolesi potrebbe ricordare, così come la tonalità della maglia, quella partenopea: "Un nuovo capitolo, un'altra pagina da scrivere. Lascio una Napoli che porterò sempre nel cuore: una città impossibile da non amare, tifosi fantastici sempre pronti a incitarmi, compagni meravigliosi ai quali auguro ogni fortuna e che mi hanno sostenuto anche nei momenti più difficili. Che dire se non... grazie, a tutti. Vi porterò con me nella nuova avventura che mi attende a Empoli. Un'avventura che mi emozione ed entusiasma".
Due addii differenti, due modi di intendere la vita ed il calcio forse diversi, due caratteri sicuramente agli antipodi, ma che hanno lasciato un pezzo di sé nelle contraddizioni di una piazza che fa piangere al momento dell'arrivo, per tantissimi motivi, e per altrettanti fa commuovere all'atto dell'addio.