Il campionato di Serie A 2016/17 è arrivato nel suo momento clou: ormai sono già trascorse 17 giornate e siamo vicinissimi al giro di boa. Sappiamo già che la Juventus sarà campione d'inverno, con i suoi sette punti di margine sulla Roma e nove sul Milan. Tuttavia, nella prima parte della classifica, c'è una piacevole sorpresa: non si tratta dell'Atalanta, di cui ormai si è parlato molto, ma del "piccolo" Chievo di Rolando Maran. La squadra veronese è al decimo posto con 25 punti, gli stessi del Torino, a otto lunghezze dalla zona Europa League.

Il Chievo Verona è una presenza stabile nel nostro campionato: dalla sua prima promozione, avvenuta nel 2001, i clivensi sono retrocessi una sola volta (nel 2007). Ormai definirla con il termine "sorpresa" sembra abbastanza riduttivo, poiché in quattordici anni abbiamo avuto la dimostrazione che il Chievo sia una realtà che nessuno può ignorare. Il merito va sicuramente alla società che, durante tutti questi anni, ha costruito una buona squadra utilizzando sempre un budget limitato. Stando ai fatti, il Chievo può essere definito come forse la più prolifica delle squadre di provincia: nonostante il club non abbia mai vinto un trofeo importante, naviga quasi sempre nella prima metà della classifica (tralasciando le classiche "annate storte"). Il risultato finora raggiunto in questa stagione ne è la conferma. Secondo i dati riportati sul sito​Transfermarkt.it,​ il Chievo è terzultimo nella speciale classifica riguardo il valore di mercato: i ventisette giocatori che compongono la rosa gialloblù raggiungono complessivamente il valore di 36,33 milioni di euro. L'ex Catania Lucas Castro ha il prezzo più alto, con il valore di 6 milioni. Inoltre, il club scaligero è anche tra i più "vecchi" della Serie A poiché ha un'età media di 30,2 anni. I dati riassunti poc'anzi fanno pensare al Chievo come a una squadretta di provincia, in lotta per non retrocedere: invece, stando alla classifica, i gialloblù sono a ridosso della zona che porta ad una qualificazione nelle prossime coppe europee. Sogno europeo che il club di Verona ha raggiunto solamente due volte: qualificazione in Coppa UEFA nella stagione 2001/02 e preliminari di Champions League nel 2005/06. Tuttora questi sono i migliori piazzamenti ottenuti dal club di Verona nella sua storia. L'attuale posizione in classifica potrebbe far sperare i tifosi clivensi in una salvezza tranquilla e, magari, far sognare loro un nuovo approdo in Europa dopo 11 anni.

Il Chievo ha raggiunto uno dei migliori piazzamenti in classifica dopo le prime 17 giornate di campionato: al termine della diciassettesima giornata dello scorso campionato, infatti, il club aveva tre punti in meno ed era dodicesimo. Posizioni migliori sono state ottenute solamente durante gli anni di Luigi Delneri: terzo posto con 35 punti nel 2001/02, quinto posto con 32 punti nel 2002/03, nono posto con 22 punti nel 2003/04; da ricordare anche il terzo posto con 27 punti della stagione 2005/06, nella quale c'era Giuseppe Pillon sulla panchina clivense.

Source: Dino Panato

L'attuale tecnico gialloblù, Rolando Maran, conosce molto bene la storia del Chievo visti anche i suoi trascorsi da calciatore. L'ex allenatore del Catania ha molto a cuore la causa della sua società e spera di raggiungere grandi risultati. La peculiarità di Maran è certamente la sua filosofia di gioco e la mentalità che trasmette ai suoi giocatori. Un tecnico che, a differenza dei suoi colleghi, non perde tempo in tatticismi di troppo e pone attenzione maggiormente all'aspetto psicologico. Il suo Chievo non è una squadra che gioca in modo particolare, ma non è nemmeno brutta da vedere. Il gioco che vuole Maran è di tipo offensivo: dal punto di vista tattico si predilige il 4-4-2, con i centrocampisti che devono stare sempre a ridosso delle punte in modo da aiutare la fase di costruzione. Gli attaccanti a disposizione del mister clivense non hanno grandi doti tecniche e non hanno nemmeno una grande capacità realizzativa: questo, il buon Rolando, lo sa. Tuttavia, l'unica cosa che viene richiesta agli attaccanti è quella di correre per tutti i 90' e sacrificarsi sempre. I giocatori del Chievo svolgono delle sedute di allenamento molto intense proprio per sviluppare l'elemento fisico, perché è questo che vuole maggiormente il loro allenatore. Bisogna correre, prima di tutto, e fronteggiare gli avversari a viso aperto prescindendo dal fatto che si stia giocando con la Juve o con il Crotone. E' questo l'aspetto fondamentale del Maran-pensiero: grinta, sacrificio e soprattutto cuore. Uno che ha giocato per anni tra le fila gialloblù del club veneto sa bene cosa significa onorarne la maglia: e lo sa anche uno dei suoi migliori attaccanti, ovvero il capitano Sergio Pellissier. L'attaccante valdostano ha segnato 100 reti in Serie A, tutte con la maglia del Chievo ed è l'unico che conosce bene lo spirito che anima l'ambiente di questa splendida società.

Source: Paolo Rattini

Vedendo le partite del Chievo durante l'attuale stagione, si può notare bene l'atteggiamento impartito dal proprio tecnico. Gli uomini della banda Maran giocano sempre con grande grinta, attaccando sempre gli spazi ed effettuando pressing alto nelle fasi di non possesso. La posizione da trequartista di Valter Birsa è la chiave del progetto tattico di Maran poiché lo sloveno riesce bene a svolgere il suo compito di sostegno degli attaccanti e a costruire delle occasioni da gol. Nella fase di costruzione sono importanti anche i terzini, poiché devono sempre contribuire ad intensificare il gioco. Quando, invece, sono gli avversari ad attaccare si passa ad un abbassamento del baricentro, con tutti i giocatori che si sistemano nella propria metà campo. Dal punto di vista tattico, il Chievo attuale può essere considerato come il migliore di sempre, forse più della versione degli anni più belli con Delneri in panchina. L'attuale tecnico dell'Udinese è stato studiato a lungo da Maran, che è molto attento al dettaglio. Bisogna focalizzarsi su ogni aspetto del gioco, senza trascurare nulla: questa la peculiarità del timoniere dei veneti. Viene studiata ogni fase di gioco anche se viene prediletta quella offensiva, la quale affascina molto il nostro Rolando (fase che analizzava molto durante la carriera da calciatore, poiché giocava come difensore). Il Maran pensiero è la dimostrazione che nel calcio non bisogna essere dei visionari, imponendo ai propri giocatori uno stile di gioco, ma bastano solo la dedizione e il duro lavoro. In questo modo, anche se si ha a disposizione una squadra con poca qualità, si possono comunque raggiungere grandi risultati.