L'urrà della Sampdoria finalmente è arrivato; mancava dal lontano 4 Dicembre, quando gli uomini di Marco Giampaolo stesero a Marassi il Torino 2-0. Cinque sconfitte tra campionato e Coppa Italia, inframmezzati da due deludenti pareggi casalinghi (entrambi ad occhiali) contro Udinese ed Empoli, avevano spedito la Doria giù in classifica, fino al 16 esimo posto.

Risultati opachi, tersi, che hanno gettato nello sconforto l'ambiente Doriano, sempre però legato alla squadra da quel legame viscerale che da sempre contraddistingue il rapporto giocatori-tifosi a Genova, sponda blucerchiata.
Una Sampdoria in piena convalescenza avrebbe potuto sgretolarsi dopo il gol subito a freddo da Bruno Peres che ha portato in vantaggio la Roma, ed invece i ragazzi di Giampaolo si sono subito rimboccati le maniche, riorganizzandosi in un amen sotto la guida del loro tecnico, e mettendo in atto quanto di buono la squadra aveva dimostrato sul campo prima dell'avvento di questo fastidioso periodo di appannamento.

Squadra corta, aggressiva che ha soffocato le fonti di gioco degli avversari. Dennis Praet scelta vincente dell'allenatore. Il talento belga, libero di sguazzare nella metà campo di gioco, ha fatto parecchio male alla Roma, mai in grado di limitarne la sua qualità soprattutto negli ultimi venti metri. Proprio Praet, servito dall'immarcabile Muriel, ha avuto il merito di realizzare il gol del pareggio e rimettere in discussione il destino del match.
I peccati di gioventù, in una squadra dall'età media parecchio bassa, accadono, e puntuali si sono materializzati in occasione del punto dell'1-2 di Edin Dzeko, lasciato libero di addomesticare palla in area e calciare verso la porta avversaria. Un altro colpo duro da digerire, per chiunque squadra si trovi a vivere un momento delicato come quello della Doria.

Il gol del bosniaco pareva avere le sembianze del colpo del k.o, con cui i giallorossi avrebbero "saccheggiato" il Ferraris depredando i tre punti, a loro utili per restare incollati alla Juventus nella lotta scudetto. Ma il finale ha proferito tutt'altro.
La Sampdoria si è rivelata maestra nel non concedersi agli avversari, si è aggrappata al talento cristallino di Luis Muriel il quale con le sue serpentine ed accelerazioni ha ammattito i colossi difensivi della "Lupa". Prima in versione assist man rifornendo Schick, poi nel ruolo di giustiziere calciando la punizione (dubbia) con cui ha trafitto il fin lì ottimo portiere polacco Wojciech Szczęsny. Il talento nativo di Santo Thomas si è preso il proscenio, ha rivoltato come un calzino il punteggio, offrendo ai compagni di squadra la possibilità di vivere una domenica diversa dalle altre, o quantomeno diversa da quelle vissute nell'ultimo periodo.
Domenica in cui la Doria ha ritrovato il successo in campionato, e finalmente la propria identità.