Chi l'avrebbe mai detto che quella strana sensazione di déjà-vu, sarebbe tornata a bussare nelle menti della tifoseria rossonera, solo qualche mese fa, certa di aver trovato in Mbaye Niang un calciatore da Milan

Il talento francese, arrivato in Italia tra l'indifferenza generale, nell'estate del 2012, ha vissuto la sua esperienza al Diavolo come fosse su una giostra: prima su, nel tridente delle creste con Balotelli ed El Shaarawy. Poi giù, con quel palo indimenticabile al Camp Nou. E poi ancora giù fino a costringere i rossoneri a cederlo in prestito prima al Montpellier e poi al Genoa, dove in sei mesi Niang ha dimostrato di possedere un talento non comune. Infine il ritorno alla base, per volere di Sinisa Mihajlovic. Con il serbo in panca, Niang gioca per la squadra, supportando Bacca e allo stesso tempo, risultando decisivo in fase di ripiegamento. 
La sua stagione, al contrario di quella del Milan è positiva, ma non basta. Con Montella, Niang torna a giocare da esterno d'attacco e in avvio di campionato il Milan non può fare a meno di lui: gol, assist, tanta corsa e un feeling che sembra naturale con l'Aeroplanino. 

E invece, la rosa di Mbaye si affievolisce con l'arrivo dell'autunno. Inspiegabile una flessione non solo fisica, ma soprattutto mentale, che lo porta ad un digiuno di reti che persiste dalla metà di ottobre. I fischi di San Siro, teatro esigente come pochi; i rigori falliti con Crotone e Roma - forse veri e propri spartiacque della sua stagione - e le panchine mal digerite, lo portano ai margini del progetto di Montella
Ma il francese stavolta non reagisce: nei ritagli di partita che il tecnico gli concede, Niang finisce per irritare ancor di più, forte di atteggiamento svogliato e alle volte quasi strafottente. 
Ieri, la frattura definitiva: nella conferenza stampa di vigilia alla gara di Tim Cup con la Juventus, Montella non usa mezzi termini: "Niang? Lui insieme alla società stanno valutando la possibilità di cambiare squadra, c’è l’opportunità. Penso di non convocarlo per Torino perchè sarebbe sicuramente distratto. Lui è sempre stato nel cerchio del normale, è stato anche vicino al confine ma senza mai andare oltre. Da parte mia avrà sempre considerazione".

Mbaye Niang. Fonte foto: Getty Images Europe.
Mbaye Niang. Fonte foto: Getty Images Europe.

Dopo il "no" secco, rifilato da Niang ad un possibile ritorno in prestito al Genoa - in quel caso a Milano sarebbe arrivato Ocampos, soluzione gradita anche da Montella - ora Mbaye riflette sul suo futuro. Con una settimana di tempo per decidere in da farsi, il 22 enne francese attende l'arrivo del suo procuratore. Il sogno, neanche troppo celato, è quello di spostarsi in Inghilterra, nella lega che, a detta dello stesso Niang più si addice alle sue caratteristiche. 
In effetti, quella della Premier League non è affatto un ipotesi da scartare. In questo caso, naturalmente, il Milan sarebbe costretto a concludere un operazione a titolo definitivo, e non più in prestito. Un operazione che allora, dovrebbe avere anche l'avvallo della Sino Europe Sports, non troppo contenta di cedere un talento giovane e dalle ottime potenzialità. 

A questo punto però, scagliata la pietra nello stagno, il Milan e Montella non possono più tirarsi indietro. I presupposti per una permanenza di Niang in rossonero, sembrano non esserci, almeno questo è quello che è trafilato dalle parole di Montella. Allo stesso tempo, le tempistiche per trovare un sostituto all'altezza - considerando Deulofeu come un ovvio rinforzo e non un sostituto di Niang - sono limitate, così come le disponibilità economiche. 
Intanto, l'agente del calciatore è atteso in Italia per discutere in prima persona con lo stesso Mbaye. Dall'Inghilterra, sono sempre più forti le voci di un interessamento congiunto: Crystal Palace e West Ham stanno sondando il terreno, ma il Milan, a meno di 20 milioni non ne vuol sentir parlare. 
Mentre lo stesso Torino di Mihajlovic tenta il colpo di coda, il classico last minute, Niang vive queste ore da separato in casa. Mentre i suoi compagni si preparano alla battaglia con la Juve, pensieri, paure e riflessioni attanagliano la mente di Mbaye, costretto per l'ennesima volta a ripartire dallo zero.