La partita di andata era la prima giornata di campionato. Era una sera di una domenica di mezz'estate, il 21 Agosto; match visto distrattamente da molti e bollato come la classica partita di inizio campionato, condizionata dalle gambe pesanti e dai residui della preparazione fisica. Se questa sarà l'idea della maggior parte dei tifosi azzurri, di certo Sarri la penserà diversamente e cercherà di mantenere quanto più alta possibile la concentrazione della sua squadra, particolarmente avvezza a subire cali di tensione con avversari apparentemente più abbordabili.
La partita di andata- Proprio la partita agostana rappresenta il punto da cui ripartire per non prendere sotto gamba l'impegno odierno. Il Pescara, orfano del bomber Lapadula, già trasferitosi a Milanello, si schierava con un undici aggressivo, con al vertice tre mezze punte. Proprio i rapidi interpreti del gioco palla a terra di Oddo mettevano in difficoltà i giocatori azzurri, anche alla luce dei carichi di lavoro imposti dall'allenatore toscano e della freschezza atletica degli abruzzesi. A fine primo tempo il Napoli era sotto 2-0 per i gol degli scatenati Benali e Caprari. Soltanto nella ripresa la reazione d'orgoglio dei partenopei, che avrebbero trovato il pareggio grazie al meraviglioso quanto efficace ingresso di Dries Mertens, recriminando per un rigore prima dato e poi revocato per fallo su Piotr Zielinski.
Cosa è cambiato- Dopo un intero girone, sarà lo stesso Mertens, nell'ormai consueta posizione di centravanti, a guidare l'attacco azzurro, affiancato da Insigne e Callejon, con Pavoletti, appena arrivato, in attesa, ma pronto a subentrare dalla panchina per aumentare il suo minutaggio. A differenza di Agosto sembrerebbero cambiate le gerarchie nel centrocampo dei partenopei: ad eccezione dell'intoccabile capitan Hamsik, ormai il posto da titolare è stato affidato al solido Diawara e al fantasista Zielinski, che sono avanti rispetto ad Allan e Jorginho.
Il Pescara, che aveva iniziato il campionato con grandissimo entusiasmo e voglia di giocare un calcio quasi spumeggiante, invece, si è un po' sgonfiato. Penultimo in classifica a 9 punti, distante già otto lunghezze dalla quota salvezza rappresentata dall'Empoli, non può più sbagliare. Le difficoltà degli abruzzesi emergono essenzialmente in fase offensiva, dove fino ad ora non c'era alcun uomo capace di tramutare in gol le occasioni create: per questo è stato acquistato un attaccante di vecchio corso in serie A come Alberto Gilardino. Inoltre, i bianco azzurri dovranno stare attenti alle scorribande degli esterni napoletani, date le gravi assenze nella retroguardia degli ospiti, che costringeranno mister Oddo a schierare una difesa a 3 di emergenza.
Cosa deve temere il Napoli- Dal punto di vista tecnico, almeno in linea teorica, gli azzurri dovrebbero essere nettamente favoriti. Il reale problema con cui dovranno confrontarsi gli uomini di Sarri è la tenuta mentale: senza dubbio il Pescara giocherà i primi spezzoni del match cercando di imporsi fisicamente sui padroni di casa e provando a incrinare qualche certezza nei meccanismi partenopei. Particolare attenzione meriterà la prestazione del gioiellino Caprari, attaccante esterno di scuola Roma, acquistato in estate dall'Inter e parcheggiato in prestito in Abruzzo per un altro anno: rapido di gambe, ma non particolarmente prolifico sotto porta, è l'uomo che Albiol e il suo compagno di reparto, Chiriches con ogni probabilità, dovranno tenere in considerazione.