Sessantadue anni in tre, meno del presidente De Laurentiis, che di candeline quest'anno (24 Maggio, ndr) ne ha spente sessantasette. Giovanissimi ma già "vecchi" nel modo di affrontare diverse situazioni di gioco, senza però perdere la sfrontatezza tipica della gioventù, pur con tutti gli errori di valutazione tipici dell'adolescenza. Rog, Zielinski e Diawara (soprattutto quest'ultimi due) si sono presi il Napoli sin dai primi istanti in cui hanno messo piede in campo, mostrando qualità e personalità da vendere, complicando dolcemente il lavoro di Maurizio Sarri, costretto a gestire sei centrocampisti di alto profilo per tre posti, ma allo stesso tempo entusiasta di lavorare con un gruppo di ragazzi che diventa sempre più giovane ed affamato anno per anno.
Piotr Zielinski è arrivato all'ombra del Vesuvio dopo un lungo corteggiamento iniziato già nei mesi invernali della passata stagione, con Liverpool e Milan che si erano fatte avanti con molto interesse. Il giovane polacco però alla fine ha scelto Napoli, riabbracciando l'allenatore che lo aveva lanciato in quel di Empoli due stagioni orsono. Conoscenza pregressa che ha aiutato notevolmente l'inserimento del classe 1994: Zielinski ha trovato spazio praticamente subito, avendo già assimilato nell'esperienza in Toscana i movimenti necessari ad interpretare il ruolo di mezz'ala nel centrocampo a tre di Sarri. Eccolo quindi in campo sin dalla prima giornata a Pescara. Il biondo polacco però è entrato nel cuore dei napoletani al minuto 74 della seconda giornata di campionato. Di fronte c'è il Milan, che ha rimontato nel secondo tempo i due gol di svantaggio accumulati nella prima frazione (realizzati da tale Arkadiusz Milik, polacco anch'egli ed amico di Zielinski). Scambio con Jorginho a centrocampo, strappo allucinante di 50 metri che lascia sul posto mezza squadra rossonera e palla scaricata sull'esterno per Insigne.
Il resto è storia nota, con il tiro a giro di Insigne, la parata di Donnarumma ed il tap-in vincente di Callejon. Praticamente tutto il repertorio di Zielinski concentrato in pochi secondi: le accelerazioni, lo scambio nello stretto, la corsa, la grinta, la conduzione rapida del pallone ed un elevato tasso tecnico. Zielinski è entrato nel cuore dei napoletani e non ne è più uscito, con il suo sguardo glaciale ed il suo carattere spigoloso e determinato, tipico dei ragazzi cresciuti nei paesi dell'Est Europa. Ed a chi gli obiettava di essere poco incisivo in fase realizzativa, nonostante il raggio d'azione spesso avanzato, Zielinski ha deciso di rispondere a modo suo, con i fatti e non con le parole. Gol ed assist fantastici contro l'Inter, annichilita in soli cinque minuti. Contornare inserimenti e qualità con gol ed assist in maniera continua è il prossimo passo nella crescita del giovane polacco: se lo farà, il Napoli si troverà fra le mani una delle migliori mezz'ali d'Europa.
Amadou Diawara si è presentato intorno Ferragosto a Castelvolturno nel più totale anonimato, svolgendo le visite mediche e firmando qualche giorno dopo il contratto che lo ha vincolato per i prossimi anni alla causa azzurra. Prima della suddetta firma c'erano stati giorni bollenti con il Bologna, infuriato con il calciatore che non si era presentato in ritiro dopo aver rotto con la dirigenza felsinea ed aver chiesto la cessione. Una testa caldissima, si diceva. Invece a Napoli Diawara (almeno sino a questo momento) si è dimostrato incredibilmente maturo per i suoi soli diciannove anni, molti dei quali trascorsi in Guinea giocando a calcio senza scarpe nei campi dell'oratorio. Per due mesi Amadou si è allenato per recuperare la condizione fisica, persa durante il lungo periodo d'inattività estivo, senza mai proferire parola, nonostante tantissimi giornalisti chiedessero a Sarri dove fossero finiti lui e Marko Rog.
Il debutto del baby guineano è avvenuto in una partita stregata (ma che si è poi rivelata solo un piccolo incidente di percorso) per gli azzurri, ossia la sconfitta interna ad opera del Besiktas dello scorso ottobre. Complice un Jorginho disastroso nelle precedenti uscite, Maurizio Sarri ha lanciato Diawara in campo in un match di Champions League con risultato in bilico, davanti ad oltre quarantamila spettatori. Molti ragazzi di diciannove anni probabilmente si sarebbero limitati al compitini, ma Diawara non è uno dei tanti e non perde mai occasione di dimostrarlo: tackle duri sin dai primi istanti, elevata capacità di mettersi in visione e gestione sicura e veloce del pallone. Un predestinato, con le stigmate del campione chiaramente visibili ad ogni tocco di palla. Da quel momento in poi Diawara non è più uscito dal campo, eccezion fatta per il match di campionato contro il Sassuolo. Al suo esordio dal primo minuto, contro il Crotone, l'ex-Bologna si è preso quasi unanimamente la palma di migliore in campo, aggiungendo una veronica tra due avversari come ciliegina sulla torta ad un prestazione fatta di quantità e qualità. In Europa attualmente si fa davvero fatica a trovare centrali di centrocampo che abbinano tale facilità di corsa ad una capacità tecnica in continua evoluzione, con una personalità a tratti strabordante.
A soli diciannove anni, Diawara si appresta a diventare uno dei pezzi pregiatissimi della rosa del Napoli, con i migliori club del mondo che presto busseranno alla porta di Aurelio De Laurentiis, sempre più gongolante. Al giovane prodigio manca solo una maggiore verticalità nel gioco, ma con un maestro come Sarri e degli attaccanti come Callejon e Milik il percorso di apprendimento non dovrebbe essere lunghissimo. Di tempo ce n'è a sufficienza, se sei ancora un teenager. Basta non strafare.
Marko Rog è l'ultimo arrivato nella baby-gang del centrocampo azzurro (o "paranza" che dir si voglia). Sia cronologicamente, essendo arrivato a Napoli negli ultimissimi giorni di mercato dopo aver trascinato la Dinamo Zagabria alla fase a gironi della Champions (chiusa poi ingloriosamente a zero punti dai croati), sia a livello pratico, avendo debuttato in maglia azzurra solo otto giorni fa in occasione del match contro l'Inter. Dieci minuti che hanno però fatto intravadare cosa può essere Marko Rog per questo Napoli. I tifosi azzurri a più riprese hanno postato sui social network le immagine di uno Joao Mario affannato mentre rincorre il talentino croato che lo ha appena appiedato facendo scomparire la palla.
Sarri a fine partita ci ha tenuto a ribadire che il giovane croato non è un trequartista, ma un incontrista dai piedi buoni, con il vizietto di portare troppo la palla. Vizietto da togliere il prima possibile, dato che nel Napoli la palla si gira e non si porta. Altri dieci minuti Rog li ha giocati martedì nel match contro il Benfica, dove si è distinto in particolare per un'entrata quasi scellerata ma incredibilmente efficace per recuperare il pallone. Giovinezza è anche incoscienza dopotutto. La collocazione tattica di Rog per ora è ancora avvolta nel mistero, anche se dalle dichiarazioni di Sarri sembrerebbe che Rog si prefiguri come un giocatore simile ad Allan ma con maggiore qualità, perdendo qualcosa in termini di gamba. Sicuramente i tifosi del Napoli ne sapranno di più, magari a partire già dalla partita di domani contro il Cagliari.
Rog, Zielinski e Diawara: il centrocampo del futuro. Se i tifosi azzurri sapranno essere pazienti e capaci di perdonare qualche errore di gioventù, questo terzetto potrebbe davvero riportare in maniera decisa il Napoli a lottare per la prima posizione nel campionato. Se non oggi, magari domani. Di tempo ce n'è a sufficienza.