Con umiltà ed abnegazione, passo felpato e tanta, tantissima, dedizione al lavoro. Piotr Zielinski è uomo e giocatore di poche parole, ma di tanti fatti, soprattutto quando si allaccia gli scarpini e scende in campo. Sembra un predestinato, il mediano polacco, talentuoso quanto coriaceo, a lungo corteggiato da Sarri e dalla dirigenza partenopea che in estate lo ha atteso, ben consapevoli delle potenzialità dell'ex Udinese ed Empoli. Qualche mese dopo, Zielinski, può a tutti gli effetti essere considerato il miglior acquisto estivo del Napoli, passato fin troppo in sordina, offuscato dal blasone di cessioni ed acquisti pluri-milionari.
Nemmeno il tempo di inserirsi in gruppo, di conoscere compagni e metodologie di gioco, di ambiente, che Piotr si è preso il Napoli, con relativa tranquillità, laddove il posto da titolare sembrava fisiologicamente e naturalmente destinato ad Allan. Ed invece, con il passare dei giorni e con un crescendo esponenziale di prestazioni e giocate, Zielinski si è imposto nelle gerarchie sarriane cambiando volto ad un Napoli che sembrava già bello ed efficace con gli inserimenti ed i muscoli del brasiliano. Con il glaciale polacco, gli azzurri, hanno trovato un'altra mezzala che contestualmente ad Hamsik spacca in due le difese avversarie, capace di imprimere un cambio di marcia anche sul centro-destra, sia dal primo minuto che a gara in corso, oltre ad avere doti di fraseggio e verticalizzazione che l'altro ex friulano non ha nel proprio bagaglio. Caratteristiche che hanno consentito al tecnico toscano di accostare sempre più il suo Napoli al Barcellona guardioleggiante, con due mezzali di inserimento, tecnica e dalla propensione offensiva.
Dall'esordio di Pescara al break contro il Milan che ha stregato tutti, rievocando nelle menti dei tifosi di Partenope quel giovane slovacco che contro i rossoneri, agli albori della sua carriera all'ombra del Vesuvio, scosse il San Paolo con un coast to coast memorabile che tolse al Diavolo la qualificazione in Champions League.
Presto, tuttavia, per dire che Zielinski sarà e rappresenterà il futuro del Napoli nei prossimi anni così come nell'ultimo decennio lo ha fatto Hamsik. Certo è, però, che Zielu ha, così come le aveva il capitano degli azzurri, le stimmate di uno che è destinato a grandissimi palcoscenici e a realtà di primissimo pelo (non ce ne voglia il Napoli, che pian piano lo sta diventando). Ad oggi, la crescita di Zielinski (altresì di Diawara e Rog), che ha costretto Sarri più volte a mutare l'assetto della propria squadra pur di utilizzarlo nonostante fosse consapevole delle spiccate doti offensive sue e del dirimpettaio sulla sinistra, va di pari passo con quella del Napoli. Qualche dettaglio, di personalità e carisma, oltre che nel tiro dalla distanza (nonostante i gol all'Inter, al Cagliari e, infine, allo Spezia, ne dimostrano il contrario), da migliorare, con l'età ed il futuro che chiaramente gli sorridono.
Presto per parlare di Zielinski come uno dei migliori centrocampisti d'Europa, forse del Mondo intero, anche se di calciatori con queste caratteristiche e con questa naturalezza nell'imporsi in una grande squadra, è sempre più raro trovarne. Piotr, in attesa dell'affermazione definitiva, chissà al Santiago Bernabeu nella doppia sfida contro il Real Madrid, resta in silenzio, sul prato di Castel Volturno, al lavoro, giorno dopo giorno, per limare quei dettagli che possono davvero lanciarlo nel Gotha del calcio mondiale. La strada, per ora, sembra quella giusta. Sarri, nel frattempo, non può più farne a meno.