Settanta giorni fa, una doppietta di Arkadiusz Milik regalava al Napoli il successo, in rimonta, all'esordio stagionale in Champions League su un campo difficile come quello della Dinamo Kiev, squadra ostica e più avanti in condizione fisica rispetto ai partenopei. In settanta giorni moltissime cose sono cambiare in ambito nazionale ed internazionale, a livello politico, sociale e, nel contesto di interesse, a livello calcistico. Il Napoli in due mesi si è scoperto dapprima solidissimo e con una forte identità di gioco dopo l'abbandono di Gonzalo Higuain, salvo poi sentirsi debole e fragile dopo l'infortunio di Milik (sette gol in nove partite, impatto devastante) ed il filotto negativo che ha portato alla crisi di risultati di metà ottobre.
La vittoria di Udine nell'anticipo del sabato sembra però aver restituito un po' di tranquillità e fiducia all'ambiente e, soprattutto, ha visto il ritorno al gol di Lorenzo Insigne, il cui livello di gioco si è innalzato sempre di più nelle ultime uscite ed in maniera ancora più marcata dopo il primo gol in Friuli, segno che la stagione per il folletto napoletano potrebbe essere definitivamente svoltata.
Anche la Dinamo Kiev in questi settanta giorni ha vissuto un'altalena di emozioni positive e negative: partita forte in campionato, la squadra allenata da Rebrov ha vissuto una crisi di gioco e risultati simile a quella del Napoli nel mese di ottobre, riprendendo la marcia solo nelle ultime settimane in campionato (tre vittorie consecutive con vetta, occupata dallo Shaktar Donetsk, distante però otto lunghezze), rimanendo però definitivamente attardata in Champions, praticamente del tutto fuori anche dalla lotta per il terzo posto (che vuol dire qualificazione ai trentaduesimi di Europa League) con un solo punto raccolto in quattro uscite, il pareggio per un 1-1 in terra turca contro il Besiktas.
Settanta giorni hanno cambiato molte cose, ma con tutta probabilità non cambieranno il copione tattico della partita, con il Napoli che sarà costretto a fare la partita e la Dinamo che attenderà gli azzurri nella propria metà campo per poi ripartire. Le scelte di formazione di Rebrov in tal senso appaiono coerenti: 4-1-4-1 molto simile ad un 4-3-3 con alcune novità rispetto alla sfida d'andata. Prima fra tutte il portiere, con Rudko che ha rimpiazzato stabilmente l'esperto Shovkovsky. Il blocco difensivo dovrebbe essere lo stesso impiegato nella gara d'andata con Cahceridi e Vida centrali e Makarenko sulla corsia destra. Unica probabile differenza l'impiego di Morozyuk sull'out sinistro, in ballottaggio con l'ex Roma Antunes (preferibile per esperienza e per capacità di spinta). Proprio la difesa in più occasioni si è rivelata il punto debole della squadra ucraina, nonostante il buon bagaglio di esperienza e le discrete doti fisiche. Cacheridi e Vida sono entrambi dotati di buon senso della posizione ma spesso si fanno ingolosire dal pallone perdendo pericolosamente i diretti avversari (chiedere a Milik..), ed è per questo che Mertens, che agirà nella posizione di centravanti, dovrà essere bravo a non sfidare direttamente i suoi marcatori, cercando di aggirare la linea difensiva o con dei tagli in profondità o ricevendo il pallone fra le linee di centrocampo e difesa. Cacheridi in particolar modo in più occasioni ha dimostrato di soffrire attaccanti brevilinei che lo puntano con molto campo alle spalle, ed è per questo che la Dinamo cercherà di giocare molto vicina alla propria linea di fondo. A centrocampo dovrebbero agire gli inamovibili Rybalka e Sydorchuk (espulso nella gara di andata) con Garmash e Buyalsky in lizza per l'ultima maglia da titolare. Centrocampo quindi molto sostanzioso e con una discreta quantità di fosforo e capacità di inserimento, ma che risulta spesso falloso quando gli avversari fanno girare il pallone con buona velocità. Proprio per questo un pressing sistematico e fatto con i tempi giusti potrebbe essere letale data la mancanza di un vero leader tecnico nella mediana ucraina, che fa vedere le migliori cose quando la palla ce l'hanno gli avversari, cercando di rubare velocemente la sfera per servire sulla corsa gli esterni offensivi. Diawara o Jorginho saranno quindi chiamati ad un lavoro importante e dovranno essere aiutati sistematicamente da una delle mezzali per creare superiorità numerica. All'andata Rebrov ha predisposto una marcatura praticamente ad uomo sul regista azzurro e dovrebbe riproporla anche nel match di domani, in cui il compito di far rifiatare in fase di impostazione il giovanissimo guineano o il regista italo-brasiliano dovrebbe toccare a Marek Hamsik, che, assieme a Zielinski (o Allan), avrà anche la mansione di occuparsi degli inserimenti di Garmash e Sydorchuk.
Il tridente offensivo della Dinamo sarà costituito dal solito Yarmolenko, uomo dotato della maggiore tecnica ed imprevedibilità, dal giovane Tsygankov e dalla sopresa Besedin, comunque in ballottaggio sino all'ultimo momento con Junior Moraes, che offre maggiore corsa e freschezza atletica, caratteristiche che ben si sposano con il tipo di partita che la Dinamo si appresta ad affrontare. I maggiori pericoli gli ucraini li creano sempre dalla fasce, ed è per questo che in fase difensiva i compiti più importanti spetteranno ai 4 esterni azzurri: Hysai, Ghoulam, Insigne e Callejon. Soprattutto la catena sinistra dovrà essere brava a gestire le serpentine di Yarmolenko e le percussioni centrali di Garmash.
In casa Napoli i dubbi di formazione di Sarri riguardano principalmente l'impiego di Albiol, al rientro dopo l'infortunio ma con pochi allenamenti sul groppone, e la scelta del terzetto di centrocampo. Hamsik sembra l'unico sicuro di una maglia da titolare, mentre sono in rialzo le quotazioni di Jorginho, preferibile a Diawara sia per esperienza che per velocità di palleggio. Ed in una partita che gli azzurri si aspettano di giocare costantemente in proiezione offensiva, il gioco a uno/due tocchi del vero Jorginho potrebbe rivelarsi l'arma in più. Ballottaggio Zielinski-Allan per l'ultimo posto, con il polacco leggermente favorito data la sua capacità di spaccare la difesa avversaria con le sue percussioni palla al piede. Spaccare ed allargare la maglie difensive sarà fondamentale per creare pericoli contro una squadra che è molto compatta nella zona centrale del campo e che difficilmente si fa prendere d'infilata in situazioni statiche. Ed è proprio per questo motivo che le ricezioni dinamiche di Insigne e Mertens dovranno essere l'arma principale per scardinare il fortino ucraino, magari provando anche il jolly dalla distanza laddove i difensori avversari si preoccupino unicamente di difendere la profondità. Con Gabbiadini recuperato solo nelle ultime ore, ma che potrebbe comunque dire la sua in un match del genere, aprendo spazi collocandosi al centro dell'area o cercando di favorire gli inserimenti dei compagni uscendo in ricezione (magari cercando di ricevere fronte alla porta per sfruttare il suo sinistro), qualche chance di titolarità potrebbe averla anche Emanuele Giaccherini, visto sempre e solo in corso d'opera e mai dal primo minuto.
Molto della stagione del Napoli rischia di decidersi nel match di domani sera, data l'importanza economica della maggiore competizione europea (il passaggio del turno potrebbe portare la liquidità necessaria ad affondare colpi di mercato importanti a Gennaio). Sarri ed i suoi uomini sono chiamati al successo senza possibilità d'appello in un S.Paolo che si preannuncia pieno ma non ai massimi livelli: è l'ora della verità.